Intervista a Giorgio Cavazzano

Nell’occasione del Carrara Show 2015, lo staff di Stay Nerd ha avuto l’onore di conoscere e di poter intervistare un Maestro del fumetto italiano come Giorgio Cavazzano. Giorgio ha risposto alle nostre domande non solo con grande professionalità, ma ha dimostrato una disponibilità tale da darci ancora una volta la prova di essere un Grande Uomo oltre che un Grande Artista dal talento incommensurabile. Detto questo vi lasciamo alle sue risposte.

Giorgio Cavazzano intervistaGiorgio su tutto è un piacere e un onore conoscerti e incontrarti. Soprattutto per chi come noi è cresciuto con le tue storie di Topolino; poi passando anche alla Marvel ci siamo trovati magicamente un volume dell’Uomo Ragno disegnato da te. Hai scritto di ogni aspetto del mondo dei Topi e dei Paperi, dal supereroismo di Paperinik al tormentato noir cartoonesco con l’ispettore Manetta, passando anche per la sconclusionatezza di Paperoga e infine col grande racconto d’avventura con Topolino. Insomma dal comico al noir, ma qual è lo stile preferito di Giorgio Cavazzano?

Beh, direi che tutto dipende dalla sceneggiatura. Io mi calo veramente nella sceneggiatura, in questo caso parliamo di Tito Faraci, è lui che mi ha portato al noir. Ho anche un aneddoto su come ho conosciuto il noir: abitavo a Venezia, in una casa al terzo piano, nella casa di fronte c’era una coppia di vecchietti, a un certo punto la finestra è rimasta chiusa… e dopo qualche mese è arrivata un’altra famiglia con dei ragazzini mie coetanei (6 o 7 circa) al piano terra, invece, c’era una mia zia, zia Pierina, il nome detto così la fa immaginare piccola ma non lo era affatto. Io la vedevo alta due metri e con degli occhi minacciosi. Bene, questa era una famiglia il cui padre era un delinquente, un mariuolo per così dire. Io volevo giocare con questi ragazzi, solo che quando scendevo incontravo sempre questa mia zia Pierina che mi diceva: “Giorgio non giocare con quelli perché sono figli di ladri, delinquenti… assassini!” (lo gridava per giunta!). Questo è stato il mio primo incontro col noir, un ricordo che tuttora porto con me. Per dirti quando disegno noir, non è realmente noir, sono più che altro delle gag che alla fine portano al sorriso. Insomma i personaggi cattivi sono più che altro caricaturali. Con l’Uomo Ragno invece è stata una scelta abbastanza ragionata. Infatti andai nel cimitero di Venezia, feci alcune foto e trovai lì la mia ispirazione. L’atmosfera era semplicemente perfetta, tra l’altro andai in un giorno di pioggia… era praticamente tutto perfetto.

Il fumetto è in momento storico particolare, da un lato tanti produttori indipendenti faticano a emergere, da un altro nomi storici cercano di attirare i fan più giovani senza scontare quelli più vecchi. Insomma Giorgio quali sono le tue considerazioni su questo preciso momento storico del fumetto italiano? E che cosa pensi invece, riguardo a questa nuova forma di aggregazione, più che altro economica, come il crowdfunding che permette a diversi autori di portare le proprie opere su carta.

Ne penso tutto il bene possibile, perché sono opportunità che fino a qualche anno fa non c’erano. Ben vengano queste aggregazioni, questo crowdfunding che è un percorso completamente nuovo e che sicuramente darà soddisfazioni a questi nuovi autori e a questi nuovi talenti. Per il momento storico italiano, io non mi sono mai posto il problema di chi è il lettore. Di chi andrà in edicola ad acquistare il fumetto. Per me è un pubblico che magari immagino così e magari invece è in un altro modo. Parlando della situazione editoriale non è delle migliori. Certamente è ben diversa da qualche anno fa, per questo nuovi aspetti come il digitale, oppure quest’aggregazione come dicevo prima, stanno creando dei talenti che fino a qualche anno fa sarebbe stato impossibile vedere e conoscere. La qualità del fumetto oggi in Italia è veramente importante, molto originale e molto creativa. Ne penso tutto il bene possibile.

Nel 1995 insieme a Tito Faraci hai scritto e disegnato una storia su l’Uomo Ragno. Sino ad allora ti eri cimentato nel supereroismo solo con storie su Paperinik, e dopo solo per una copertina di uno speciale “Devil e Hulk”; rivedremo mai un Cavazzano in casa Marvel o in casa DC?

In casa Marvel c’era un progetto del Punitore, che però non è andato in porto. Non ci siamo accordati su alcuni punti, non solo economici, ma anche come tempistiche di realizzazione. La porta è sempre aperta, il personaggio sarebbe un bell’inizio o quantomeno una bella continuazione su quanto ho già fatto. Tra l’altro esiste già una sceneggiatura fatta fa François Corteggiani, un caro amico con cui ho collaborato molto. La storia era sulla Mafia Russa, precisamente sul porto di Vladivostok.

