L’ultimo trailer di God of War ci ha consegnato quello che forse gli appassionati aspettavano più di qualsiasi altra cosa: una data. Adesso sappiamo quando potremo di nuovo vestire i panni di Kratos in una nuova avventura che si preannuncia spettacolare e ricca di colpi di scena, ovvero il 20 aprile.

Eppure non è l’unico dono che ci è stato fatto da Sony Santa Monica: sono tanti i particolari che balzano all’occhio in questo nuovo trailer e che potrebbero rivelare alcune delle cose presente nel gioco. Frasi, personaggi e immagini sembrano nascondere, alle volte, molto più del loro significato. Vediamo allora cosa potrebbe averci rivelato questo trailer.

Canto Funebre.

Il trailer si apre con un testo recitato da Atreus sul corpo della madre. Come abbiamo già avuto modo di riportarvi, si tratta a tutti gli effetti di un canto funebre vichingo, documentato nel secolo X da Aḥmad ibn Faḍlān, cronista e poeta arabo che viaggio presso il Wisu. Qui descrisse le abitudini dei popoli finnici e dei Bulgari del Volga. In molti ritengono il suo lavoro, pur pervenutoci solo parzialmente attraverso un compendio, molto simile a un’opera di antropologia.

Ecco, vedo mio padre e mia madre
vedo tutti i miei parenti morti
che se ne stanno seduti
vedo il mio padrone seduto nel Valhalla
e il Valhalla è bello e verde
con lui vi sono servi, uomini e ragazzi.
Egli mi chiama.
Portatemi da lui.

La scena vista nel trailer ci trasmette una sensazione di intimità familiare inusuale per la saga di God of War. Non è solo la presenza di Atreus, ragazzo che ha appena perso la madre a donarci questa impressione, ma lo stesso Kratos, in modo in cui il deicida si muove e si relazione nei confronti della moglie defunta.

Caccia al cinghiale dorato.

La scena di caccia di Atreus è stata una delle prime che ci sono state presentate in questo nuovo corso di God of War. Il modo in cui ci viene mostrato sembra quasi indicare un rito di passaggio (simbolico il fatto che, nel primo trailer, Atreus stesse giocando con delle figure in legno prima di ricevere l’arco). Non abbiamo menzione di rituali specifici per l’ingresso nell’età adulta tra i popoli nordici, anche se è probabile che l’uccisione di una preda particolarmente impegnativa nel corso di una caccia potesse essere considerato un segno del raggiungimento dell’età adulta da parte dei ragazzi.

Tuttavia c’è un particolare molto significativo che sembra dare credito a questa battuta di caccia come un momento di passaggio verso la maggiore età del figlio di Kratos. La preda di Atreus è un cinghiale con il manto decorato da arabeschi in oro. Il riferimento è chiaramente al mitico Gullinbursti, il verro dorato creato dai nani Eitri e Brokkr per il dio Freyr. Questa divinità, nel pantheon norreno, rappresentava la bellezza maschile, la fecondità e la forza virile. In un certo senso il fatto che Atreus stia cercando di uccidere proprio uno degli animali sacri a questo dio sembra un tentativo di affermare il raggiungimento della propria virilità.

Onorare i defunti.

Ancora non è chiaro chi sia la donna comparsa più volte all’interno degli ultimi trailer di God of War. Di certo possiede grandi conoscenze sulla natura divina e su quanto successo agli dei dell’Olimpo, in quanto ha riconosciuto Kratos per quello che è. Interessanti alcuni scambi tra lei e i protagonisti del gioco. In prima battuta sembra rimanere perplessa di fronte alla scelta della defunta moglie di Kratos di spargere le proprie ceneri sul picco più alto dei regni.

