The cat is on the table

Il felinesco GDR di Gentlebros Games arriva, dopo essere già approdato su PC, anche in edizione console, e si rivela un titolo sorprendentemente divertente, e anche abbastanza longevo. Andiamo a vedere nel dettaglio cosa c’è da aspettarsi da questa avventura a quattro zampe.

La premessa del gioco è quella di una qualsiasi avventura: siamo nei panni di un eroico gatto, al quale è stata rapita la sorella e siamo chiamati a liberarla dalle grinfie del cattivone. Ci addentreremo dunque nel glorioso Regno di Felingard, popolato da… beh, gatti, e cercheremo di sconfiggere il perfido Drakorth: ma per farlo non bastano riflessi felini e coraggio da leone. Il gioco richiede una buona dose di allenamento per potenziare il proprio equipaggiamento e migliorare i propri attacchi, sia fisici che magici.

Tanto va la gatta al GDR…

Non ci sono infatti particolari limitazioni per quanto riguarda la classe, come nei canonici GDR. La scelta tra il propendere più per la magia o per la mera forza fisica dipende sostanzialmente da voi, da quanto trovate divertente giocare nell’uno o nell’altro stile, e dal tipo di equipaggiamento che troverete e che comprerete durante il gioco.

Non è raro infatti trovare degli scrigni durante il vostro percorso o nei vari dungeon, oppure nel negozio del gatto-fabbro, dai quali poter trovare parti di armature o di armi che faranno cambiare le statistiche del nostro eroe, e vi renderanno la scelta dello stile di combattimento più facile.

Anche perché i nemici stessi che affronterete sono a loro volta di diverso tipo, alcuni ricorreranno agli attacchi ravvicinati, altri a quelli a distanza, ed avranno la forza o la magia come punto di forza o come punto debole. I loro attacchi colpiranno delle aree specifiche segnalate sullo schermo, e sarà necessario un bel lavoro di schivata e contrattacco per portare a casa il risultato.

Non dire gatto se non ce l’hai nel sacco.

C’è l’inventario, ci sono le magie, ci sono i punti esperienza da ottenere per salire di livello, insomma ci sono tutti gli elementi dei classici GDR, eppure gli amanti più “Puri” di questo genere potrebbero ritrovarsi un po’ spiazzati dallo stile cartoonesco del gioco, o semplicemente dalla presenza di tutti quei gatti. Ciò nonostante, il titolo fa il suo egregio lavoro: diverte, intrattiene ed offre anche un buon livello di sfida. I vari dungeon e nemici hanno diversi livelli di difficoltà, e andarli ad affrontare quando non si è raggiunto un livello sufficientemente alto, equivale a morire.

E ok che i gatti hanno le loro proverbiali nove vite, ma insomma, un po’ di allenamento e duro lavoro non ve li toglierà nessuno.

Forse l’unica pecca del gioco è il suo mancare di spirito di esplorazione, che alla lunga potrebbe stancare anche il più incallito gattaro che c’è in noi: i dungeon ad esempio sono semplicemente delle aree con molti nemici al loro interno, ed anche all’interno della mappa stessa, sebbene siano presenti numerosissime side-quests, si limitano quasi tutte a farci andare dal punto A al punto B ed eliminare i nemici presenti.
In un gioco del genere, con una mappa anche abbastanza vasta ed una buona longevità, probabilmente ci saremmo aspettati qualcosina in più per tenere il giocatore un po’ più sulle spine, ecco.

Ma la grafica accattivante, i combattimenti in tempo reale, la buona longevità del gioco e quel suo fare il verso ai GDR così scherzoso e divertente, e soprattutto la presenza di gatti, gatti ovunque, rende Cat Quest un titolo accattivante, soprattutto al prezzo basso a cui viene proposto.

Verdetto

Cat Quest è un gioco veramente sfizioso, fa il verso (meow!) ai GDR, risultando al contempo un omaggio a questi ultimi. La grafica è coloratissima, i dialoghi sono divertenti e… beh, ci catapulta in un mondo popolato da gatti. Cosa può andare storto? Poche cose. Forse avremmo preferito qualche attenzione in più sull’esplorazione e la soluzione di enigmi, due feature praticamente assenti, ma tutto il resto è veramente fatto bene. Buoni i combattimenti in tempo reale, buono il livello di sfida, buona la difficoltà, buono il prezzo. Gattastico!

 

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.