La colonizzazione approda nello spazio profondo

Da sempre l’uomo si interroga sulla possibilità che esistano mondi simili al nostro, soprattutto negli ultimi anni a causa dell’intensificarsi dei problemi ambientali. L’idea che ci possano essere altri pianeti in grado di ospitare la vita e rendere la nostra civiltà superiore ci affascina particolarmente, e questo è già un primo motivo per cui Aven Colony è riuscito ad attirare la nostra attenzione.

Il genere dei gestionali cittadini ha sempre saputo esplorare il tempo proponendo simulazioni delle ere antiche e del futuro, ma raramente si era spinto oltre i confini dello spazio con colonie extraterrestri da far prosperare. Dunque non indugiamo e partiamo alla volta di Aven Prime.

Tutto quel che accade su schermo è ambientato su Aven Prime, il pianeta selezionato dagli umani come nuovo mondo spaziale da colonizzare. Questo offre una vasta gamma di ambienti ma, nella nostra prova, ci siamo limitati a testare le prime missioni della campagna e la mappa sandbox Sandy Glutch.

La campagna di gioco, senza stupire, propone tutta una serie di avventure di difficoltà crescente, mettendo a dura prova le nostre abilità di gestione attraverso ambienti che probabilmente saranno sempre più proibitivi. Il fine ultimo sarà la costruzione di determinati edifici o il raggiungimento di un numero di abitanti adeguato, ispirandosi palesemente a titoli come Tropico. È comunque lampante sin dai primi minuti un approccio diverso dal solito, con meccaniche che sfruttano le possibilità offerte dall’inusuale setting, fornendo un impianto di gioco che si rivela molto semplice ed intuitivo ma che andrà padroneggiato per bene, pena il nostro licenziamento o, peggio, la distruzione della colonia.

Le varie strutture del gioco andranno infatti posizionate in modo strategico per garantire l’efficienza produttiva, ad esempio accanto ai nuclei abitativi, garantendo inoltre un flusso continuo di energia per alimentare le strutture e ovviamente aria il più pulita possibile, oltre a viveri a sufficienza, che possono opportunamente essere razionati in periodi di crisi.

Il gioco mette nelle condizioni di operare ogni scelta possibile in totale autonomia, ma sono presenti anche delle missioni specifiche che, oltre a garantire delle risorse bonus, guideranno i neofiti all’utilizzo delle numerose strutture presenti e anche i limiti di esse.

aven colony hands on

Il mondo di gioco è infatti condizionato da vari fenomeni come ad esempio l’inverno: il freddo di Aven Prime è più che glaciale e può ridurre o addirittura azzerare alcuni edifici come le fattorie o i pannelli solari, un problema che può mettere a repentaglio la nostra sopravvivenza e che andrà arginato con lungimiranza. Allo stesso modo potremo entrare in contatto con creature aliene più o meno pacifiche (generalmente meno) fino ad arrivare a problemi interni causati dal crimine o altri fattori. L’esperienza di gioco è comunque ben congegnata e, pur non mostrando una vera rivoluzione, piega l’ambiente al suo volere proponendo situazioni inusuali che, ai livelli massimi, saranno in grado di creare non pochi problemi anche ai giocatori con un curriculum di governo invidiabile.

Un altro punto a favore del titolo sono i controlli, argomento generalmente scontato se non fosse per il fatto che la versione da noi provata era per PlayStation 4 e, con grande soddisfazione, abbiamo giocato in modo davvero ottimo. La mappatura dei comandi non è intuitiva al primo colpo ma si rivela padroneggiabile con molta semplicità e, in poco tempo, saremo in grado di destreggiarci tra i vari menu senza alcun problema e in scioltezza, permettendo una gestione impeccabile.

Dal punto di vista grafico il gioco non si rivela particolarmente innovativo: non stiamo parlando di un difetto vero e proprio, piuttosto una scelta di design ben precisa che vuole essere realistica senza però sforare nel sci-fi nudo e crudo. Un’estetica spaziale credibile che non lascia a bocca aperta ma si lascia ammirare mentre riproduce una colonia in costante crescita. Questo ovviamente non è sinonimo di trascuratezza, anzi: zoomando è possibile osservare un gran numero di dettagli delle varie strutture, senza gridare al miracolo ma comunque dalla realizzazione tecnica più che buona e animazioni di dignitosa fattura. Per il resto l’azione di gioco non crea problemi a livello prestazionale e il titolo non fa assolutamente fatica ad andare liscio come l’olio. Quanto al sonoro, anche qui nulla di eclatante: l’audio di gioco è di buona qualità, così come il doppiaggio inglese senza sbavature. Anonime invece le musiche, senza mordente è sostanzialmente ininfluenti durante la partita.

aven colony hands on

Riassumendo, Aven Colony non sta venendo su male: l’impianto di gioco è convincente e il suo setting innovativo potrebbe attirare ben più di una persona, soprattutto grazie all’eccellente ottimizzazione su console. Resta però da capire se ci sono le intenzioni di osare ancora un po’, cercando di elevare l’esperienza con idee più solide. C’è il rischio che il gioco si riveli semplicemente buono, il che non è necessariamente un male negli ultimi tempi ma potrebbe restare nascosto dai radar proprio in virtù della sua natura non eccellente. Staremo a vedere.

Francesco Paternesi
Pur essendo del 1988, Francesco non ha ricordi della sua vita prima del ’94, anno in cui gli regalarono un NES: da quel giorno i videogiochi sono stati quasi la sua linfa vitale e, crescendo con loro, li vede come il fratello maggiore che non ha mai avuto. Quando non gioca suona il basso elettrico oppure sbraita nel traffico di Roma. Occasionalmente svolge anche quello che le persone a lui non affini chiamano “un lavoro vero”.