La violenza al servizio dell’ordine, teorico.

Sei un prescelto. Un prescelto per divenire un Absolver, ovvero il protettore di Adal, o meglio ciò che ne rimane. In quanto prescelto dovrai superare delle prove, ovvero sconfiggere i marchiati dei signori del combattimento, nemici dell’ordine. Ma non sarai solo in queste prove, altri prescelti popoleranno il mondo attorno a te, controllati da altri giocatori!

Questa è in soldoni la trama di Absolver, non molto altro viene spiegato nel gioco, anche perché lo scambio di battute o dialoghi è praticamente assente all’interno dello sforzo videoludico di Sloclap e Devolver Digital. Ma d’altronde per un titolo che si annuncia come Online Melee Action, forse tutta questa trama non ce la dobbiamo neanche aspettare, o no?

Menare le mani, più difficile a farsi che a dirsi

Partiamo subito forte e andiamo al punto focale, il picchiaduro. Le botte. La violenza. Quella per cui non si può non comprare Absolver. I combattimenti che andiamo ad affrontare sono ben studiati a livello teorico, dato che il parco mosse è davvero notevole, e la possibilità di apprendere nuove manovre, pose e colpi solamente parandoli è davvero un’ottima idea. Questo ci dà la sensazione di avere tra le mani un marzialista astuto ma in erba che sfrutta le tecniche altrui a lui ancora sconosciute per migliorarsi. Purtroppo per apprenderle dobbiamo prima bloccare questi colpi, cosa assai difficile, soprattutto nei combattimenti più caotici, anche complice il fatto che non basterà premere il tasto per bloccare, ma bisognerà in alcuni casi indirizzare la nostra parata consequenziale, e per fare questo ci vorrà una buona dose di memoria, ore di gioco, e anche un po’ di fortuna.

Le mosse che sferriamo ai malcapitati potranno concatenarsi e non ci vorranno chissà quanti colpi per sconfiggere gli sgherri classici che popolano Adal, mentre i Marchiati saranno dei veri e propri ossi duri da abbattere, fieri combattenti pronti a metterci al tappeto. L’enorme parco mosse però è gestito molto male, dato che in teoria la nostra serie di colpi e la sua varietà si protrae in base alla nostra posizione e alla pressione in cui indirizziamo la levetta analogica (scordatevi di giocarci senza joypad) mentre colpiamo. Una teoria molto complessa, quasi difficile da spiegare a parole, che in gioco si concretizza in una difficoltosa e frustrante serie di tentativi per capire come utilizzare tutte le mosse a nostra disposizione, non comprendendola appieno nemmeno dopo qualche oretta di gioco. Anche perché scopriremo che i nemici saranno facilmente debellabili senza chissà quale abilità nelle parate e nella concatenazione variegata di colpi, ben allontanandosi e sferrandone di potenti, o semplicemente tartassando l’avversario di botte, fino a quando non cade a terra sfinito.

Un’ambientazione interessante, ma sprecata e un po’ frustrante

L’Impero di Adal è ben caratterizzato e dai deliziosi color pastello con un apprezzabile stile che ricorda un dipinto giapponese del medioevo. I personaggi che vi si muovono hanno un look che si confà al mondo di gioco, con vestiti, armi, movenze e aspetto in linea generale molto gradevole, se tale stile nipponico vi aggrada. La nostra avventura, sia online che offline (ma giocare il gioco offline è veramente inutile), si articola in un grande mondo aperto, dove dovremo vagare per trovare i marchiati. Non viaggiare, vagare. Ebbene sì, la mancanza della mappa e di qualsivoglia senso dell’orientamento, segnale o anche solo punto di riferimento, finirà per farci gironzoalre, massacrando sgherri inermi fino a quando non troveremo un marchiato non ancora sconfitto. Questo può portare a lunghe camminate noiose o frustranti momenti di “ma di qui ci sono già passato”. Inoltre per quanto la visuale in terza persona ci permetta di assaporare il corpo a corpo e il paesaggio al meglio, a volte ha dimostrato una grave pecca, ovvero la telecamera va in conflitto con degli elementi scenici, finendo per non mostrarci cosa succedeva al nostro personaggio.

