C’è vita dopo George R. R. Martin?

Il finale della sesta stagione di Game of Thrones è ormai storia e, in queste settimane, molti di noi si sono ritrovati davanti ad un terribile interrogativo: “E adesso che cosa guardo?”. C’è chi ha optato per un sempreverde rewatch partendo dal primo episodio della prima stagione, chi ha pensato di recuperare serie televisive che, per vari motivi, si era perso lungo il cammino e chi non ha la più pallida idea di come farà ad attendere l’anno e mezzo che ci separa dalla settima stagione.

A qualunque delle tipologie succitate apparteniate, noi di Stay Nerd abbiamo pensato di stilare una breve lista composta dalle 7 serie tv che più si avvicinano a quelle che sono le caratteristiche di GoT, ovvero: sesso, violenza e complotti politici come se piovesse, conditi da un po’ di soprannaturale, tanto per non farsi mancare niente. Ovviamente le serie che troverete non hanno TUTTI gli elementi di GoT, ma diciamo che il “clima generale” è quello.

SPARTACUS

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Spartacus è una di quelle serie che iniziano col botto e si concludono in un mare di amarezza. Ideata da Steven S. DeKnight, la storia ruota attorno alle vicende del guerriero trace Spartacus, tradito da Gaio Claudio Glabro (Craig Parker), venduto come schiavo e costretto a combattere per la scuola gladiatoria di Quinto Lentulo Batiato (John Hannah) e della moglie Xen-ehm, Lucrezia (Lucy Lawless).

Tutto ciò fino a quando non decide di opporsi al crudele giogo dei patrizi romani e dei loro capricci, istituendo una vera e propria ribellione, mossa per lo più da schiavi – gladiatori, liberti, servi, etc. – che avrebbe fatto impallidire William Wallace in persona e che rischiò di mettere in ginocchio l’intero Impero.

In tutto sono state realizzate tre stagioni principali e un prequel, Gli Dei dell’Arena, incentrato sulle vicende di Gannicus (Dustin Clare), il Campione della scuola gladiatoria di Batiato, e sull’ascesa al potere di quest’ultimo. Se cercate sangue, sesso ed intrighi politici, l’intera serie fa per voi, in particolar modo la prima stagione ed il prequel. Ma se mi concedete una critica, la serie perde di mordente nella seconda e terza stagione, anche se forse non sono mai riuscito ad abituarmi a McIntyre nel ruolo di Spartacus, magistralmente interpretato nella prima stagione dal compianto Whitfield.

ROMA

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In Roma abbiamo tutti gli elementi tipici delle serie targate HBO: violenza, sangue, sesso, intrighi politici e un pizzico di storia, ma senza esagerare, che poi fa male alla salute.

Tra le più costose di sempre, tanto che si contano solo due stagioni rispettivamente da 12 e 10 episodi, la serie è ambientata nella Roma dei tempi del crollo della Repubblica e dalla presa di potere di Caio Giulio Cesare (Ciaran Hinds). Le vicende narrate, oltre a ruotare attorno alla stessa famiglia del console, vedono l’ascesa di Marco Antonio (James Purefoy) e gli anni della gioventù di Ottaviano Augusto (Max Pirkis prima dei 20 anni e Simon Woods dopo), intersecarsi con le vite di due comuni soldati, il ligio e severo Centurione Lucio Voreno (Kevin McKidd) e lo scapestrato Tito Pullo (Ray Stevenson).

Non vi aspettate un documentario di History Channel, perché ovviamente gran parte della trama è frutto della fantasia degli autori, ma il “fattore vietato ai minori” è alto al punto tale da aver costretto la produzione a girare delle scene esclusive per la televisione italiana, da sostituire a quelle originali considerate troppo spinte o crude. Tranquilli, comunque, la versione originale è stata doppiata e messa in commercio regolarmente, quindi potete appagare la vostra voglia di viuleeenz e volgarità. D’altra parte, i romani non erano di certo campioni di castità e pudicizia, la HBO si è solo limitata a “riportare i fatti”; è per questo che le vogliamo bene e abbiamo inserito Roma in questo articolo.

VIKINGS

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Se ci seguite, sapete perfettamente che buona parte dello staff di Stay Nerd è legato alla serie Vikings. E come potrebbe essere altrimenti?!

