Vita, uccisioni e miracoli di Frank Castle.

Premessa: immaginate di avere una famiglia, una bella famiglia, con cui vivete felici, vi godete la vita insomma. Una bella moglie, un adorabile bimbo e una ancor più bella bambina. Siete in un parco, in uno dei parchi più famosi della vostra città. State facendo un pic-nic con la vostra famiglia. Il sole è alto. La giornata è bella. Bella come la vostra famiglia, che per voi è tutto. All’improvviso la vostra realtà si tinge di sangue e morte. Boati crudeli vi strappano quello che avete. Tutto ciò che amate. Il sangue di vostra moglie. La morte dei vostri figli. Impotenti osservate il vostro peggior incubo divenire realtà. Ecco, in quel momento, circondati dal sangue dei vostri cari, circondati dai loro cadaveri macellati… Cosa provate?

Rispondendo a questa domanda dobbiamo e possiamo capire chi sia Francis Castiglione, meglio noto come Frank Castle, conosciuto dai mass media come The Punisher (in italiano Il Punitore). Frank Castle è un uomo che ha perso tutto. Dei criminali, per altro incidentalmente, gli hanno portato via tutto ciò che aveva. Frank Castle è un uomo che non ha più nulla da perdere. Frank Castle è un uomo cui è rimasta una sola missione nella vita: punire il male. Qualsiasi forma esso abbia. Dal più piccolo spacciatore di quartiere, al boss più potente della città. Il Punisher è un uomo in missione. Una crociata eterna. Una guerra infinita. Per lui esiste solo il bianco e il nero. Non ci sono mezzi termini, o si è innocenti o colpevoli. E se sei colpevole per Frank c’è una sola punizione: la morte.

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STORIA EDITORIALE

Ma da dove arriva questo anti-eroe? La prima volta ci viene presentato addirittura come antagonista in Amazing Spider-Man 129, nel 1974. Per diversi anni rimane nel limbo dei personaggi comprimari e soprattutto all’inizio sembra non usare armi letali, bensì armi caricate a gomma e congegni stordenti. Bisogna aspettare la metà degli anni ottanta per vedere nascere il vero Punitore. Quello che conosciamo (e amiamo) oggi. La Marvel fu piuttosto esitante nel pubblicare un personaggio che usava la forza letale per fermare i cattivi, ma fu convinta dallo sceneggiatore Steven Grant e il disegnatore Mike Zack. La Casa Delle Idee provò quindi a far uscire qualche albo. Fu un boom di vendite. Frank è quindi passato di autore in autore, con numerosi alti e bassi (alcune storie, va detto, sono davvero tristi) ma riuscendo a liberarsi ogni volta dei suoi “errori editoriali” grazie ai classici reboot tipici delle grandi publisher americane. Il vero avvento e consacrazione del Punisher arriva nel 2000, dopo il ciclo di storie in cui Frank muore e risorge come cacciatore di mostri e dem-ehr, lasciamo perdere. Facciamo finta che non sia mai successo. Un po’ come Alien 3 e Alien: La Clonazione.

UN NUOVO TERRIFICANTE INIZIO

Dicevo, nel 2000 la Marvel ha l’ideona di portare due artisti “da nulla” come Garth Ennis e Steve Dillon (autori del celeberrimo Preacher) e affidar loro Frank Castle. Ciò che ne consegue contribuisce a creare attorno al Punitore un’aura di potenza editoriale e capacità di intimidazione rivaleggiate da pochi grandi personaggi, nel mondo dei fumetti, come Rick Grimes di The Walking Dead e Swamp Thing. Ennis e Dillon danno una svolta fortissima al fumetto, creando un Frank Castle ultra-realistico e cinico. Il Punitore non è più legato alle meccaniche canoniche del classico universo Marvel, non è più costretto a sopportare i supereroi e le loro “pagliacciate”. Il sentiero che intraprende è maturo e senza fronzoli. Nasce così la serie MAX che racchiude forse le migliori storie del Punitore. Violente, cupe e terribilmente realistiche.

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STORYLINE

Mentre il Punitore “reale” percorre il suo cammino di violenza e vendetta senza perdono, Frank Castle torna anche nel classico universo Marvel, determinando da quel momento in poi una scissione tra due versioni separate del personaggio: il Punitore ultra-violento di Ennis della serie Max e il Punitore anti-eroe “comune” che naviga nella continuity Marvel. Della serie Max c’è poco da dire, ma tanto da apprezzare. Il suo completo realismo ci dona una visione cinica e oscura del mondo in cui si muove Frank. I nemici che affronta sono pedofili, mafiosi, poliziotti corrotti. Tutto ciò che di peggio la società ha da offrire. Mentre il Frank più chiaro, ma pur sempre violento, all’interno della continuity si trova invischiato suo malgrado nei vari cross-over e mini-serie evento.

