Il possente Mjolnir

Quando pensiamo agli eroi creati dalla Marvel pensiamo anche a un certo numero di armi iconiche. Lo scudo di Captain America, gli artigli di Wolverine, la tela dell’Uomo Ragno e, ovviamente, il martello di Thor: il possente Mjolnir.

L’arma è ispirata a quella posseduta da Thor nei miti nordici (Mjöllnir, letteralmente “Il frantumatore), ed è stata il simbolo del dio del tuono lungo tutta la sua storia editoriale, iniziata nel numero 83 di Journey into Mistery, dove per la prima volta il fragile dottor Blake Donaldson ritrova un bastone che, se battuto sul terreno, è in grado di mutarlo nella potente divinità norrena, rivelando il suo vero aspetto, quello del grande maglio che nelle saghe il dio utilizzava per abbattere i giganti.

Le storie di come il martello sarebbe stato creato sono tuttavia due.
La versione di Odino lo vede chiedere ai nani Eitri, Brokk e Buri di forgiargli un’arma di potenza tale da potersi confrontare contro i giganti di ghiaccio, comandati da Laufey. I nani lavorarono l’Uru, il magico metallo proveniente dal loro mondo, Nidavellir, nel cuore di una stella morente. Tale fu lo sforzo per creare quest’arma che la stella collassò e l’onda d’urto, investendo la Terra, avrebbe causato l’estinzione dei dinosauri.

L’altra versione, narrata da Loki in qualità di spettatore della vicenda, vede sempre i nani intenti a creare l’arma, destinata ad essere un dono per Thor il giorno del suo ottavo compleanno. Il dio degli Inganni, geloso del dono, avrebbe iniziato a tormentare i fabbri trasformandosi in un tafano, rovinando leggermente il martello (il manico sarebbe risultato troppo corto per poter essere maneggiato con due mani).

Quale che sia la versione reale il risultato fu un’arma di potenza incomparabile. Odino, nei suoi primi tentativi di maneggiare il martello, comprese di non essere in grado di controllare il potere dell’arma. Lo stesso Padre di Tutto per poco non distrusse Asgard nel tentativo di sfruttarla, giungendo alla conclusione che solo una persona realmente degna avrebbe potuto maneggiare il Mjolnir. Ciò non impedì a Odino di utilizzarlo in momenti di particolare bisogno, come durante la guerra contro Jotunheim, durante la quale riuscì ad abbattere Laufey, re dei giganti di Ghiaccio, proprio grazie a un colpo del possente martello.

Tuttavia l’arma sembra essere da sempre destinata a Thor. Il giovane dio cerca a più riprese di sollevarla per poterne sfruttare i grandi poteri, senza però riuscirci per molti secoli.
L’incantesimo di Odino sembra quasi aver dotato Mjolnir di una propria volontà. In effetti il martello pare impedire il proprio utilizzo non solo alle persone che non ritiene degne, ma anche a coloro che non si ritengono tali. Illuminante, sotto questo punto di vista, è l’incapacità di Thor di impugnare il maglio dopo aver sentito da parte di Nick Fury qualcosa che lo convince di non esserne più meritevole.

Di certo Thor ha dimostrato di saperlo impugnare anche prima di diventare l’eroe protettore di Midgard. A un certo punto della sua storia era riuscito a sollevare l’arma, diventando però progressivamente sempre più arrogante, cosa che convinse Odino a esiliarlo sulla Terra, facendolo incarnare nello zoppo e umile Donald Blake. Fu così che la formula dell’incantesimo lanciato da Odino divenne quelle che conosciamo tutti:

«Chiunque impugni questo martello, se ne sarà degno, possiederà il potere di Thor».