In realtà cremare i defunti era un’usanza comune presso i popoli norreni, mentre meno comune era la scelta di spargere le ceneri. In effetti alcuni passaggi dell’Ynglinga saga ci rivelano come la tradizione di cremare i corpi, spargendone le ceneri in acqua o seppellendole in terra fosse stata imposta come un decreto divino di Odino in persona. Se, da un lato, può sembrare una semplice svista da parte degli sceneggiatori, il fatto che la cremazione non sia presa in considerazione potrebbe invece dare un’idea di quale sia il “momento” in cui si svolge la storia. Forse si tratta di un  momento in cui la legge divina non era ancora stata stabilita.

Mimir il saggio.

Il trailer ci mostra anche un nuovo personaggio entrare in scena, ovvero Mimir. Sono diverse le tradizioni legate a questa figura nei miti norreni, ma tutte concordano sulla sua immensa saggezza. Viene presentato talvolta come un gigante, talvolta come uno dei Vanir, ovvero una delle due grandi stirpi delle divinità nordiche. In questa veste viene visto come fratello di Bestla, ovvero la madre di Odino (quindi suo zio). Si racconta che fu grazie a lui che Odino raggiunse l’onniscenza, donandogli uno dei suoi occhi come pegno per poter bere dalla fonte magica Mímisbrunnr. La tradizione che vuole Mimir come uno dei Vanir è legata anche alla recisione della sua testa. Per porre fine alla guerra tra Æsir e Vanir egli accettò di farsi decapitare e diventare ostaggio della schiera nemica. Il suo capo mozzato era ancora in grado di parlare e di predire il futuro, diventando nei fatti il consigliere di Odino.

Il trailer sembra ricalcare quanto narrato dall’Edda in Prosa nel Gylfaginning, ovviamente adattandolo al contesto di God of War. Sarà interessante vedere se gli sceneggiatori decideranno di mantenere la distinzione tra le due stirpi di divinità e se questo aspetto possa avere qualche implicazione all’interno della trama. Tuttavia sembra abbastanza indicativo che lo stesso Mimir, presentandosi a Kratos, si identifichi come un uomo.

Fare affari col nano.

Il nano Brok ci è stato presentato già in uno dei trailer precedenti. Il nome richiama a Brokkr, una delle figura più note tra i nani del mito norreno. Il nano si era trovato in mezzo a una disputa con Loki, il quale scommise la sua testa che Eitri, fratello di Brokkr, non sarebbe riuscito a forgiare nulla di più bello dei doni che il dio aveva commissionato al signore dei nani Dvalin. Brokkr e suo fratello Eitri accettarono la sfida, consegnando agli dei Gullinbursti, l’anello d’oro Draupnir e, infine, Mjollnir, il martello di Thor. Curioso, in effetti che, il nano parli proprio dell’ascia di Kratos, la quale sembra avere una caratteristica in comune col famoso maglio del dio del tuono, ovvero la capacità di tornare sempre dal proprio portatore. Forse si tratta di un piccolo inside joke, o forse di una possibile trasformazione dell’ascia di Kratos?

Le forge di Nidavellir.

Strettamente legato al passaggio con Brok ne abbiamo uno successivo in cui vediamo Kratos e Atreus assistere alla forgiatura di un’arma da parte di un nano (forse Eitri, fratello di Brok). L’ambiente che ci viene presentato è una fucina buia, probabilmente sotterranea. Questo potrebbe legarsi alle vociferate sessioni di crafting all’interno di God of War, ma potrebbe essere indicativo anche del viaggio che sono destinati a compiere Kratos e suo figlio, ovvero attraversare i nove reami della cosmologia norrena. Tra queste potrebbe esserci Svartálfaheimr, il regno dell’oscurità, al cui interno dimoravano i nani. Qui si trovavano le loro miniere, Nidavellir (è bene notare come spesso le miniere nanesche fossero identificate con l’intero regno).

Conseguenze.