In Vikings seguiamo la scalata al potere di Ragnarr Lothbrok (Travis Fimmel), che da umile contadino, riesce a divenire Re della Danimarca. Ad accompagnarlo troviamo il fratello Rollo (Clive Standen), la moglie Lagertha (Katheryn Winnick) – prima moglie a dirla tutta – e il bizzarro Floki (Gustav Skarsgard), un costruttore di navi.

Nell’approcciarvi a questa serie, scordatevi a priori le tonnellate di sangue, la violenza e il sesso presenti in GoT o nei titoli precedentemente citati. Lo stile adottato da Michael Hirst, creatore e ideatore dell’intera serie, è più sottile. Ovviamente parliamo di vichinghi, quindi un minimo di ferocia è d’obbligo, ma ogni combattimento e spargimento di sangue ha come fine quello di raccontare agli spettatori l’ascesa al potere non solo di Ragnarr ma di un intero popolo. Non troverete il classico vichingo con l’elmo cornuto che si esprime grugnendo e ringhiando, però. L’ambizione, la sete di conoscenza e la voglia di cambiamento che caratterizzano Ragnarr lo rendono uno dei protagonisti più carismatici che, sinceramente, io abbia mai visto in una serie televisiva. È un leader nato, capace di incutere più rispetto che timore, anche e soprattutto nel cuore dei rivali. Vikings è una serie composta da quattro stagioni, l’ultima è andata in onda proprio quest’anno e, visto il caldo torrido, una bella gita – almeno virtuale – nelle fresche lande vichinghe, non potrà che farvi bene allo spirito!

MARCO POLO

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Già immagino qualcuno storcere il naso davanti alla presenza di Marco Polo in questa lista, e a costoro dico due cose: 1) Avete visto tutta la prima stagione, o vi siete fermati al pilot? 2) Ci sono altri 6 titoli in questa lista, passate oltre e volemose bene.

La serie, suddivisa in due stagioni, è approdata su Netflix nel 2014 e si focalizza, naturalmente, sulle vicende dello storico mercante ed esploratore italiano che percorse la Via della Seta insieme al padre e allo zio. Gli stessi che decidono di lasciarlo come ostaggio presso il grande e potente impero mongolo, guidato da Kublai Khan – stando a quanto riportato nella serie, eh – al fine di poter percorrere la stessa Via della Seta.

Certo, non sarà il trionfo dell’accuratezza storica, ma alla fin fine si tratta di un prodotto d’intrattenimento, ed il prodotto televisivo di John Fusco riesce ad eseguire il proprio compito in maniera perfetta. L’immersione graduale del giovane Marco Polo (Lorenzo Richelmy) all’interno della corte di Kublai Khan (Benedict Wong), gli intrighi, le macchinazioni politiche e le lotte intestine attuate dallo stesso al fine di mantenere ed espandere il proprio potere, non vi faranno stare con l’ansia da “Oddio e adesso cosa succederà?!”, ma contribuiranno a farvi venire voglia di proseguire nella visione della serie.

I BORGIA

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Partiamo con un minimo di chiarezza: la serie I Borgia (The Borgias) che ho inserito in questa lista, è quella prodotta nel 2011 con Jeremy Irons nei panni di Rodrigo Borgia. Non confondiamola, quindi, con l’omonima serie, di produzione franco-tedesca ed uscita nel medesimo anno, che, a mio avviso, oltre a mancare di ritmo (la noia, quella vera) non può neanche contare sulla bravura dell’attore britannico. Ammettiamolo.

Come potrete facilmente immaginare dal titolo, le vicende narrate ruotano attorno alla celebre famiglia spagnola che, tra complotti, omicidi, avvelenamenti e incesti, si è riuscita a ritagliare un posto nella storia. Ideata da Neil Jordan e suddivisa in tre stagioni, la serie ha una particolarità: il finale è racchiuso in un libro, scritto dallo stesso Jordan, intitolato The Borgias Apocalypse: The Screenplay che, come potete intuire, è la sceneggiatura dell’episodio di due ore che avrebbe dovuto chiudere l’intera serie, ma che non venne mai girato per problemi di budget.

Se siete tra i sostenitori dei Lannister e, soprattutto, vi rispecchiate o amate alla follia il personaggio di Cersei, questa serie fa sicuramente per voi. Vedendola assisterete al trionfo delle macchinazioni politiche, con l’aggiunta di varie scene di sesso sfrenato e un pizzico di brutalità sanguinolenta che non guasta mai, il tutto inserito in uno scenario tipicamente rinascimentale che, per la gioia dei costumisti, vede i protagonisti indossare dei veri e propri capolavori della moda dell’epoca.

