Le bufale sono una roba che esiste più o meno da sempre, e su questo non ci piove. Alcune bufale poi sono così virali e così ben costruite che persino quando la gente ci sbatte contro la loro popolarità non viene minimamente intaccata. Era vero alle origini dell’uomo, e da quando esiste internet è tutto ancora più vero. Internet, con la sua diffusione forsennata, i suoi autoproclamatisi salvatori della Patria e i suoi genuini coglioni ha alimentato a dismisura le bufale, specialmente negli anni ’90, un’epoca buia in cui i vari Principi di Bel Air diffondevano cazzate a più non posso ed a noi, figli sfigati della carta, non restava che crederci, nell’attesa di una smentita che – se ti diceva culo – poteva arrivare (come no) nei mesi successivi. Per i videogame (e le riviste di videogame) la cosa è sempre stata particolarmente difficile, perché in certe bufale ci si imbatteva con una certa sorpresa, quasi non ci aspettasse che i videogame (o chi per loro) ci potessero prendere per il culo. Ed è così che è nata questa lista, con tutti quegli scherzi crudeli che ci hanno tirato negli anni. Anni gloriosi, in cui in tanti bestemmiavano per la mala riuscita del trucco per avere accesso a “Nude Raider”. Consci che ad alcuni di voi fanno ancora male le mani per aver smanettato troppo (BAUHAUHAUAHAUHAU) ecco a voi una bella lista con “7 bufale sui videogame in cui tutti abbiamo creduto”. Astenersi troll, pirla e gnegnegne!

Giocare con Akuma in Resident Evil 2

bufale All’apice del suo successo, Resident Evil era una serie che sapeva attirare la giusta attenzione, nonché un gioco su cui tutti volevano mettere (e poi hanno messo) le mani. Con Resident Evil 2 e la sua storia su ben due dischi, Capcom centrò un colpo da maestro, mettendo sulle nostre console (e più tardi su PC) un survival horror quasi da antonomasia, tale che la popolarità del brand letteralmente esplose. In questo clima da RE frenzy, non ci deve meravigliare la nascita di una relativa bufala, la cui portata fu così grande da finire persino in certe guide per i giocatori. Ad un certo punto, infatti, si cominciò a dire che arrivati in una determinata sezione dei Laboratori (per la precisione la zona con i computer) era possibile, tramite l’inserimento di un codice, abbandonare i panni del proprio personaggio per giocare in quelli di Akuma, il cazzutissimo lottatore della serie Street Fighter. Il fatto che Capcom, da sempre propensa a certi scherzi, aveva già inserito personaggi assurdi nei suoi videogame (non ultimo un pezzo di tofu ambulante proprio in RE2!) non sembrò tanto assurdo ai videogamer dell’epoca, che cominciarono a smanettare alla ricerca del codice misterioso. Oltre ciò anche alcuni screen diffusi dalle riviste di settore e ritraenti proprio Akuma in giro per il gioco non fecero che alimentare i dubbi dei videogiocatori e persino di certi organi di stampa. Nonostante molte guide proponessero il codice dei miracoli, Akuma non fu mai un personaggio giocabile e la questione fu archiviata finché la popolare rivista EGM (Electronic Game Monthly) non ammise di essere l’artefice dello scherzo, architettato per i giocatori in occasione del primo di Aprile. Più tardi, alcuni giocatori presero il codice di RE2 per PC e con una apposita mod per inserire un modello di Akuma nel gioco. Per la serie: cosa non si fa in preda alla frustrazione infantile.

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Shen Long in Street Fighter II

bufale Sempre restando in tema di scherzetti tirati alla gente dalla rivista EGM, c’è la famosissima bufala che voleva il personaggio di Shen Long (arci-noto maestro di arti marziali di Ryu) giocabile in Street Fighter II. EGM, come per la bufala precedente, altro non fece che creare degli screen ad arte in occasione di un pesce di aprile, dando vita ad una delle bufale più bastarde del pianeta Terra. Il perché è presto detto: benché Shen Long non fosse poi un’esperienza così fondamentale nell’economia del gioco, possiamo dare per certo che Street Fighter II fu (ed è) certamente il capitolo più popolare ed amato della serie, e l’idea di poter giocare con un combattente in più avrà di certo solleticato molti dei fan “most addicted”. La bastardità sta però nelle modalità con cui Shen Long sarebbe stato teoricamente ottenibile. Mito vuole, infatti, che onde sbloccarlo ci si sarebbe dovuti impegnare come dei veri e propri asceti delle arti marziali. Come? Semplicemente vincendo tutti i round con delle vittorie perfette e concludere il gioco con un pareggio contro Mr. Bison. Il pareggio, a sua volta, doveva essere ottenuto per time out, e quindi senza né subire né infliggere alcun danno. Una roba francamente impossibile che non ha impedito a molta gente di provarci lo stesso, anche dopo che la bufala fu definitivamente smentita dalla redazione di EMG.

