Due mondi che collidono

Pur con qualche remora sull’ultimo capitolo della saga, Hollow Realization, i fan della serie Sword Art Online hanno apprezzato le trasposizioni videoludiche di questa fortunata light novel di Reki Kawahara. Dal canto suo Bandai Namco non sembra intenzionata a smettere di portare avanti un filone che, pur con qualche critica, ha dimostrato di essere redditizio e di generare prodotti capaci di convincere anche alcuni videogiocatori tra i fan più scatenati della serie.

Dopo nemmeno un anno dall’uscita dell’ultimo capitolo, Bandai ne propone uno nuovo, presentandoci però qualche piccola variazione sul tema, mostrandoci un crossover con un’altra light novel dello stesso autore: Accel World.

Ed eccoci così di fronte ad Accel World Vs. Sword Art Online che, contrariamente al nome, non vedrà i due mondi scontrarsi in un’epica battaglia per la sopravvivenza.

Accel World vs Sword Art Online si propone come un seguito diretto delle vicende di Lost Song (già disponibile su PS4 e PS Vita), cancellando di fatto dal canon quanto accaduto nel precedente capitolo Hollow Realization.

La pace regna nel mondo digitale di Svartalfheim , dopo che Kirito e Asuna lo hanno salvato nel gioco precedente. La vita dello Spadaccino Nero e della sua famiglia virtuale però non è destinata ad essere tranquilla a lungo.
Dopo un misterioso annuncio di manutenzione straordinaria, che invita tutti i giocatori a scollegarsi dal server, Yui, la piccola intelligenza artificiale “adottata” da Kirito e Asuna, sparisce.

Non ci vuole molto per venire a sapere che a rapirla è stata la misteriosa Persona Vabel, intenzionata a invadere il mondo di ALO e a distruggerne le fate. Come prima fase del suo piano malvagio, Vabel rinchiude Yui in una torre, sigillandola all’interno. Kirito e Asuna si lanciano nel salvataggio, ma la struttura sembra inespugnabile e nel frattempo un misterioso essere robotico sbarra il passo ai nostri: si tratta di Kuroyukihime, il Re Nero di Accel World.

Per la logica tipica di questo genere di situazioni, scatta il classico “prima ci picchiamo e poi cerchiamo di chiarire la questione”. Dopo un breve scontro, si viene a conoscenza di un fenomeno chiamato Erosione, che altera l’ambientazione di ALO, fondendola con il Brain Burst, un gioco virtuale del futuro. Per salvare Yui e sventare i piani di Persona Vabel, ripristinando l’ordine naturale dei mondi, i gruppi di Kirito e di Kuroyukihime dovranno unire le forze.

Sin dalla trama appare evidente una discriminante fondamentale per l’apprezzamento di questo titolo: se non siete fan delle opere di Kawahara difficilmente potrete godervi il gioco, indirizzato esclusivamente a giocatori che abbiano già avuto modo di mettere le mani sui capitoli precedenti, leggendo le light novel e guardando l’anime.

Se l’intreccio proposto (della durata di circa trenta ore) permetterà ai fan di mantenere vivo l’interesse verso la trama senza problemi, maggiori difficoltà avranno, chiaramente, coloro che non sono appassionati di SOA e AW. Oltre al fatto che, probabilmente, saranno costretti a mettere in pausa il gioco, fermare i dialoghi e consultare costantemente una pagina di Wikipedia dedicata alle opere in questione.
Insomma, gli sbadigli sono dietro l’angolo. Aspetto ampiamente prevedibile, dopotutto, ma che presenta un’ulteriore difetto che potrebbe penalizzarne l’apprezzamento anche per i fan di Sword Art Online. Accel World non può vantare la diffusione e la notorietà di SOA, specie sul mercato occidentale. Perciò il gioco risulta alla portata esclusiva dei fan hardcore di Kawahara. In caso contrario provate pure, ma è probabile che al terzo “e questo chi è?” avrete già deciso di passare oltre.

Il gioco si presenta come un JRPG senza però mostrare il classico schema di combattimento a turni. Abbiamo dunque la possibilità di esplorare liberamente la mappa delle varie aree di gioco e da esse accedere ai dungeon presenti, prendendo il controllo di Kirito ed alternandolo agli altri personaggi delle due saghe, di cui due resteranno costantemente sullo schermo: uno verrà controllato dalla CPU, l’altro dal giocatore. In qualsiasi momento sarà possibile scambiare il personaggio controllato dall’utente, spostando l’attenzione e la telecamera dall’uno all’altro. La cosa che abbiamo notato già dopo il breve tutorial è la netta differenza che corre tra i personaggi di AW e SAO. I primi sono specializzati nel combattimento a terra, i secondi in quello aereo.

