Amore e baracche

Le commedie romantiche sono quei film che in fondo, nel bene o nel male, vanno sempre bene. Perché sono leggeri, spesso brillanti nella scrittura, e vanno a toccare le corde dell’amore, il sentimento più universale che c’è. I personaggi sono felici, soffrono, litigano, ma in fondo si amano tantissimo e questo lascia qualche spiraglio di speranza nelle vite degli spettatori, perché una bella storia che finisce bene ci fa dimenticare le brutture della realtà, facendoci credere che qualcosa di meglio è possibile. No, perché la vita non è un film, ma ci speriamo.

Emily (Diane Keaton) è una donna in età avanzata, vedova di un uomo ricco che l’ha lasciata con più debiti che beni. Vive nella sua bella casa, ha le sue fastidiose (false) amiche borghesi dalla mentalità tanto retrograda quanto odiosa e lavora come volontaria, perché così sta bene nel suo ambiente. Di fronte casa sua c’è un parco, nel quale c’è una baracca. All’interno vive Donald (Brendan Gleeson), un uomo che ha deciso di stare ai margini della società, che lo considera un senzatetto. Lui invece un tetto ce l’ha, se l’è costruito da solo, semplicemente rifiuta di adattarsi alle convenzioni sociali. Un giorno, mentre Emily guarda con il suo binocolo fuori dalla finestra della mansarda, vede l’uomo aggredito. Chiama la polizia e il giorno successivo, incuriosita, va a cercarlo. Tra i due nascerà chiaramente una storia d’amore, che come molte di esse ha come caratteristica peculiare l’inconciliabilità tra gli stili di vita dei due partner, e che sempre come molte tante la risolve facilmente, perché amor vincit omnia. L’altro nodo del racconto sono gli avvisi di sfratto a Donald, data l’abusività della sua capanna e soprattutto dato l’intento della società proprietaria del parco di costruire un residence su quel terreno.

appuntamento al parco recensione

Insomma, i canoni della commedia romantica ci sono tutti, e il film risulta piacevole, non annoiando mai e facendoci incuriosire sulla storia d’amore di questi due personaggi agli antipodi, che si incontrano ad un livello più profondo rispetto al solo status sociale. Ci sono le battute, ci sono i momenti di rottura, c’è un’apparente mancanza di capacità di comunicare che però, in fondo, è semplicemente poca conoscenza dell’altro e viene superata con facilità, sempre perché l’amore vince su tutto. E così deve essere, perché l’intento di questo tipo di commedie non è una profonda riflessione sull’amore e sul sentimento, ma solo il far intenerire, e sperare, lo spettatore.

La storia è estremamente dolce, così come i personaggi, ottimamente interpretati dalla Keaton e Gleeson: Emily rivela una delicatezza e una leggerezza impossibili per le sue amiche, sembra fluttuare per le vie di Hampsted lasciando neonati fiori dietro di lei. Donald è chiuso al mondo, non vuole contatti con l’esterno, ma già dal primo incontro con Emily sembra essere trafitto da qualcosa in grado di squarciare la sua armatura, aprendosi lentamente, con l’avanzare dei minuti, ad un sentimento che evidentemente aveva dimenticato e che non credeva di poter ancora provare. Non si tratta di due personaggi opposti solo sotto il profilo dello stile di vita, ma anche dell’approccio alla sfera più intima di se stessi, lei in grado di accettare per poi dar sfogo alla sua interiorità, lui bloccato, intento a non far entrare nessuno.
Sono personaggi con traumi passati, che però vengono solo accennati, mantenendo il film leggero, senza negare il peso del passato nella situazione psicologica attuale dei protagonisti, che guadagnano così spessore e mostrano come le esperienze pregresse possano essere interiorizzate e somatizzate, e quindi plasmarci in modi diametralmente opposti.

Il risultato è quindi quello di una commedia leggera, ironica ma non troppo, che intrattiene lo spettatore senza mai cedere ritmo, mentre riesce a portare sullo schermo dei personaggi interessanti e abbastanza credibili, nonostante l’eccessiva prossimità ad uno stereotipo abusato nel caso di Emily (la donna ricca che però non sta tanto bene nel suo ambiente perché è un cuore puro), che ha come contraltare un personaggio più fresco.

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Verdetto:

Appuntamento al parco è un film piacevole, che consiglieremmo a cuor leggero a chiunque apprezzi il genere o voglia semplicemente passare una serata tranquilla al cinema. Non rivoluziona nulla, non ha particolari caratteristiche che lo fanno brillare all’interno del panorama cinematografico, ma sicuramente vale i soldi del biglietto.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.