La lore di Alien è diventata più complessa di Dark Souls…

Tra pochi giorni sarà nelle sale Alien: Covenant, horror sci-fi appartenente alla celebre saga creata da Ridley Scott (il quale tiene le redini anche di questo prequel) che si configura come il seguito diretto di quel Prometheus uscito nelle sale sale qualche anno fa. Il progetto ha rimpiazzato quello che doveva essere Prometheus 2, titolo abbandonato probabilmente per attirare di più gli spettatori con un nome dall’iconografia più riconoscibile, visto e considerato anche quanto fu controverso Prometheus per critica e pubblico. Tuttavia, a livello narrativo, Covenant è il seguito diretto a tutti gli effetti di Prometheus e in quanto tale, ci aspettiamo che almeno in minima parte si riallacci alla moltitudine di questioni rimaste irrisolte nell’avventura della dottoressa Elisabeth Shaw e dell’androide David. Se infatti si può discutere sulla qualità generale del film, è indubbio il fatto che Prometheus ha espanso all’inverosimile la cosmologia dell’universo narrativo di Alien, buttando moltissima carne sul fuoco e lasciando largo margine a teorie e speculazioni. Cogliamo quindi l’occasione dell’imminente uscita di Alien Covenant, per rinfrescarci la memoria sui principali temi aperti ma non chiusi dalla pellicola del 2012. Ovviamente se non avete visto Prometheus vi sconsigliamo la lettura in quanto l’articolo sarà pieno di SPOILER.

Quale pianeta contaminano a inizio film gli Ingegneri?

Prometheus comincia con un membro di quella razza aliena che abbiamo imparato a conoscere come Ingegneri, in procinto di bere una misteriosa sostanza nera. Ingurgitata la brodaglia, si decompone e cade in una cascata, immersa in un paesaggio che sembra proprio il nostro pianeta Terra. Il film ci spiega più volte che in effetti gli Ingegneri sono i creatori degli esseri umani, e la somiglianza con il loro aspetto, rende questa una tesi che in effetti regge. Ma come avviene esattamente il processo di creazione della vita mediante l’intervento degli Ingegneri? Chi ha il ruolo di sacrificarsi per questo e in quanti pianeti è stata fatta la stessa cosa? Dobbiamo pensare che i primi momenti del film corrispondono effettivamente alla nascita della vita sulla Terra come avvenimento unico, o forse è solo uno dei tanti pianeti in cui è successa questa cosa?

Cosa indicavano i geroglifici antichi ritrovati da Elisabeth Shaw e Charlie Holloway nei siti archeologici?

La dottoressa Shaw e Holloway trovano delle antichissime scritture e disegni sulla Terra che li spingono a cominciare il loro viaggio nello spazio alla ricerca delle misteriose entità raffigurate su di esse. Il geroglifico mostra chiaramente uno degli Ingegneri puntare il dito verso un pianeta, quello che poi verrà scoperto dall’equipaggio di Prometheus come Luna 223. Alla luce dei fatti del film, e scoperto quindi che il pianeta fungeva da “base militare” di queste creature le quali custodivano e forse facevano esperimenti sulla sostanza Black Goo, qual è il significato che si può dare a quelle incisioni antiche? Cosa volevano comunicare gli ingegneri agli esseri umani? Era un invito di qualche tipo? O forse l’avvertimento per una minaccia che sarebbe venuta dall’alto? Questa seconda ipotesi si rafforzerebbe anche grazie alla prossima domanda in esame.

Qual è l’obiettivo degli Ingegneri?

Nella nave degli Ingeneri trovata sulla Luna 223, David scopre che il loro scopo era quello di dirigersi verso la Terra, un’indicazione conservata nel computer di bordo alieno che risaliva a ben 2000 anni prima. Se è facile intuire che probabilmente dopo aver dato la vita alla nostra specie, avessero cambiato idea e fossero quindi decisi a sterminarci, è meno facile capirne il motivo. Si tratta forse di una punizione per il comportamento irrispettoso del genere umano verso il proprio pianeta? E perché proprio 2000 anni fa? Il momento storico ha a che fare in qualche modo con la nascita di Gesù? Lo scopo degli Ingegneri è molto importante nel nuovo arco narrativo creato da Ridley Scott e speriamo fortemente che questo si palesi più chiaramente in Covenant.