BLACK SAILS

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Black Sails è un’altra serie alla quale Stay Nerd è particolarmente affezionato. Ammettiamolo: se state leggendo questo articolo, l’alchimia di sesso, sangue e brutale violenza di Game of Thrones piace anche a voi, e di conseguenza apprezzerete (quasi) matematicamente anche Black Sails.

La serie, suddivisa in tre stagioni e ideata da Jonathan E. Steinberg e Robert Levine, si focalizza sulla brutale carriera del Capitano pirata James Flint e ha l’ambizione di fungere da prequel al capolavoro letterario di Stevenson, l’Isola del Tesoro. Una precisazione prima di proseguire: si tratta di uno show incentrato sui pirati, ma rimuovete dalla mente le follie di Jack Sparrow e la sua ciurma, qui si parla di pirati “storicamente accurati” che passano le loro giornate ad abbordare navi, ammazzare equipaggi e “ispirarsi ai ricci” (con un po’ d’immaginazione arrivate all’allusione) spesso e volentieri.

A tutto ciò aggiungete una componente che, personalmente, mi ha affascinato veramente molto: l’ambientazione. Le opportunità scenografiche offerte da una location come Cape Town fanno passare quelle baracconate da “green screen”, utili, certo, ma niente potrà mai essere reale quanto la realtà stessa. Prima che iniziate ad urlare “ERETICO! AL ROGO! BRUCIAMOLO! DIO LO VUOLE!” sappiate che, vedendo gli scenari di Black Sails, ho avuto più volte la sensazione di essere fisicamente in quelle terre, sentire quei profumi e quegli odori, percepire sulla pelle quel tiepido calore (non l’afa torrida che percepisco in questo momento) misto ad un lieve brezza estiva, offerti dalla scena e, perdonatemi, ma queste son cose che nessun green screen sarà mai in grado di dare.

I TUDOR

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I Tudor è una serie che ho veramente amato in passato. L’Enrico VIII (“chi più re di me, Enrico VIII il re dei re! Terza strofa tale e quale alla seconda”, ah, il grande Patrick Swayze ci manca veramente molto) interpretato da Jonathan Rhys-Meyers è veramente perfetto, a mio avviso. Il Re (dei re… Scusate, ma è più forte di me) era celebre per passare da pacati momenti di calma a scatti d’ira improvvisi e interpretare un ruolo del genere, senza essere degli attori con le palle, rischia di far passare il personaggio per una macchietta.

La ricerca ossessiva da parte di Enrico VIII di un erede maschio cui lasciare il trono è il fulcro delle prime stagioni di The Tudors, tanto che il Re cambierà diverse mogli nel corso degli episodi. L’unica che realmente toccò le giuste corde, e riuscì anche ad ammansire il carattere iracondo del sovrano, fu Jane Seymours (Annabelle Wallis), che contribuirà, senza fare spoiler vari, a far sentire il suo peso per tutto il resto della serie. Una caratteristica dello show, che personalmente riesce a colpire “right in the feels” è l’eterna amicizia tra il sovrano e Charles Brandon (Harry Cavill) che, pur non condividendone sempre le scelte, riesce a restargli accanto fino agli ultimi momenti della sua vita, a dimostrazione del fatto che l’amicizia è spesso molto più potente dell’amore.

Se non siete del tutto convinti sul guardare o meno questa serie (e qui mi rivolgo a una fetta ben precisa di voi), sappiate che Anna Bolena è interpretata da Natalie Dormer e che spesso la vedrete priva dei (pur magnifici) costumi di scena. Scusate se è poco.

E tanti saluti all’Estate

Siamo giunti alla conclusione della nostra lista. Sia chiaro che queste sono solo ALCUNE delle serie che più possono richiamare alla mente il clima respirato a Westeros, ma sono quelle che più mi hanno colpito e che rivedo sempre volentieri. Non mi resta che augurarvi una buona visione!

Federico Barcella
Romano di nascita, nerd per passione, amante di Final Fantasy, di Batman e dei Cavalieri dello Zodiaco. Parla poco ma ascolta e osserva molto, sente un’affinità smodata con i lupi e spera di rincarnarsi in uno di loro. Cede spesso alle tentazioni della rabbia con picchi che creano terremoti in Cina per l’Effetto Farfalla e odia la piega che sta prendendo l’Universo-Videoludico negli ultimi anni.