Cronache di fine Carrara Show

Carrara Show 2015Si arriva sempre alla fine, al momento in cui bisogna fare i bilanci, soppesare quanto di buono e di cattivo si è vissuto. Prendere tutte le esperienze fatte e cercare di estrapolarne un pensiero concentro, rendersi conto a fine viaggio di quanto e di come possa essere stata significativa un’esperienza di vita vissuta. Immagino sia così per tutti, per chiunque abbia deciso, anche solo per una volta, di visitare una fiera fumettistica (e non solo) come il recente Carrara Show 2015.
Il problema, forse, è proprio con che spirito fare queste considerazioni. Ci sono modi e motivazioni diverse per vivere una fiera, tant’è che a parità di tempo speso, due persone potrebbero avere due pareri completamente contrastanti a riguardo e nessuno dei due avrebbe torto. Se sei un organizzatore ad esempio puoi considerare riuscita una fiera quando alla stessa partecipano milioni di spettatori paganti, da spettatore magari ti interessa solo riuscire ad incontrare un determinato artista di cui sei appassionato. E poi ci siamo noi, persone che la fiera la vivono dall’interno e ne assorbono tutti i meccanismi organizzativi, ma che allo stesso tempo non fanno direttamente parte dell’organizzazione e che quindi, come tutti gli altri riescono realmente a respirare l’atmosfera fieristica.

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Carrara Show Raggi FotoniciVorrei partire da un dato abbastanza incontrovertibile, ovvero la quantità di “attività” presenti alla fiera. A Carrara Show c’era di tutto, e con tutto intendo veramente di tutto, dal banco degli arancini (sì, c’era davvero) arrivando fino ai grandi nomi del fumetto italiano come Giorgio Cavazzano, Leo Ortolani, Alfredo Castelli e la lista di ospiti ovviamente non si ferma qui. Non è mancato anche uno spazio dedicato agli Youtuber, nonché una sezione retrogames, più gli immancabili cosplayers e relativa gara. C’era persino un’intera area dedicata al gioco da tavolo e un’area dedicata ad attività ricreative per bambini. Insomma, se non si fosse capito, Carrara Show era davvero pregna di attività, una fiera che appunto non vuole essere solo un ritrovo di appassionati di fumetto ma piuttosto un luogo in cui appassionati di vari ambiti dell’entertainment possono trovare ciò che più desiderano. Facile, forse anche un po’ superficiale, giudicare questo potpourri negativamente. È un pensiero che si fa con troppa leggerezza: “che c’entrano gli Youtuber ad una fiera del genere?“, se siete stati a qualche fiera di recente avrete sicuramente notato come la presenza dei nuovi idoli del web si sia fatta più massiccia. Noi fraintendetemi, proprio in questo nostro editoriale, abbiamo discusso dei problemi relativi alla diffusione mediatica degli Youtuber, per questo siamo gli ultimi interessati a difenderli. Ma quando si parla di fiere, che problema Carrara Show Leo Ortolanic’è? Bisogna essere coscienti dell’epoca storica in cui viviamo, bisogna essere coscienti di come le fiere e – soprattutto – il pubblico siano cambiate. In tal senso nonostante la massiccia presenza di ragazzini alla fiera, in realtà il peso degli Youtuber non si è avvertito molto. Chi fosse stato interessato a provare qualche gioco da tavolo, sicuramente non è stato infastidito dalle urla dei tanti ragazzini decerebrati, lo stesso dicasi per chi magari era in attesa di un autografo dagli artisti sopracitati; tutto questo perché – e qui veniamo al secondo grosso pregio di Carrara Show – gli spazi messi a disposizione erano semplicemente enormi. Nonostante Carrara Show sia solo alla sua prima edizione, il complesso scelto per ospitare la fiera non ha nulla da invidiare a manifestazioni più conosciute e blasonate come il Romics e il Napoli Comicon. Sul serio, basta anche un’occhiata veloce all’esterno del complesso per rendersi conto di trovarsi all’interno di uno spazio “importante”; per rendersi conto di come questa fiera non voglia essere solo un fenomeno passeggero, del resto l’evento non è stato organizzato una tantum giusto per vedere come va. Carrara Show 2015 con la sua grandezza, mira ad essere uno dei maggiori poli fieristici italiani. Per questo lo spazio a disposizione, forse anche troppo per questa prima edizione, è più che altro un lascito per il futuro. Una scommessa da vincere considerando un pubblico sempre crescente di anno in anno, quando appunto nelle prossime edizioni il numero di visitatori richiederà uno spazio adeguato, per evitare quelle situazioni tipiche, soprattutto di Lucca, in cui a stento si riesce ad osservare uno stand senza essere linciati da una folla inferocita in attesa del proprio turno. In questo senso Carrara mi ha convinto positivamente, mostrandomi e mostrandoci già alla sua prima edizione quanto di buono si possa fare con questo polo fieristico.

