Se pensiamo alle periferiche e agli accessori più inutili mai apparsi nella storia dei videogiochi, la mente di tutti viaggia direttamente verso emblematici esempi del genere come il Power Glove di Nintendo, il TV Tuner per Game Gear o, per rimanere in tempi più recenti, l’inutile Kinect per X-Box. Ma noi di Stay Nerd siamo voluti andare più a fondo nella questione cercando quelle che in assoluto consideriamo le periferiche semi-sconosciute che meglio incarnano il connubio tra bizzarria e inutilità. Ecco quindi le nostre 7 periferiche assurde nella storia dei videogiochi che forse non conoscevate.

 

Sega Activator

Nel 1993 la Sega provò a portare la “realtà virtuale”, almeno per quel che riguarda l’aspetto “motorio” del concetto, all’interno dell’offerta ludica dell’allora console di punta, il Mega Drive. Il risultato, manco a dirlo, fu un vero flop. Il Sega Activator era un bizzarro accessorio ottagonale da porre sul pavimento che in teoria, e solo in teoria, tramite dei sensori ad infrarossi avrebbe dovuto riconoscere i movimenti del giocatore in modo che questi sostituissero gli input dei pulsanti del pad. La periferica andava continuamente calibrata e il lag e l’imprecisione  della stessa, permettevano solo di sudare sette camice muovendosi come un tarantolato in mezzo alla stanza, con risultati assolutamente disastrosi su schermo. Sarebbe stata una bella idea, almeno per quel che riguarda i picchiaduro, se fosse stata realizzata a dovere. La verità è che si rivelò solo 80 dollari buttati per quei pochi Nerd dell’epoca che ebbero il coraggio di acquistarla.

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Nintendo Power Pad

Questa piattaforma fu praticamente un’antesignana delle periferiche di ballo e più precisamente di quella filosofia di gioco “a tutto corpo” che poi la Nintendo ha provato a riproporre con il Wii, e di cui praticamente nessuno ricorda l’esistenza. Forse perché sostanzialmente supportando solo una manciata di titoli (11 di cui 6 SOLO per il mercato giapponese) risultava quindi per lo più inutile? Molto probabile… In ogni caso, prima, molto prima, di Wii Fit, c’erano Athletic World, Dance Aerobics, e un paio di altri titoli dedicati a discipline più o meno sportive. Considerando che parliamo di un dispositivo uscito per Nintendo 8 bit addirittura nel 1988, beh, lo possiamo sicuramente considerare piuttosto innovativo per l’epoca, e va sicuramente ricordato come il precursore di roba come Dance Dance Revolution, Kinect, e dei controlli di movimento delle ultime generazioni di console. Nota curiosa: i pro dell’epoca ci assicurano che come tutti gli altri esperimenti di questo tipo, anche Power Pad era lacunoso da alcuni punti di vista, infatti per giocare al meglio e fare i punteggi più alti era indicato mettersi praticamente a carponi e utilizzare le mani, distruggendo per sempre il concept per cui era stata pensata la periferica. Cheats d’altri tempi…

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Konami LaserScope

Idea stramba a dir poco, un’alternativa che nessuno aveva chiesto, ai giochi per NES in cui si spara con la Zapper (la famosa pistola inclusa nel box della console). Questo aggeggio, commercializzato nel 1990, veniva messo in testa, un mirino posto davanti all’occhio destro permetteva di inquadrare l’obiettivo del gioco di turno (tutti quelli compatibili con la pistola sopracitata, come Duck Hunt o Lavers Invasion, titolo sviluppato appositamente per lanciare la periferica) e il microfono in dotazione serviva per gridare “FUOCO!” e di conseguenza, sparare il colpo. Insomma, Konami e Nintendo unirono le forze per partorire questa “rivoluzionario” nuovo approccio ai laser shooter, che di fatto, ebbe un impatto sull’industria pari a 0. D’altro canto il genere a cui appartenevano questi titoli ebbe veramente poca fortuna nel mercato, figuriamoci poi cosa ci si poteva aspettare da un’ulteriore declinazione dello stesso attraverso un dispositivo giocattoloso e decisamente di scarso appeale come questo.

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MiniMoni. Shakka to Tambourine! Dapyon!