Il Nostro Prescelto

Absolver prevede che si possa “personalizzare” il proprio personaggio, anche se più che di personalizzazione possiamo parlare di… Scelta dei colori. Il nostro viso sarà sempre coperto da una maschera, la fisicità non può essere variata e la postura verrà data dallo stile di combattimento. Cosa ci rimane quindi? Il colore dei capelli e l’acconciatura, e il colore della pelle. Non un granché. Il nostro prescelto avanzerà di livello man mano che sconfigge i nemici, anche piuttosto velocemente, scelta azzeccata dato che i Marchiati sono una sfida piuttosto dura. Salendo, sbloccheremo la possibilità di aumentare una delle nostre statistiche (piuttosto classiche, ed equiparabili a quelle di un classico GDR), le quali si ripercuotono naturalmente sulla nostra efficacia in combattimento. Perplime però che non sia specificato nel parco mosse quali di esse siano base della statistica forza e quali della destrezza. Nel dubbio, premiare la stamina con una crescita costante si rivelerà un’ottima strategia, poiché picchiare instancabilmente l’avversario è la giusta mossa nella stragrande maggioranza dei casi. Il nostro prescelto avrà nei livelli più avanzati anche l’accesso a due tipi di arma, la spada e i guanti armati, con i relativi stili di combattimento, che sono afflitti dagli stessi problemi dei colpi a mani nude.
Il nostro potenziale Absolver avrà inoltre due slot liberi da utilizzare in cambio di un teorico “mana” non mostrato sullo schermo. Questa energia verrà ricaricata e accumulata ogni volta che combattiamo. Partiremo con un’abilità in grado di curarci gradualmente per un tot di tempo (cura che aumenta se infliggiamo danni ai nemici, ma si arresta se veniamo colpiti), salvo poi aggiungerne altre man mano che sconfiggiamo i Marchiati, ognuno dei quali sbloccherà un’abilità unica.

Il Comparto Online e il PVP

Arriviamo all’altro importante tassello di Absolver: gli altri giocatori. Scorrazzeranno con noi insieme nella nostra mappa, e sarà possibile comunicare con loro solamente con una decina di gesti. Inoltre solo due interazioni saranno possibili: sfidarli o provare a collaborare. Collaborare significa semplicemente girare assieme e pestarsi per sbaglio a vicenda, mentre si cerca di colpire un nemico, finendo spesso per iniziare sanguinose faide. L’ “Enemy Lock” ha infatti qualche pecca e va spesso in contrasto con quanto fanno i nostri momentanei compagni, provando a pestare un bersaglio in due infatti finiremo probabilmente per colpire le spalle del povero diavolo che cerca di aiutarci, o viceversa saremo colpiti noi da dietro, rei di essere arrivati sulla vittima per primi.

Il PVP può avvenire in due modi: o per caso, mentre si gira, o in una vera e propria sfida in una specie di “stanza dello spazio e del tempo” di Dragonballiana memoria, match alla meglio dei 3. Anche contro la mentalità umana che controlla il nostro avversario, spesso menare come se non ci fosse domani si rivelerà una buona scelta, data la complessità della parata. Inoltre è facile finire a fare a botte “per strada” mentre si cerca di proseguire nella pseudo-storia, dato che si potrebbe colpire per sbaglio qualcuno, o più semplicemente tu, o l’altro, potreste pensare che sia divertente picchiare un tizio a caso. Nota positiva? Sconfiggere i player avversari dà un sacco di punti esperienza. Anche se questi sono stanchi, con poca vita e hanno appena finito un combattimento. Randellare uno alle spalle è quindi incredibilmente utile. A quanto pare non c’è molto spazio per l’onore ad Adal.

absolver recensione

Verdetto:

Absolver ha diversi pregi, che di contro diventano le sue peggiori pecche. Ha un sistema di mosse molto vasto, interessante e con spunti palesemente reali, con il problema di essere difficilissimo da gestire e fin troppo macchinoso. Ha una ambientazione studiata, degli ottimi paesaggi, ma per niente sfruttata e che finisce rilegata ad inutile sfondo. I nostri personaggi, nonostante siano circondati da un iniziale alone di mistero, ben presto si rivelano null’altro che gusci vuoti senza personalità.
Un titolo che farà breccia solo negli amanti dei picchiaduro più puri e tecnici, ma sicuramente,non per tutti.