Il trailer ci fornisce anche una maggiore caratterizzazione di Atreus. Il ragazzo appare piuttosto impulsivo e minaccia un soggetto non meglio specificato, intento a fuggire, poco prima che Kratos  avverta il figlio delle conseguenze relative all’uccidere un dio. Se leghiamo le due scene possiamo pensare che l’oggetto dell’ira di Atreus possa essere una delle divinità norrene. Difficile dire chi, al momento attuale, e possiamo solo rimandare a congetture e teorie.

Tuttavia l’Edda Poetica dà grande spazio al mito di un deicidio, quello di Baldr, figlio di Odino e fratello di Thor, ucciso proprio da un arco… la stessa arma di Atreus. È probabile che si tratti di un’esca messa dagli sceneggiatori per sviare qualche fan, ma è difficile non fare questo collegamento. 

Baldr, dopo una serie di incubi sulla sua morte, venne reso invulnerabile da sua madre, Frigga, la quale costrinse ogni essere del mondo, animale, vegetale, uomo o pietra a non arrecargli danno. Questo patto però non incluse il vischio e Loki, scoperta questa cosa, sfruttò tale debolezza per far uccidere con l’inganno Baldr dal cieco Hǫðr.

Da quanto possiamo vedere e da quanto suggerito sembra insomma che sarà Atreus a cercare vendetta contro una divinità, guidato dal padre nel tentativo, non facile, di mitigarne l’ira.

L’importanza di essere Atreus.

Iniziamo a capire che il giovane Atreus avrà un’importanza maggiore all’interno della trama. Il fatto che Kratos gli abbia nascosto le sue origini sarà un nodo importante da risolvere, specie perché la sua natura divina sembra stia prendendo piede e causando non pochi problemi al ragazzo. Lo vediamo anche alle prese con un tentativo di rapimento da parte di alcuni umanoidi dalla pelle bluastra (forse dei Døkkálfar, una stirpe di elfi oscuri presenti nell’Edda in Prosa). Un gesto che potrebbe essere qualcosa di più di una semplice fase del gioco e nascondere un indizio di ciò che ci il giovane e suo padre si troveranno ad affrontare.

Un nuovo Kratos.

Il nuovo ruolo di Kratos è certamente uno dei cambiamenti più importanti che ci ritroveremo ad affondare nel corso di questo nuovo capitolo di God of War. A un uomo sconvolto dalla furia cieca e dal desiderio di vendetta si è sostituito un padre che cerca di crescere da solo il proprio figlio in un mondo ostile e brutale. Lo vediamo protettivo, compiendo la scelta comprensibile di nascondere al figlio la propria vera natura. Ma, soprattutto, ci appare più riflessivo, capace di avvisare il figlio di quanto sia pericoloso uccidere un dio. Un Kratos, insomma, diverso da quello a cui ci eravamo abituati.

Sono interessanti anche i luoghi in cui avvengono le due conversazioni con Atreus che osserviamo nel trailer. Il primo è di fronte a un cristallo che emana una luce azzurra intensa, in qualche modo simile alla Fiamma dell’Olimpo che avevamo visto nel terzo capitolo di God of War. Nel secondo intravediamo quella che sembra una maschera fluttuare attorno a una luce bianca. In qualche modo sembra ricordare un teschio. Gli elmi dotati di maschera tra i vichinghi erano piuttosto comuni, ma che possa essere un oggetto con una certa rilevanza all’interno del gioco, forse un’arma, ci viene suggerito dalle parole di Kratos, il quale sembra voler trasmettere al figlio quell’autocontrollo che lui non ha mai posseduto.

 Le catene del passato.

Sempre in questo contesto merita una menzione la scena che vede Kratos allacciarsi le fasce che coprono polsi e avambracci. La natura dello spartano, il suo passato sono simboleggiati dal quel gesto, dal coprire il punto dove un tempo erano attaccate le Lame del Caos, simbolo dei suoi peccati, della sua schiavitù verso l’Olimpo e della sua vendetta. Complice un nuovo gameplay, Kratos ha definitivamente detto addio alle sue armi, ma quanto ha compiuto in Grecia sembra destinato ad avere ripercussioni anche nelle fredde lande del nord.