Carrara Show Cavazzano
Parlando proprio di pubblico è difficile, forse anche impossibile, riuscire a dare un parere sul “pubblico” presente a Carrara. Come dicevo prima la presenza degli Youtuber ha portato in fiera una quantità spropositata di adolescenti (che di per sé non è una cosa negativa) ma che terminati questi eventi hanno praticamente esaurito l’interesse verso la fiera. Più che altro ho avvertito la presenza di un pubblico incredibilmente variegato (lo ripeto la cosa di per sé non è un problema), con tanti visitatori incuriositi da questo evento nuovo e con una discreta quantità di reali interessati. Probabilmente questo fenomeno è dovuto unicamente al fatto che ci troviamo ad una prima edizione, un evento come quello di Carrara, se paragonato ad altre fiere, per certi versi è ancora sconosciuto. Proprio per questo è mancato quello spirito che definirei “community fieristica” dove non è difficile stringere amicizie o conoscenze lampo all’interno di una folta schiera di appassionati. Quello che è mancato appunto, e nessuno ne fa una colpa agli organizzatori, è la mentalità che spinge un determinato spettatore a visitare quella determinata fiera, indipendentemente da ciò che quella fiera offre. In poche parole è mancato un reale spirito di aggregazione, che speriamo andrà a maturare nel corso delle prossime edizioni.

Leo Ortonali e Tuono Pettinato
In questo confido assolutamente nella capacità degli organizzatori di migliorarsi, anche perché già questo Carrara Show è stato quasi impeccabile. Riuscire a mettere insieme ospiti e associazioni così variegati tra di loro, unitamente ad un pubblico altrettanto variegato non è cosa da poco, anzi per tutta la sua durata Carrara Show è riuscita a sopperire alle esigenze di tutti gli spettatori, ospiti ed espositori, cercando appunto di non scontentare nessuno anche quando la situazione non era delle migliori. Probabilmente dall’esterno non si è notato, ma un plauso va fatto agli organizzatori per aver dato la possibilità ad oltre 180 ragazzi dalla provincia di Massa Carrara di far parte di questa enorme macchina organizzativa, impiegandoli come steward ed hostess, offrendo quindi loro un’esperienza di vita formativa unica. Con questo ovviamente non vogliamo dire che la fiera è stata perfetta sotto tutti i punti di vista, ad esempio avrei rivisto la collocazione di alcune attività ed eventi. Spostando il torneo di calcio balilla (tra l’altro seguitissimo) nell’area gioco, ed avrei posizionato diversamente anche uno dei palchi “centrali” dell’area gaming. Si tratta di piccolezze, che di certo non minano l’incredibile lavoro fatto.
Per concludere, ritornando anche a quanto detto in apertura, il bilancio di questa fiera è sicuramente positivo. L’esperienza vissuta in quel di Carrara è stata ottima, e non trovo modo migliore per riassumere il mio pensiero a riguardo se non: “Ciao Carrara Show, ci vediamo l’anno prossimo”.