Maestro

Tra le altre cose il Punitore è tornato di recente nella scuderia dei Cavalieri Marvel, che determina sempre dei personaggi con dei contenuti estremamente violenti e realistici. Sarei curiosissimo di vedere un tuo Punitore così.

Mi piacerebbe, chi lo sa.

Sei riuscito nella straordinaria impresa di rilanciare un personaggio da sempre bistrattato come Paperoga.  Che non gode poi di grandissima popolarità editoriale, forse solo in Italia o in Brasile. In collaborazione con Pezzin hai scritto alcune delle storie più belle e celebri sul personaggio considerato da sempre un amabile sfigato, come mai la “Coppia dei Giorgi” scelse di concentrarsi proprio su Paperoga?

Perché eravamo noi, eravamo Noi Due, eravamo due cretini che in treno si divertivano a inventare storie e gag, al punto che gli altri passeggeri ci scambiavano per matti. Quando poi raccontavamo loro il lavoro che stavamo facendo si riunivano intorno a noi e ne erano incuriositi. Però a dir la verità inizialmente pensavano che fossimo due personaggi folli. Tra l’altro lo studio di casa mia potrebbe essere considerato lo studio di Paperoga, perché c’è una confusione e un caos totale che si adatta bene al personaggio. In qualche maniera mi identifico con Paperoga, è un personaggio che permette una libertà incredibile.

Giorgio Cavazzano

Tu tra l’altro sei anche l’autore di Rock Sassi, un altro personaggio particolarissimo. L’aspetto del personaggio non corrisponde per nulla a quelle che sono le sue abilità. Puoi dirci qualcosa a riguardo?

Quando mi arrivò la sceneggiatura di Tito dove c’era questo nuovo personaggio, ho cercato di immaginare che aspetto avesse, pensai subito a Schwarzenegger.

Il nome Rock Sassi tra l’altro già c’era?

Sì, è proprio un nome dell’eccezionale Tito Faraci. Già dal nome si capiva che era un personaggio squinternato. I personaggi così li conosco bene, del resto ne ho fatti parecchi.

Le tue sono storie come “Topolino, Minnie e Casa Blanca” e “Topolino presenta: La Strada”, che hanno evidenziato la tua passione per il cinema. Hai mai pensato ad un Cavazzano cineasta piuttosto che ad un Cavazzano cinefilo?

Quando disegno una storia sono anche regista. Quelli Disney ad esempio li immagino come se fossero degli attori. E in questa maniera agiscono e li faccio agire anche all’interno della storia stessa, quindi in un certo senso sono già regista. C’è un progetto con un grande regista per il futuro, la cui realizzazione dipende però da tanti fattori. Con la casa finlandese Sanoma, sarà possibile – spero – realizzare una collaborazione con un grande registra finlandese.

fotoraf

Vorrei chiudere con una cosa che hai detto nel corso dello speech di qualche ora fa, dove tra l’altro c’era un autore giovane come Bigio. Durante lo speech hai parlato di quello che è il tuo stile, e dicevi che in effetti lo stile Disney benché sia uno stile che ami, non è propriamente il tuo stile. Allora io ero curioso di capire se l’associazione del tuo nome alla scuola Disney, visto che sei un gran Maestro della scuola Disney, in qualche modo nel tempo abbia iniziato a pesarti?

No, non mi pesa affatto. Io dedico gran parte del mio tempo lavorativo alle storie Disney, tieni presente però che ho altri rapporti con agenzie pubblicitarie che ad esempio creano personaggi per l’animazione, oppure quadri per un pubblico che ama il colore. Io dedico dieci giorni al mese per queste cose. Insomma, non mi pesa!

Una domanda forse un po’ banale, guardando quello che è il tuo percorso artistico in cui sei passato anche a Marvel ecc. Mi domando quindi quale personaggio avresti sempre voluto disegnare, ma che per qualche motivo non hai fatto.

Sinceramente non so dare una risposta, è difficile. Un personaggio che mi è piaciuto disegnare, visto che da tempo immaginavo una collaborazione a riguardo è Lupo Alberto, perché con Silver c’è un’amicizia che dura da tantissimi anni. Quel personaggio mi ha sempre incuriosito.

Posso chiederti perché?

Forse sarà per il pollaio, forse sarà per Lupo Alberto proprio, poi c’è la Talpa… c’è questo corollario di questi personaggi così felici e così caricaturali incredibile. Insomma mi è sempre piaciuto. Quello l’ho fatto sempre volentieri, è sempre stata una gioia!

Giorgio noi ti ringraziamo per le tue risposte e per il tempo che ci hai concesso!

Grazie a voi!