In questa occasione sembra che il Padre degli Dei asgardiani abbia posto almeno due nuovi incantesimi sull’arma: in primo luogo, nell’utilizzo, il martello avrebbe assunto la forma di un semplice bastone; oltre a questo se il maglio fosse stato separato dal suo possessore per più di un minuto questi avrebbe perso i propri poteri. Questi incantesimi furono in seguito trasferiti da Odino su Stormbreaker, replica di Mjolnir forgiata per l’alieno Beta Ray Bill.

I poteri di Mjolnir sono vasti e lo stesso Thor e gli altri portatori dell’arma non sembrano aver del tutto realizzato quale siano i limiti del maglio incantato.
Innanzitutto l’uru, il magico metallo nanesco, è quasi indistruttibile: nel corso degli anni i colpi di Mjolnir hanno ammaccato l’adamantio primario (come lo scheletro di Wolverine) e il vibranio (come uno dei due metalli che compongono lo scudo di Captain America), ed hanno abbattuto con la pura potenza fisica mostri giganteschi, dimostrandosi di per sé un arma temibile.

Nonostante questo vi sono stati casi in cui il martello è stato danneggiato o, addirittura, distrutto. In un’occasione fu merito del Distruttore, il costrutto Asgardiano che riuscì a fondere il martello (Journey Into Mistery #119); oppure Molecola, che grazie al suo potere riuscì a distruggere l’arma a livello subatomico; e la più recente demolizione è avvenuta per mano di Bòr, nonno dello stesso Thor, che oltre a essersi dimostrato degno di impugnare l’arma è riuscito a danneggiarla. L’ultima ricostruzione ha reso necessario l’aiuto del Dottor Strange per la riparazione, e questi è riuscito a rimettere in sesto l’arma al prezzo di legare la forza vitale del dio al martello. Non è chiaro se questo si applichi ad altri portatori, ma secondo il Maestro delle Arti Mistiche una seconda distruzione di Mjolnir sarebbe fatale per il Dio del Tuono.

Tra i poteri più noti di Mjollnir c’è la sua capacità di donare ai portatori l’elettrocinesi, ovvero la capacità di produrre e scagliare elettricità dal proprio corpo. Inoltre il martello sembra essere in grado di scatenare violente tempeste e dona al suo portatore l’abilità del volo. Il martello, se scagliato contro un bersaglio, può essere richiamato dal suo possessore, che quindi riuscirà sempre a rientrarne in possesso.

Armi da nerd Mjolnir

In più occasioni Mjollnir ha evidenziato di saper manipolare campi di forza e generare antimateria. In Invaders #33 Thor ha anche dimostrato di essere in grado di utilizzare il potere di Mjolnir per riportare in vita degli esseri viventi.

Meno noti sono altri poteri del possente martello: ad esempio la sua capacità di creare piccoli wormhole attraverso cui il portatore può teletrasportarsi; il suo potere di disperdere le illusioni; la possibilità di percepire l’energia e gli oggetti magici; e, per finire, l’alterazione stessa dell’energia e l’annullamento delle radiazioni.

Quest’ultimo potere sembra essere nel caso di Jane Foster, attuale Thor dell’universo Marvel, un’arma a doppio taglio. Jane infatti è in cura per un tumore, ed essendo sottoposta a chemioterapia, il potere di Mjolnir di purificare il corpo dei suoi possessori dalle radiazioni annulla gli effetti benefici della chemio, accelerando, di fatto, il percorso stesso della sua malattia. L’attuale Thor, quindi, sembra in un certo senso condannata. A meno che, in futuro, Mjolnir non sveli ulteriori sorprese a coloro che sono degni di brandirlo.

Federico Galdi
Genovese, classe 1988. Laureato in Scienze Storiche, Archivistiche e Librarie, Federico dedica la maggior parte del suo tempo a leggere cose che vanno dal fantastico estremo all'intellettuale frustrato. Autore di quattro romanzi scritti mentre cercava di diventare docente di storia, al momento è il primo nella lista di quelli da mettere al muro quando arriverà la rivoluzione letteraria e il fantasy verrà (giustamente) bandito.