Va bé. Già il fatto che venne sviluppato un gioco musicale dedicato alle Minimoni, gruppo di giovanissime idol giapponesi in voga nei primi anni 2000, con le loro canzoncine smielose e le loro melodie da latte alle ginocchia, era un’idea che solo i giapponesi potevano legittimare. Ma fatto sta che nel 2002, Sega, compagnia piuttosto avvezza ai rhythm game, come dimostrò il celebre Samba de Amigo uscito solo un paio di anni prima, lo sfornò fieramente. Ora, se già era piuttosto particolare l’idea di Samba e delle sue Maracas, vi lascio solo immaginare il grado di stramberia, e concedetemelo, di poca virilità, che poteva scaturire da una sessione di gioco con MiniMoni. Shakka to Tambourine! Dapyon!, che veniva venduto niente meno che con un “tamburello controller”, da shakerare davanti allo schermo seguendo delle dinamiche che poco si discostavano dal titolo Sega sopracitato. Il pacchetto prevedeva anche un fantastico tappetino con dei sensori che facevano attenzione a come si muovono le braccia. Tutto studiato per costringervi ad eseguire perfettamente una performance musicale che davvero, non vorreste far vedere a nessuno.

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Nes Lockout

Ok, questa non è esattamente una periferica di gioco, ma come potevo non includerla nella lista? Probabilmente l’accessorio più odiato dai giovani videogiocatori in erba alla fine degli anni 80, il Nes Lockout altro non è che un lucchetto che serviva a bloccare l’inserimento delle cartucce nell’apposito slot della console, e che poteva essere rimosso solo con una combinazione. In pratica, serviva ai genitori per impedire ai giovani figlioli di farsi  gli occhi rossi davanti ai videogiochi. Mettiamo un attimo da parte il sadismo del genitore che, invece di sequestrare semplicemente la console in casi estremi di  “salvaguardia” del tempo della propria prole, si applica addirittura nel cercare un accessorio per far dannare il bimbo davanti ad una console inaccessibile in modo sistematico. Ma il fatto che il lucchetto in questione sembrasse addirittura ufficiale Nintendo, era una e vera propria infamata e tradimento da parte di una compagnia che dovrebbe spalleggiare i giocatori, non ostacolarli. Fortunatamente si scoprì in seguito che il Nes Lockout era tutt’altro che ufficiale, ma prodotto probabilmente da una compagnia bigotta e pure ladra di marchi, che non riuscì ad avere un’idea un po’ più intelligente per tirare su 4 soldi.

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The Atari Mindlink

Il titolo di cialtronata del secolo, spetta sicuramente all’Atari Minchdlink. Anno, 1983, la Atari cercò di convincere tutti di aver concepito un dispositivo con cui controllare i giochi delle sue console VCS 2600 e 7800 nientemeno che con… il pensiero. Già. Avete capito bene. Parliamo sostanzialmente di una fascia elastica per la testa con un sensore montato, che in teoria, più che “leggere la mente”, rilevava semplicemente i movimenti dei muscoli della fronte e delle sopracciglia. Questi movimenti venivano codificati in impulsi elettrici che venivano mandati direttamente ad un ricevitore collegato allo slot per il joystick della console. Il Mindlink soffriva di diversi difetti di produzione, non era preciso, il suo sviluppo era troppo costoso, e sostanzialmente, venne immediatamente abbandonato dalla casa madre a pochissima distanza dall’inizio della campagna pubblicitaria. Addio Atari Mindlink… non ci mancherai.

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Wii Cooking Kit

Di cacate di questo tipo per Wii ne abbiamo viste parecchie: pezzi di plastica da attaccare al Wiimote per “simulare” in qualche modo, l’oggetto che virtualmente muovevamo sullo schermo. Chiariamoci, roba per spillare quattrini a degli sprovveduti che sostanzialmente, non si rendono nemmeno conto di come lì stanno buttando inutilmente, non è mai mancata. Ma almeno in altri casi si parla di cose più “fighe” e accattivanti come che so… La spada di Link, lo scudo, la pistola di Resident Evil o un simil-volante per giocare a Mario Kart. Ma… Il kit per trasformare il vostro Wiimote in un forchettone, una padella o un coltello da cucina per giocare a Cooking Mama?? Sul serio? Andiamo che diamine! Quanto potrà mai essere epico immedesimarsi in una casalinga ai fornelli a tal punto di voler veramente impugnare con fierezza gli “strumenti del mestiere”? Non mi stupirei se gli acquirenti di questo Wii Cooking Kit si mettessero pure il grembiule da cucina prima di accendere la Wii. Quando pensi di averle viste tutte…

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Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!