Che significato ha il bassorilievo all’interno della nave degli Ingegneri e qual è il ruolo del proto-xenomorfo?

Seguendo gli avvenimenti del film Prometheus sembra quasi che lo Xenomorfo sia più o meno frutto della casualità in vari incroci genetici del Black Goo con vari organismi. Abbiamo infatti Charlie Holloway che viene infettato da David con la sostanza nera e che a sua volta trasmette il proprio materiale genetico contaminato ad Elisabeth Shaw per via sessuale. La dottoressa da ciò rimane “incinta” di un nuovo organismo, che provvederà a rimuovere dal proprio corpo, una specie di facehugger primordiale simile ad un calamaro, che a sua volta impianta il proprio “seme” nell’ultimo Ingegnere rimasto nel pianeta, dando vita al proto Xenomorfo. Eppure questa creatura NON è il primo antenato del celebre mostro spaziale. Infatti ben prima di questi fatti nel film viene mostrata una misteriosa stanza in cui sono conservate centinaia di ampolle contenenti il Black Goo, e sulla parete principale di questa stanza c’è un gigantesco bassorilievo che rappresenta proprio lo xenomorfo o almeno il proto xenomorfo. Va quindi da sé che la razza degli Ingegneri conosceva già questa forma di vita da parecchio tempo.Che rapporto c’era quindi tra xenomorfi, più o meno sviluppati, e Ingegneri? Non ci è dato saperlo.

Come nascerà quindi lo Xenomorfo che tutti conosciamo?

È evidente che siamo ancora molto lontani dal capire quale sia la genesi del classico Alien inventato dal visionario Giger molti anni fa. Sappiamo con certezza che tutto comincia con questa strana sostanza virale scoperta o prodotta dagli Ingegneri, ma non c’è ancora traccia di nessun elemento che si ricollega direttamente alla riproduzione dello Xenomorfo. In Prometheus non c’è traccia di uova, perché in effetti non c’è traccia di regine per produrle, né di Facehugger. Da Covenant ci aspettiamo quindi di scoprire l’anello mancante nell’evoluzione della famosa bestia spaziale, nonché di scoprire quanto ci sia di naturale in essa e quanto invece sia fonte di sperimentazioni.

Chi è lo Space Jockey del film Alien e quale è il suo destino?

Con Prometheus abbiamo finalmente scoperto che l’enorme alieno fossilizzato scoperto sulla luna 426 dalla squadra di Ripley, e amichevolmente rinominato negli anni Space Jockey, è in realtà un Ingegnere. Quello che ancora rimane un mistero è…. Tutto il resto. Sicuramente non è un Ingegnere presente sul pianete 223, perché quelli sono tutti morti e l’ultimo rimasto in vita fa una brutta fine nell’epilogo del film. Molto probabilmente, la nave in cui l’equipaggio della Nostromo lo trova, non è quella con cui fuggono Shaw e David, e se lo fosse dovrebbero spiegare in che modo finisce nelle mani di un Ingegnere, e soprattutto come fa a finire schiantato su un nuovo pianeta. Infine, dovrebbe chiarire perché viene ritrovato con il torace sfondato da uno xemomorfo/proto circondato dalle famose uova di facehugger che, come abbiamo visto, sono ancora lungi dall’essere inserite nel tessuto narrativo del prequel.

Insomma Prometheus ci ha lasciato molte più domande che risposte, alcune delle quali ancora più implicite di quelle macroscopiche che abbiamo sollevato in questa sede. Ad esempio sarebbe anche bello sapere da cosa fuggivano gli Ingegneri nell’ologramma scoperto da David e soci dentro la nave aliena, oppure perché l’Ingegnere svegliato ha voluto far fuori tutti i presenti senza troppi complimenti, e cosa ha detto esattamente alla squadra di spedizione. Solo per fare un paio di esempi eh. In realtà moltissime cose sono poco chiare. Ma capiamo bene che molto sia lasciato anche all’interpretazione dei molti dettagli presenti. Di certo però in Alien: Covenant vogliamo decisamente riempire la maggior parte dei buchi e cominciare ad unire i puntini in maniera più concreta. Riuscirà il buon vecchio Scott a chiudere il cerchio? Lo scopriremo l’11 maggio, quando il film uscirà in tutte le sale cinematografiche del mondo.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!