Abbiamo intervistato Mirka Andolfo, illustratrice, fumettista e colorista italiana, nota in questo momento soprattutto per la sua opera Sacro/Profano. La simpatica Mirka ci ha concesso qualche minuto del suo tempo, come non approfittarne?!

Innanzitutto introduciamo brevemente della tua formazione: com’è nata la tua passione artistica e come l’hai sviluppata? Quali artisti ti hanno influenzato?

È stata una passione che è nata da piccola, mia madre disegnava molto e dipingeva, e mio padre leggeva tantissimi fumetti, quindi è nata probabilmente dall’unione delle due cose. Mi è sempre piaciuto disegnare fin da quando ero giovanissima, è sempre stata la ma principale passione, e non ho mai voluto fare altro in vita mia. Non c’è stato il classico periodo come tutte le bambine, in cui volevo fare ad esempio la ballerina, o chissà che altro, ho sempre voluto fare la fumettista.
Per quanto riguarda le mie ispirazioni, mi piacciono in particolare Alessandro Barbucci e Barbara Canepa, di internazionali invece Campbell e Jim Lee. Svariati artisti insomma. All’inizio forse si notava di più l’influenza di certi autori, poi nel tempo sono riuscita a sviluppare uno stile mio che è un po’ un mix di tutto quello che mi piace.

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Sei un’artista poliedrica ed apprezzatissima soprattutto per la tua maestria nella colorazione, sia digitale che tradizionale. Quale preferisci tra le due tecniche, e perché?

Sono due cose diverse, mi piacciono entrambe. Se devo colorare una serie a fumetti diventa pesante farlo a mano, richiederebbe troppo tempo, quindi in genere uso le tecniche tradizionali quando devo fare qualcosa di mio, o per qualche commissione. Quando è per lavori con tempi più stretti invece, preferisco ricorrere al digitale. Lavorare a mano per una serie di fumetti lo puoi ancora fare, ma più che altro per lavori più “autoriali”, quando si tratta di serialità più elevata, diventa difficile.

Veniamo al tuo lavoro più famoso che è Sacro/Profano: qual è stata la genesi dell’opera? Come sono nati i personaggi? Ti sei ispirata magari a qualche tuo conoscente?

No, non mi sono ispirata a nessuno anche se in molti me lo chiedono. Ci sono un sacco di persone che mi dicono di rivedersi nei personaggi, infatti Sacro/Profano è letto moltissimo sia da ragazzi che da ragazze, ma anche da un grandissimo numero di coppie. In realtà però i protagonisti sono una coppia abbastanza standard.
Il fumetto è nato in un periodo in cui avevo voglia di sperimentare e di fare qualcosa di mio. Ho iniziato come colorista, ma avevo voglia di mettermi anche in gioco con altre cose, e così è nato Sacro/Profano. Non pensavo avrebbe avuto questo successo, proprio perché è nato per gioco. Pur prendendolo molto seriamente considero Sacro/Profano il mio giocattolo.

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Sacro/Profano è edito da Dentiblù in questo momento, ma è nato come un prodotto digitale. Quanto pesa secondo te la presenza online di un artista per promuovere il suo lavoro?

Secondo me la presenza di Sacro/Profano su internet e su Facebook è stata fondamentale, ed ha fatto conoscere e diffondere in fretta il prodotto. Tra l’altro grazie ad internet ho avuto l’opportunità di farmi conoscere anche all’estero, mi ha contattata un editore francese che mi ha permesso di pubblicare anche oltralpe. Sta anche per uscire un libro che verrà pubblicato in Francia, in Belgio e forse anche in Germania, e in questo secondo me la rete ha avuto un grande ruolo. Oggi come oggi i disegnatori della mia generazione sono fortunatissimi, perché grazie ad internet puoi far conoscere il tuo lavoro praticamente dappertutto. Lavoro con alcuni editori americani o appunto francesi, senza averli mai visti in faccia. Una volta non era così, oggi se sai usare internet è molto più semplice.

È vero che ti sei fatta aiutare da una consulente sessuologa per Sacro/Profano?

Sì, nel nuovo libro di Sacro/Profano che si chiama Manuale Sexy, che è una specie di spin-off ed è slegato dalla serie regolare. Non è neanche un vero e proprio fumetto, è una guida al sesso, fatta in maniera simpatica ma ripeto, è una guida vera e propria, con argomenti reali. E visto che si parla di temi concreti abbiamo consultato una sessuologa che ci ha aiutato a sviluppare questo libro.

Secondo te l’educazione sessuale come viene proposta adesso nelle scuole è adeguata a preparare i ragazzi che stanno per affrontare tutte queste problematiche o pensi di aver escogitato un metodo più efficace con il tuo lavoro?

No, io non l’ho fatto pretendendo di fare meglio della scuola, mi sembrava semplicemente un’idea carina. Come ti dicevo, Sacro/Profano è letto moltissimo da coppie di fidanzati, spesso anche molto giovani, che magari alcune cose non le conoscono bene, e mi sembrava una bella idea realizzare questo libro a riguardo.

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Cambiando argomento, quest’anno è stato molto prolifico per te che sei stata tra le altre cose coautrice di una storia di Dylan Dog. Com’è stato studiare e misurarsi con un personaggio così iconico e quali sono state le difficoltà maggiori?

In realtà ne sono stata la disegnatrice e colorista, la storia era di Marsiglia e Gualtieri. È stato sicuramente un onore, la difficoltà principale è stata l’aver avuto a che fare con un personaggio a cui non sono assolutamente abituata, anche se non ho usato il canonico stile della Bonelli, ma più quello di Sacro/Profano perché è quello che mi è stato chiesto, anche perché il Color Fest esiste anche per fare una sorta di sperimentazione con autori che non sono “classici”, che non sempre si vedono su Dylan Dog come nel mio caso.

Ultima domanda, puoi dirci qualcosa sui tuoi progetti futuri?

Adesso sono molto concentrata sull’ultimo numero di Sacro/Profano che uscirà al Lucca Comics. Poi sto lavorando a qualche progetto, ma è ancora troppo presto per parlarne, non saprei neanche bene cosa dire. Diciamo solo che adesso sono straconcentrata su Sacro/Profano, poi quando l’avrò concluso vedremo.

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.