Anni ‘80 come se piovesse.

Cerchiamo di essere sinceri per una volta: uno dei motivi per cui amiamo Stranger Things è il suo fattore nostalgia. Non possiamo negarlo: per quelli di noi nati e cresciuti negli anni ‘80 o immediatamente a ridosso di essi, vedere riprendere vita a fatti e personaggi che abbiamo vissuto e amato nella nostra infanzia è un fattore che ci spinge inesorabilmente ad apprezzare la visione di quel microcosmo che è la serie dei fratelli Duffer. Per alcuni di noi la presenza di un demone proveniente dal Sottosopra non è che un extra per il gradimento complessivo della storia, che guardiamo magari con qualche coetaneo per dargli il gomito e sorridere mentre sullo schermo compare E.T. o un Master of the Universe.

In tema con questa vena nostalgica abbiamo deciso di riguardare la seconda stagione della serie (è solo per lavoro, davvero!) e cercare un po’ di riferimenti a quel folle decennio che, forse, non siete riusciti a cogliere. Perciò sistematevi gli scaldamuscoli, cotonatevi i capelli e suonate la vostra keytar. Cominciamo questo tuffo nel passato!

1 –Vota Ronnie! (Chapter One: MADMAX).

La seconda stagione inizia a ridosso delle elezioni del 1984, svoltesi il 6 novembre. Il presidente in carica era Ronald Reagan, repubblicano, contrapposto al democratico Mondale. La storia ci insegna che il risultato fu assolutamente umiliante per l’avversario di Ronnie: su tutti gli stati Mondale riuscì a spuntarla solo in Minnesota, suo luogo di origine, e Washington D.C., stabilendo il peggior risultato della storia del suo partito. La stampa americana non mancò di vedere la cosa con estrema ironia, ma nei fatti il momento in cui avvennero le elezioni coincisero con quello di maggior popolarità di Reagan, appena sopravvissuto a un attentato. L’imposizione del presidente in carica fu tale che da allora divenne il termine di paragone per tutti i sondaggi di gradimento per i presidenti in carica. Nella serie possiamo vedere immediatamente un riferimento a questo periodo storico: i genitori di Mike e Nancy, evidentemente più conservatori, sono schierati a favore di Reagan e Bush Senior, mentre la madre di Dustin ha affisso nel suo giardino il cartello a favore di Mondale e Ferraro (prima candidata donna alla vicepresidenza).

Sempre parlando di venti storici, il giornale che si vede subito dopo il flash di Will nel Sottosopra, ci mostra un fatto di cronaca che ebbe una certa risonanza al livello nazionale in quel periodo. Si tratta del caso di “Baby Fae”, la piccola Stephanie Fae Beauclair, nata nell’ottobre di quello stesso anno. La neonata, a causa di una gravissima malformazione, fu costretta a subire un trapianto di cuore nei primi giorni di vita. Date le ridotte dimensioni della paziente alla piccola fu trapiantato un cuore di babbuino. L’intervento fu, almeno inizialmente, un successo, venendo lodato dalla stampa internazionale. Tre settimane dopo, tuttavia, la bambina si spense per colpa del rigetto del cuore impiantato.

2 – Serata Arcade (Chapter One: MADMAX).

I lettori più vecchi (e quelli più informati) se lo ricorderanno senz’altro: le sale giochi erano uno dei luoghi di ritrovo cult degli anni ‘80. E i nostri giovani amici di Hawkins non fanno certo eccezione. Nella sala giochi possiamo vedere una carrellata impressionante di cabinati storici che hanno contraddistinto quegli anni. Dustin sta giocando a Dragon’s Lair, da molti considerato uno dei videogiochi più difficili di quel periodo, come lui stesso si ritroverà a constatare quando verrà incenerito dal drago. Il ragazzo si consola, convinto di essere il migliore a Centipede e Dig Dug, salvo scoprire di lì a poco di essere stato surclassata da un giocatore misterioso, MADMAX, chiaro riferimento a Interceptor (Mad Max), film del 1979 di George Miller. Sempre nella sala giochi si possono intravedere Space Invaders, Galaga, Pac-Man e Ms. Pac-Man.

3 – Hail the villains (Chapter One: MADMAX).

