Un diavolo per piuma

Era il 9 giugno del 1934, quando in un cortometraggio animato Disney fece la sua prima comparsa una certa anatra ormai di nostra imprescindibile conoscenza. Stiamo ovviamente parlando di Donald Duck, qui da noi Paolino Paperino, che oggi pertanto spegne la sua ottantatreesima candelina. 83 anni sono davvero tanti, comunque li si viva, e Paperino, nonostante il carattere fortemente votato all’inerzia, non è uno che si è lasciato sfuggire molte occasioni di avventura. È proprio per questo che noi di Stay Nerd, nel giorno del suo compleanno, abbiamo deciso di tributargli un augurio speciale, ripercorrendo le tappe principali o, se così possiamo dire, le “anime” della sua vita. Che funga anche da ripassone? Perché no…

Cento di questi articoli, Paperino!

Il Papero animato

Dicevamo che proprio 83 anni fa Paperino fece la sua prima comparsa, ma questa non fu a fumetti, bensì nel corto animato La Gallinella Saggia, basato peraltro sulla fiaba popolare russa “La Gallinella Rossa”. La trama ci presenta, per l’appunto, una gallinella alla ricerca di un aiuto per piantare il mais, aiuto che chiede ai suoi vicini, un’anatra di nome Paperino e un maiale chiamato Meo Porcello. Questi ultimi due, tuttavia, sono piuttosto pigri e, più che aiutare la gallina, fingono teatrali dolori di pancia, adducendoli come giustificazione al non poter dare una mano. La gallina, dopo un paio di recite, li scopre perfettamente in salute, ma decide di vendicarsi con furbizia. Offrendo loro da mangiare, dopo aver raccolto da sola il mais, Paperino e Meo Porcello “guariscono” miracolosamente dai dolori, ma la gallina li frega, dando loro non il mais, destinato esclusivamente a lei e ai suoi pulcini, ma una bottiglia di olio di ricino.

Paperino, quindi, fa la sua prima apparizione da “cattivo”, o comunque incarnando valori negativi della società del tempo: pigrizia, insincerità, malevolenza, egoismo, parassitismo. A fargli compagnia, un altrettanto furbetto e arraffone Meo Porcello che però, per qualche scherzo del destino, non riuscì a far breccia nel cuore del pubblico come l’anatra piumata e finì presto nel dimenticatoio. Paolino, invece, nonostante altre apparizioni da villain, anche su carta, causò un movimento tale di empatia da trasformarsi ironicamente da archetipo negativo a personificazione dell’uomo medio, diventandone quasi un paladino. La sua popolarità crebbe da fargli guadagnare prima il ruolo di spalla di Topolino, insieme a Pippo, e successivamente al punto da conquistarsi una “testata” tutta sua, tra le strisce e le tavole domenicali che da Silly Symphony cambiarono nome prima in Silly Symphony featuring Donald Duck e poi diventarono, semplicemente… Donald Duck. La separazione fra papero e topo fu anche l’inizio di quella pacifica mitosi dell’immaginario che oggi, salvo rare eccezioni, vige ancora ferrea tra i piumati abitanti di Paperopoli e gli orecchiuti figli di Topolinia.

Il Papero sfortunato

“Qualità” peculiare di Paolino Paperino è quella di prendere il peggio, eh sì, proprio il peggio, di chi legge, e restituirne una storia in chiave ironica. Paperino, a suo modo, legittima i nostri difetti veniali. Chi di noi non vorrebbe riposare tutto il giorno sull’amaca? Chi di noi non si è sentito, sebbene saltuariamente, perseguitato dalla sfortuna? È probabilmente questa la sua chiave piumata per entrare nei nostri cuori, spesso maggiormente benvenuto del suo cugino Topolino. Perché, diciamocelo, sono davvero in pochi a non preferire Donald Duck a Mickey Mouse. In realtà i due sono molto simili, nelle avventure che si trovano a vivere continuamente e per caso, ma differiscono nell’atteggiamento: Topolino è il classico bravo ragazzo e, nonostante anche Paperino sappia sempre bene quale sia la cosa giusta da fare e si dimostri capace di grande generosità, il topo ha inevitabilmente quell’aria da, perdonateci il termine volgarmente approssimativo, “perfettino” che contraddistingue spesso i protagonisti scelti dal destino (come Capitan America, Superman e via dicendo). Ne è la controprova il fatto che, come abbiamo anticipato, Paperino non era stato inizialmente pensato per essere un protagonista.

Ad ogni modo, la sua proverbiale “umanità”, Paolino se la porta dietro dovunque va, e forse parte del suo equilibrio, sbarcando in Italia, si sposta leggermente dal parassitismo alla pigrizia, e aumenta anche la sua incredibile sfortuna. Con ciò, la sua ironia e le sue gag non tardano a farsi italiane, incarnate da alcune delle penne più talentuose del fumetto nostrano. Ma sarà sempre qui da noi dove, con il passare degli anni, Paperino troverà anche un gran numero di nuove “facce”, scoprendo una personalità assolutamente sfaccettata, se non addirittura multipla. Di che stiamo parlando? Ci arriviamo subito.