Proprio su questo aspetto è bene concentrare un momento la nostra attenzione. Il titolo mostra un gameplay similie a quanto visto nel suo predecessore Lost Song. Ci sono richiami evidenti al genere dei MMORPG quindi, tanto per il movimento che per gli attacchi, ed esattamente come nel precedente capitolo canonico della saga sono presenti le meccaniche di volo. Pur mantenendosi divertenti ed essendo sempre un modo assai intrigante di completare l’esplorazione della mappa di gioco, permangono alcuni difetti per quanto riguarda il loro sistema.

Artdink non ha toccato niente nelle fasi di volo, che di conseguenza restano accessibili per un giocatore esperto della serie videoludica, ma diventano estremamente frustranti per i neofiti alle prese con l’avventura. I controlli non sono immediati, l’agganciamento dei nemici fa spesso cilecca e, per giunta, la telecamera sembra avere una propria volontà in queste fasi, costringendo costantemente il giocatore a premere i tasti del pad per resettarla.

Come le dinamiche di volo, anche il combat sistyem non ha subito grandi variazioni, basandosi sempre sulla diversa combinazione di attacchi leggeri e pesanti da alternare alle parate (eseguibili tramite una combinazione di tasti: non il massimo nei momenti concitati della battaglia, portandovi quasi a dimenticare questa opzione) e alla schivate.

Ogni personaggio ha a disposizione una certo numero di skill uniche. Il giocatore potrà selezionarla attraverso delle “scorciatoie” personalizzabili, che saliranno di livello in base al loro utilizzo. Insomma, l’uso si affina con l’abitudine, anche nel mondo digitale.

Accel World vs Sword Art Online ripropone pure la meccanica dello Switch, parte integrante del brand anche nell’anime e nelle light novel. Dopo aver riempito una barra posta in alto a destra dello schermo, i giocatori potranno premere una combinazione di tasti che attiverà questa abilità, scambiando i due personaggi schierati in battaglia. A questo seguirà un potente attacco stordente che ci darà la possibilità di colpire l’avversario per aumentare il numero della combo e i danni inflitti.

Un netto miglioramento si è avuto con le meccaniche legate alle magie: il titolo consente ora di lanciarle anche nel caos della battaglia. Di conseguenza l’uso sarà più semplice e la riuscita migliore, ma è bene ricordare che esse sono limitate esclusivamente ai personaggio di SAO.

Un’ultima menzione, per quanto riguarda il gameplay, va dedicata al comparto online. La modalità multiplayer sembra essere una delle caratteristiche migliori del gioco. Consentirà ai giocatori di partecipare a missioni e raid di varia difficoltà, in compagnia di quelli provenienti dal Nord America e dall’Europa, fino a un massimo di otto persone. Considerata una certa ripetitività dei dungeon presenti, il consiglio è quello di far salire in fretta il livello del proprio personaggio per prendere parte a qualche raid online.

Una delle pecche maggiori di AW Vs. SAO è data dall’intero comparto grafico. Come accennato, in alcuni frangenti come il volo, le meccaniche di movimento non sono il massimo, rendendo difficile comandare l’avatar del personaggio e costringendo il giocatore a reprimere il forte impulso di spaccare il pad.

L’intera grafica del gioco inoltre, forse condizionata dal volersi mantenere in linea con i capitoli precedenti, non sembra nemmeno uscita dall’attuale generazione videoludica. Accompagnato da parecchi cali di framerate, vi sono momenti in cui il titolo sembrerebbe più adatto a una PlayStation2.

Verdetto:

Accel World Vs Sword Art Online non colpisce, e spesso delude e annoia. Se non siete fan delle opere di Kawahara (di entrambe le opere di Kawahara, per essere precisi), difficilmente riuscirete a godervi una trama che sembra andare avanti a forza di riferimenti e citazioni alle controparti animate e cartacee. Il gioco presenta alcuni piccoli miglioramenti nel gameplay e nelle meccaniche, mantenendo per contro saldamente difetti di altri titoli del franchise. Oltre a questo riscrive pesantemente l’intera storia del canon videoludico, cosa che probabilmente non sarà per niente apprezzata dai alcuni fan della saga. In conclusione, ci sentiamo di consigliare questo titolo esclusivamente ai fan più accaniti di Accel World e Sword Art Online, suggerendo agli altri appassionati di JRPG di cercare altrove per il proprio intrattenimento videoludico.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.