Tra i nuovi personaggi introdotti in questo episodio abbiamo Maxine, detta Max, e il suo fratellastro Bill. Quest’ultimo costituisce una sorta di vero e proprio villain all’interno della storia, considerato che fin dalla sua prima apparizione sembra non farsi troppi scrupoli all’idea di investire con la propria auto i nostri protagonisti. I Duffer hanno ammesso di aver ispirato il personaggio a quello omonimo interpretato da Rob Lowe in St. Elmo’s Fire (1985). Un altro “antagonista” presente nella prima puntata, seppure con un’evoluzione diversa, è il Dr. Owens, interpretato da Paul Reiser. Qui ci troviamo davanti a una delle citazioni più ingegnose dell’episodio. Il contesto con cui viene presentato il personaggio e la sua figura, almeno in questo primo episodio, richiamano a quello che lo stesso Reiser aveva interpretato in Aliens (1986).

4 – Lanciafiamme e test medici (Chapter One: MADMAX).

Le citazioni e i riferimenti a vari film cult di quel periodo si sprecano. Sorvoliamo sull’ovvio debito che Stranger Things ha nei confronti di The Goonies, film uscito pochi anni dopo gli eventi narrati nella serie e in cui fece il suo debutto Sean Astin, che qui interpreta Bob. Concentriamoci, invece, sulle diverse strizzate d’occhio che il primo episodio fornisce agli spettatori. Tra le prime vediamo il cinema in cui viene proiettato Terminator (The Terminator), uscito proprio nel 1984. Un importante riferimento è quello relativi a una delle grandi ispirazioni di Stranger Things, La Cosa (The Thing) di John Carpenter, uscito nel 1982. Già nella prima stagione alcuni piccoli riferimenti si potevano cogliere all’interno di alcune immagini sparse nel film. Tra le ultime immagini che vediamo nel primo episodio c’è quello del braccio armato del Dottor Owens intento a bruciare le manifestazioni provenienti dal sottosopra. Se, da un lato, l’idea di sterilizzare i mostri con il fuoco ha senso, è difficile non tornare alle scene del capolavoro carpenteriano e ai tentativi di utilizzare il lanciafiamme contro la “cosa”.  Sempre parlando dell’equipe del Dottor Owens alcune scene, in particolare quelle in cui i medici osservano Will dal monitor, sembrano rimandare a L’esorcista (The Exorcist) film del 1973.

5 – Caccia all’alieno (Chapter Two: Trick or Treat, Freak).

 Uno dei primi paralleli che è stato naturale fare di fronte alla prima stagione di Stranger Things è quello con E.T – L’extraterrestre. Quanti di noi hanno rivisto in Eleven l’alieno di Steven Spielberg? Che la cosa sia stava voluta dai fratelli Duffer è abbastanza evidente. Questa volta, tuttavia, si è deciso di premere ancora un po’ su questo fattore. Quando Ellie chiede a Jim Hopper di poter andare a fare Dolcetto o Scherzetto si mette addosso un lenzuolo per realizzare un costume da spettro improvvisato. Niente di strano? Beh, nessuno di voi ricorda E.T., travestito nella stessa maniera, mentre circola con Elliot per fare Dolcetto o Scherzetto? Oltre a questo, la mente di tutti noi torna a quando E.T. incontra il bambino vestito da Yoda, costringendoci a fare un parallelismo tra i poteri di Ellie e quelli del maestro Jedi, apparo la prima volta proprio nel 1980 in L’Impero Colpisce Ancora.

6 –  Nightmare party (I): cinema (Chapter Two: Trick or Treat, Freak).

Con il secondo episodio arrivano Halloween e i suoi travestimenti. E l’impressione, assistendo a questo episodio, è che i Duffer si siano davvero divertiti. Le citazioni si sprecano. Senza insultare l’intelligenza dei lettori, soffermandoci sui meravigliosi costumi dei protagonisti in versione Ghostbusters, è dalla festa a cui partecipano Steve e Nancy che possiamo trarre le maggiori soddisfazioni. Quella a cui ci troviamo di fonte è nei fatti un calderone di citazioni e riferimenti alla cultura pop degli anni ‘80 capace di mandare in sovraccarico ogni nerd nostalgico. La quantità è tale da poter occupare un articolo a sé stante, ma per ovvi motivi di spazio saremo costretti a limitarci a parlarne solo in parte. In primo luogo la festa è organizzata da Tina, un omaggio a Nightmare – Dal profondo della notte (A Nightmare on Elm Street), dove una ragazza con quello stesso nome organizzerà un ritrovo a casa propria, prima di cadere vittima di Freddy Krueger. Steve e Nancy (omonima della protagonista di Nightmare) arrivano al party vestiti come Joel e Lana, protagonisti del film del 1983 Risky Business – Fuori i vecchi… i figli ballano (Risky Business). Dietro di loro si scorgono anche Rocky Balboa, un ragazzo in toga (riferimento forse ad Animal House). Tra i ragazzi che si vedono accompagnare Billy ne scorgiamo uno vestito con il kimono del dojo Kobra Kai di Karate Kid – Per vincere domani (The Karate Kid).