Il Papero mascherato

Il compleanno di Donald Duck ricorre il 9 di giugno, ma anche l’8 giugno è una data significativa. L’8 giugno del 1969, da un’idea di Elisa Penna, dallo sceneggiatore Guido Martina e dal disegnatore Giovan Battista Carpi, non proprio nomi da poco, nasce Paperinik, l’alter ego supereroistico di Paperino. Dal ritrovamento del diario segreto del ladro gentiluomo Fantomius (oggi divenuto celebrità grazie alle storie dell’autore Marco Gervasio), Paperino decide di vestirne il costume per diventare un eroe tutto nuovo, dedicandosi al combattimento del crimine a suon di gadget archimedici e trovate d’astuzia. La stessa sgangherata 313 diventa il fido mezzo con cui sfrecciare nella Paperopoli notturna per sventare furti e altri generi di fattacci. Il punto è che, quando è Paperinik, Paperino si rivale di tutte le sue sfortune, le sue sconfitte, seppur felici e divertenti, e diventa un vero supereroe, carismatico e vincente, la cui identità però deve rimanere segreta. Da questo punto di vista, nonostante il look e il background di Paperinik (e ancor più quelli del celeberrimo PK, incarnazione diversa e parallela del medesimo supereroe, dal 2016 sbarcata addirittura in America con il nome icastico di Duck Avenger) possano ricordare atmosfere vagamente batmaniane, Paperino-Paperinik è un dualismo che ricorda quello tra lo sfigatello Peter Parker e il suo doppio Spider-Man. Il secondo rimorchia e compie imprese eroiche, dal salvare il gattino alla vicina al salvare la Terra da un’invasione aliena, ma non potendo rivelare il suo vero io, questo rimane l’impacciato e sottovalutato ragazzo di sempre.

Il Papero infiltrato

Le doppie identità di Paperino non si fermano qui, anzi. Persino in anticipo rispetto a Paperinik, Paperino diventa anche l’agente segreto della P.I.A. (Paperon Intelligence Agency) Qu-Qu 7, la cui sigla sta per “Quasi Qualificato”. La prima storia di questo nuovo alter ego, Paperino Missione Bob Fingher, è scritta da Carlo Ghendi e disegnata sempre dal Carpi nel 1966, rifacendosi da vicino al film dell’agente spionistico per eccellenza di due anni prima, 007 Missione Goldfinger. Le storie di Qu-Qu 7 continuano a fasi alterne fino ai “recenti” anni 2000, quando vengono gradualmente sostituite dall’impianto narrativo di Doubleduck, più nuovo e grande ma dal concept simile: la P.I.A. diventa quindi l’Agenzia, piena di personaggi inediti (Kay K, Jay J, Gizmo, etc.), con segreti e intrighi a non finire. Persino, di recente, un crossover con PK! Inutile dire che, anche con Doubleduck, Paperino vive un’interpretazione inedita, e ci mostra un altro lato del suo carattere che, come succede per tutti noi, riposava appena sotto la superficie, in attesa di venire fuori alla prima avventura spionistica super-segreta.

Il Papero ringiovanito

E chi è, invece, Paperino Paperotto? Facile! È Paperino da giovane, che vive con Nonna Papera nella modesta e campagnola Quack Town, fuori Paperopoli. Comparso tra il 1998 e il 1998, “PP8” (questo il suo nickname ufficiale) si accompagna di tutta una serie di amici d’infanzia nati con le sue storie, e fino a pochissimo tempo fa limitati a queste. Di recente, poi, è avvenuto il punto di contatto tra passato e presente, con l’incontro, anni dopo, tra Paperino e Betty Lou, Millicent, Tom e Louis, tutti cresciuti. Al di là di quest’ultima chicca, Paperino Paperotto ha conquistato amplissime fette di pubblico, mostrandoci un giovane anatroccolo più spensierato ed energico della sua controparte adulta, non ancora perseguitato dalla sfortuna, non ancora indebitato con lo Zione, proiettato con entusiasmo verso un futuro che avrebbe potuto vederlo diventare qualsiasi cosa: un avventuriero, un supereroe, un agente segreto… solo per fare qualche esempio! E, ultimo ma non meno importante, la cronistoria narrata dagli episodi di Paperotto contrastano, attirandosi pertanto interessi e sentimenti contrastanti dai fan di vecchia data, con il racconto di Don Rosa dell’infanzia di Paperino.

Uno, nessuno, centomila Paperi

Insomma, abbiamo ripercorso la vita di un papero che dalla sua nascita, origine stessa dell’universo piumato Disney, ci ha strappato una quantità innumerevole di risate e emozioni, sia nel suo abito blu da marinaio che nelle sue altre vesti, il mantello, lo smoking… o la sua giovinezza! Insomma, cos’altro dire, se non salutare Paolino nel giorno del suo ottantatreesimo compleanno con un pacco di meritatissimi auguri.

Cento di questi giorni, Paperino, e ancora più avventure!