Tenere in vita Aeris in Final Fantasy VII

bufale Ah! La morte di Aeris, uno dei peggiori momenti della nostra giovane infanzia insieme alla morte della mamma di Bambi. Sono pochi gli esseri umani sulla terra che non hanno avuto l’occasione di giocare a Final Fantasy VII, ed ancor meno quelli che non hanno imprecato alla morte della giovane Aeris. La fioraia di Midgar, rimasta nel cuore di tutti, viene infatti uccisa da Sephirot alla fine del primo disco, tant’è che certe guide consigliavano addirittura di non farla livellare perché, ovviamente, una volta morta non sarebbe servita più a nulla… gente senza cuore! Come che sia, cominci a circolare la bufala che Aeris potesse essere riportata in vita in qualche modo, e ciò anche grazie al fatto che il codice di Final Fantasy VII, per quanto bellissimo, fu rilasciato monco e incompleto per stessa ammissione di Square. Con questa scusa si giustificò ogni serie di bufala nefanda, tra cui la possibilità di arruolare lo stesso Sephirot o, perché no, Zack. Anyway la bufala più accreditata (perché si, ce ne era più di una su questo tema!) affermava che ottenendo una certa serie di oggetti era possibile riportare la ragazza in un luogo non meglio specificato. Tali oggetti, tutti ovviamente inesistenti, potevano essere ottenuti solo da una certa serie di quest, reperibili da alcuni personaggi in momenti precisissimi del gioco. Saltare anche solo un personaggio significava perdere ogni speranza o, peggio, dover ricominciare da capo! Inutile dire che, a causa di questa cazzata, moltissimi polli hanno inutilmente ricominciato da capo il gioco, nella speranza che quest, oggetti, e personaggi che ovviamente non esistevano… apparissero!

Catturare Mew in Pokémon Rosso & Blu

bufale Sono passati eoni dall’uscita dei primi poke-giochi, ed ormai lo sanno pure le pietre: la prima generazione di Pokémon era composta da 151 creaturine, di cui però solo 150 erano ottenibili nei celeberrimi giochi per GameBoy Color. Sebbene, infatti, il 150° Pokémon fosse MewTwo, ossia l’arcinoto mostriciattolo artificiale nato da esperimenti su Mew, proprio quest’ultimo – ossia Mew – non era catturabile, lasciando al giocatore il solo MewTwo che, per quanto potentissimo, aveva comunque un vago sapore di presa per il culo. Molti, infatti, non sopportavano quel buco nel Pokédex e la logica imponeva che da qualche parte, in qualche modo, Mew fosse catturabile. Il bello, poi, era che il Pokémon era effettivamente esistente sulla cartuccia, per cui i fan davvero si ammattirono nel tentativo di catturarlo. In questo clima di panico e paura, una bufala intervenne per salvare i numerosi pokemon master: Mew si trovava a Vermillion City, nascosto per qualche motivo sotto la S.S. Anne, la nave attraccata al porto della città. Del perché un pokémon leggendario dovesse nascondersi sotto (o dentro) una nave, è ancora oggetto di dibattito, fatto sta che tra una pippa su Misty e un meme sulla cecità di Brock, molti giocatori cominciarono ad escogitare un metodo per catturare Mew.

Pokémon_Rosso_screenshotLa bufala disse che, ottenendo una certa quest da un personaggio non meglio identificato (molti dissero che era un tizio rintracciabile nella Ghost Tower) si poteva ottenere l’accesso ad un livello segreto sotto (o presso) la nave. Lì si sarebbe potuto accedere solo con un Pokémon addestrato all’utilizzo delle abilità taglio, surf e forza con cui poi ci si sarebbe battuti contro Mew. Quest’ultimo, una volta sconfitto, si sarebbe potuto poi catturare solo con l’aiuto di una MasterBall e così si sarebbe completato il Pokedex. E così la bufala nacque e si espanse finché, un bel giorno, Nintendo annunciò che SI, MEW SI PUO’ CATTURARE… Ma solo partecipando ad un apposito evento per i fan organizzato da Nintendo. Presi dalla rabbia e dalla frustrazione, un gruppo di programmatori organizzo allora un codice per Gameshark, e così fanculando Nintendo e i suoi eventi del cavolo, il piccolo Mew si aggiunse al Pokédex… ed era pure scarso.