7 –  Nightmare party (II): musica (Chapter Two: Trick or Treat, Freak).

Sempre alla festa di Tina possiamo ammirare altri diversi interessanti riferimenti alla scena musicale di quel periodo. Il primo, forse meno evidente, mostra un ragazzo vestito da Michael Jackson nel video musicale Billie Jean (1983). Poco dopo vediamo una ragazza truccata in maniera simile a Patty Smith nel videoclip del pezzo “The Warrior” e un’alta il cui look sembra richiamare David Bowie. Quando Johnatan arriva alla festa parla con una ragazza, sbagliando clamorosamente il suo costume, scambiandola per una versione femminile dei KISS, quando in realtà si tratta di Souxsie Sioux, voce del gruppo britannico Souxsie and the Banshees. Oltre a loro si può scorgere per un momento un ragazzo coi baffi vestito con una corona, un mantello e la canottiera bianca, un chiaro riferimento a Freddie Mercury, frontman del leggendario gruppo rock Queen (nel 1984 era appena uscito The Works, uno degli album di maggiore successo della band). Sempre durante la festa di deve prestare attenzione a due dei pezzi che si sentono. Il primo è dei Motley Crue ‘Shout at the Devil’ ; il secondo, quando Jonathan arriva alla festa, è ‘Girls on film’ dei Duran Duran.

8 – Poltergeist ti presento Frankenstein (Chapter Two: Trick or Treat, Freak).

Il secondo episodio sembra concepito apposta per aumentare l’empatia dello spettatore verso Eleven. Ellie, costretta a rimanere a casa durante quella che per i bambini americani è la notte “più grandiosa dell’anno” passa la serata di fronte alla televisione. Il numero di citazioni e riferimenti che i Duffer sono riusciti a inserire in qualcosa di così semplice è però piuttosto vasto. Tra i film visti dalla ragazzina c’è Frankenstein, un bel parallelismo considerato che Ellie, proprio come il mostro del romanzo di Mary Shelley, è “nata” e vissuta in laboratori, per poi liberarsi e scatenare i propri poteri. Quando la bambina, triste per essere rimasta sola per colpa dell’assenza dello sceriffo Hopper decide di “fare visita” a Mike, la vediamo armeggiare col televisore per trovare una frequenza che le dia il “white noise” necessario per potersi concentrare e raggiungere l’amico. L’intera scena richiama in maniera palese al film del 1982 Poltergeist. Nota intrigante, il nome dello sceriffo Hopper è proprio un omaggio al regista di quella pellicola, Tobe Hopper.

9  –  La luce gli fa male (Chapter Three: The Pollywog).

Impossibile non notare e non apprezzare l’omaggio presente a Gremlins in questo episodio. Dustin trova nel bidone della spazzatura un girino, che lui chiamerà D’Artagnan, in onore non tanto del celeberrimo eroe di Dumas, quanto della barretta 3 Musketeers. Tra le prime cose che nota il ragazzo c’è il fatto che la luce e il calore non sono molto graditi dalla creatura, cosa che rimanda proprio al classico del 1984. L’intero sviluppo della storia di D’Artagnan sembra strizzare l’occhio al film di Joe Dante: la piccola creatura, più o meno involontariamente, sarà la fonte di un bel numero di problemi per il ragazzo che aveva scelto di adottarla. Il modo in cui si sviluppa il girino e la sua scarsa passione per il calore sembrano invece rimandare al carpenteriano “La Cosa”.

10 – Poche Semplici Regole  (Chapter Three: The Pollywog).

A dover fare i conti con qualche regola di troppo non sono stati solo i protagonisti di Gremlins. Anche Ellie deve affrontare tre regole che, data la natura dell’episodio, fanno tornare immediatamente alla mente la pellicola di Joe Dante. La nostra giovane protagonista però non deve seguire le istruzione di un vecchio mercante orientale, ma quelle di Jim Hopper, le tre “Don’t be stupid rules”. Inutile dire che, esattamente come Billy in Gremlins, Ellie non resisterà alla tentazione, finendo per infrangere, una dopo l’altra, le regola dello sceriffo Hopper, spinta anche dal risentimento verso il surrogato paterno costituito dall’uomo.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.