Serpi e Rune.

Il Miðgarðsormr non è una presenza sconosciuta nel nuovo corso nordico di God of War. Lo abbiamo già visto in passato, ma è bene ricordare quale sia il suo ruolo nei miti norreni. La Serpe di Midgard compare spesso nei miti di Thor. Il suo ruolo è quello di nemesi finale del dio il giorno del Ragnarok, quando le divinità di Asgard saranno costrette a scendere in battaglia per evitare la distruzione del creato. Nel corso di questa battaglia finale il Serpente del Mondo e il dio del tuono sono destinati a uccidersi a vicenda. Thor, dopo averlo sopraffatto, avrà il tempo di allontanarsi di nove passi prima di perire, ucciso dal potente veleno della bestia.

Il fatto che voglia aiutare Kratos, il quale è un noto deicida, ci può far riflettere sul suo ruolo in questa vicenda. Che il suo scopo sia scatenare lo spartano contro qualche divinità armata di martello?

Interessante, inoltre, la visuale che abbiamo della nuca di Mimir e dell’ascia di Kratos. Entrambe appaiono ricoperte di rune, che potrebbero essere parte del nuovo sistema di potenziamento della armi presente nel gioco. Le rune nel mito sono una caratteristica di Odino, il quale ottenne la conoscenza di questo alfabeto magico sottoponendosi a un supplizio: il dio rimase per nove giorni legato a un albero, affamato e colpito dalle lance: nel momento di maggior disperazione il dio avrebbe trovato la forza di evocare le rune, ottenendone così il completo dominio.

Draghi in vista.

Il trailer ci regala anche il volo di un drago sopra la testa di Kratos. A giudicare dal suo aspetto potremmo identificarlo con un drago in particolare dei miti norreni, ovvero il terribile Nidhogg. Si tratta di una bestia che dimora in Hel, il cui scopo è quello di divorare le anime dei morti senza gloria e onori. Il drago visto nel gioco in effetti assomiglia molto a una delle poche rappresentazioni che ci sono pervenute del drago, un manoscritto finlandese di età moderna dove si vede un drago dalla corazza bruna, con corna appuntite di capra e dotato solo di un paio di zampe. Kratos, dopotutto, non è estraneo a visite al regno dei morti. Che sia in programma anche una capatina in Hel?

Un regno di luce.

Oltre a Hel sembra proprio che Kratos visiterà altri reami della cosmologia norrena. Tra questi vediamo il nostro spartano aprire una porta e trovarsi di fronte un gruppo numeroso di esseri ammantati da un intenso bagliore azzurro. Potrebbero essere degli elfi della luce, ovvero i Liósálfar. Questa stirpe di elfi abita nel reame di Álfheimr. Vengono descritti come saggi e dotati della preveggenza, con lunghi capelli argentei e vestiti spesso con lunghe tuniche.

Attraverso i Reami.

Da quanto abbiamo potuto intuire Kratos ha cresciuto suo figlio in un regno diverso da quello in cui si muoverà nel corso dell’avventura. In effetti è possibile che lo spartano, come abbiamo visto, possa visitare diversi regni della cosmologia norrena. Per il mito nordic esistevano Nove Mondi, collegati dal grande albero Yggdrasìl: quattro superiori, Ásaheimr dove si trovava Asgard, Vanaheimr, Niflheimr e Alfheimr, e quattro inferiori, Muspellsheimr, Jǫtunheimr, Svartálfaheimr e Helheimr, e quello mediano Midgard, il mondo degli uomini. Possiamo ipotizzare che Kratos abbia scelto come propria dimora proprio quest’ultima, iniziando il proprio viaggio per trovare il luogo adatto dove disperdere le ceneri della moglie. In una delle immagini finali del trailer vediamo anche uno dei portali con cui, probabilmente, lo spartano si muoverà attraverso i reami.

 

 

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.