Giocare con Luigi in Super Mario 64

bufale Ok, questa è davvero celeberrima, soprattutto perché Super Mario 64 è stato un momento nell’evoluzione dei videogame così fondamentale che nel bene o nel male ne hanno sentito parlare tutti (e se non ci avete giocato che Dio vi perdoni). Anyway il punto è che essendo questo un gioco di Mario, ed essendo un gioco di Mario a dir poco FONDAMENTALE, ci si sarebbe tutti aspettati di poter in qualche modo giocare con Luigi. Ad alimentare la leggenda ci pensò la stessa Nintendo che piazzò all’interno del gioco, e per la precisione su di una targa di una statua posta in una fontana del castello, la scritta “L is real 2401”. I giocatori cominciarono lungamente ad interrogarsi sul senso di questo enigma, presupponendo che, data la presenza della lettera L (di Luigi), la soluzione portasse alla scoperta di un misterioso codice con cui sbloccare l’idraulico verde.

zZz8jy6Il numero di congetture, soluzioni, teorie che si montarono su “L is real 2401” fu tale, che l’allora redazione di IGN mise addirittura un premio in denaro a chi avesse scoperto la soluzione e l’avesse dimostrata. Inutile dire che nessuno ci riuscì, ed ancora oggi sono chiare due cose: la prima è che salvo non si “imbrogli” con l’uso di un PC Luigi non è un personaggio giocabile di Mario 64, la seconda è che la scritta sulla targa resterà ancora a lungo un mistero (Mistero che poi fu ripreso anche in The Legend of Zelda: Ocarina of Time!). Anyway diversi anni dopo, nel remake di Mario 64 per 3Ds, Luigi fu infine inserito.

Il Bigfoot di San Andreas

1308038233_image_5525Tutti conoscerete la leggenda del Bigfoot, la creatura scimmiesca che richiamando l’antico mito del sasqatch si aggirerebbe per i boschi americani. Quel che forse non sapete è che Bigfoot ha avuto, per un attimo, anche la sua bella popolarità videoludica. Il gioco è GTA: San Andreas, un titolo che di per sé era già assurdamente grande e che, in più, conteneva una nutrita sfilza di easter egg, molti dei quali anche a sfondo paranormale. Ebbene grazie ad una serie di screen (ovviamente fasulli) che cominciarono a girare sulle riviste dell’epoca e in rete, i fan di GTA iniziarono a credere che da qualche parte nel gioco fosse possibile ritrovare il Bigfoot. Le condizioni per reperirlo erano, ovviamente, fuori di testa e così proibitive da giustificare il fatto che nessuno ci riuscisse. La bufala, ad un certo punto, divenne così insistente che la stessa Rockstar dovette intervenire a smentire tutto sebbene, incredibile a dirsi, i giocatori continuavano a credere agli screen e non alla società. A memoria dell’idiozia umana e per ricordare al mondo dove possa arrivare la frustrazione umana, Rockstar ha poi inserito il Bigfoot in due sue diverse produzioni. La prima volta nel (bellissimo) DLC di Red Dead Redemption: Undead Nightmare. La seconda in GTA V dove il Bigfoot è effettivamente contenuto nel gioco liscio.

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Le mucche diaboliche

maxresdefault (1)Se siete giocatori con un minimo di peli sulla faccia conoscerete certamente questa bufala, tant’è che è proprio con essa che abbiamo deciso di chiudere questa rassegna. Si tratta dell’arcinota fandonia delle “Cow Level” di Diablo. La storia è questa: se avete giocato l’originale Diablo ricorderete come nei pressi del Regno di Khanduras fosse presente una mucca solitaria. Ma perché la mucca era lì? A che diamine serviva? Fondamentalmente a nulla, come da tradizione Blizzard che ha una autentica fascinazione per l’umorismo no-sense. Fatto sta che a quei tempi nessuno immaginava che si potesse ficcare qualcosa in un videogame senza dargli un senso, tant’è che un bel po’ di gente cominciò a fantasticare sulla natura di quella mucca. La teoria che più prese piede era che la mucca fosse un portale per un’altra dimensione. La chiave per accedervi sarebbe stata quella di cliccare sulla mucca con il mouse un certo numero di volte ma ovviamente, tutto quello che si otteneva era tanta rabbia e una prognosi di tunnel carpale. Blizzard ha lungamente preso per il culo i giocatori per la storia del Cow Level, tanto che non solo incluse suddetto livello in Diablo II, ma aggiunse anche un easter egg nel suo Warcraft III in cui cliccando sulle pecore un bel po’ di volte queste esplodevano. Il Cow Level è diventato così tanto sinonimo di “livello improbabile con animali uber incazzati” che è diventato per il genere una prassi e, a loro modo, molti gdr con grafica isometrica hanno avuto il loro Cow Level.

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