Finirà così dal lato di Capitan America durante la Civil War, cercherà di assassinare Osborn durante Dark Reign (fallendo, purtroppo), verrà incredibilmente ucciso da Daken, salvo poi tornare come Frankencastle (altra parte da dimenticare), e infine ritornando “normalmente” in vita, sano come un pesce e pronto ad uccidere nuovamente i cattivoni. Ha fatto parte anche dei Thunderbolts, in tempi recenti, finendo per avere una mezza relazione con Elektra (giustamente, tra i due migliori assassini del mondo Marvel, non può non esserci una certa intesa…). Ma Frank Castle, dopotutto, non è tipo da giocare in squadra, quindi finisce quasi per ammazzare tutti i Thunderbolts e si libera del giogo del Generale Ross / Hulk Rosso, boss del suddetto gruppo, per tornare a fare il giustiziere di strada. Il vero posto che spetta al Punitore. Forse Deadpool, altro membro dei Thunderbolts, non gli andava proprio a genio (tutto questo nella saga, in Italia edita in raccolta, Punisher contro i Thunderbolts).

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ASPETTO

Il costume del Punitore varia in base ad autori, periodi di pubblicazione e persino situazioni di scontro: in ambienti innevati, per esempio, indossa un costume a colori invertiti, tutto bianco con il teschio nero. Riguardo a quest’ultimo, è la costante: il suo teschio. Divenuta negli anni una vera e propria icona, il teschio del Punitore svetta sempre sul suo petto. Che sia solo quello il suo riconoscimento (come per Ennis) o sia accompagnato da stivali e cinturone multi-tasche bianco, il teschio non manca mai. Dopo la dipartita (momentanea) di Capitan America, dopo la prima Civil War dei fumetti, per omaggiarlo Frank indossa un cappuccio simile all’elmetto del Capitano. Ma ben presto lo abbandona e torna al suo look classico. Quando lavora per i Thunderbolts, con una piccola ma distintiva variazione, il teschio che porta sul petto si tinge di rosso.

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POTERI E ABILITÀ

Come può un uomo solo rappresentare un così grande problema sia per la mafia che per il mondo dei supereroi? Iniziamo a parlarne con calma.

Punto primo: la sua abilità con le armi. Sotto i Marines Frank è stato addestrato come militare, per poi affinare le proprie abilità nei corpi speciali. Il Punitore può smontare e rimontare qualsiasi arma in pochi secondi. Conosce alla perfezione ogni bocca da fuoco conosciuta. Ovviamente, la conoscenza delle armi non basta: Frank è un perfetto tiratore, in grado di colpire bersagli in movimento e distanti senza grosse difficoltà, è metodico nell’eliminazione dei bersagli. Fronzoli e cerimonie non fanno per lui. Il 9mm Parabellum è per lui un compagno fedele, il Calibro 12 un vecchio amico e la granate da 40mm delle amanti infaticabili. Come se non bastassero le armi, Castle ha anche approfondite nozioni di chimica, ingegneria e demolizioni. Questo fa di lui un ottimo artificiere in grado di colpire punti deboli di strutture o di veicoli blindati.

Punto secondo: se la sua mira è praticamente perfetta, le sue capacità nel corpo a corpo sono altrettanto eccezionali. Pur non avendo super-poteri, Frank dimostra grande abilità nel combattimento ravvicinato, formato da addestramento ed esperienza all’uso del CQC, cioè il Close Quarter Combat (eh già, quello di Big Boss in Metal Gear Solid 3: Snake Eater), sia esso all’arma bianca o a mani nude. Negli anni è riuscito a tenere testa a super-umani specializzati nella lotta fisica senza grosse difficoltà. Se può combattere contro Wolverine o Spider Man, pensate a cosa può fare a dei mafiosi abituati a vedersela con dei negozianti impauriti.

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Punto terzo: se la sua mira e le sue abilità nello stretto sono incredibili, ciò che aiuta tantissimo Frank è il suo fisico. Il Punitore è un uomo in missione. E per lui la missione è tutto. La Punizione è tutto. La sua vita intera è focalizzata a portare avanti la sua vendetta e per farlo ha bisogno del miglior fisico possibile, per questo si sottopone ad estenuanti allenamenti di calistenia, corpo libero e aumento della forza fisica. Anni di addestramento hanno forgiato un corpo al limite delle condizioni umane. È in grado di sollevare uomini normali con un solo braccio, di impugnare e utilizzare efficacemente armi a due mani utilizzandone solo una, di portare con sé diverse decine di equipaggiamento senza che ne risulti rallentato o affaticato. Frank Castle è al livello di atleti olimpionici per quanto riguarda agilità, forza e coordinazione, che unite alle sue altre abilità ne fanno una perfetta macchina per uccidere. Ma manca ancora una cosa, la più importante, alla lista dei suoi punti di forza.

Punto quarto: la mente. Sì, è la mente la forza principale del Punitore. Innanzitutto è un uomo intelligente, dotato di un acume prettamente votato alla strategia e al combattimento, una mente calcolatrice di traiettorie balistiche, incroci di fuoco e analisi tattiche. Può trarre una valutazione del terreno di scontro in pochi istanti, consentendogli di agire sempre in fretta e per il meglio. E ha un’ottima memoria, che gli permette di registrare dati importanti e informazioni vitali che può reperire in qualsiasi momento.

PSICOLOGIA

Ma, come ho ribadito più volte, Frank ha una missione, e soltanto questo, senza più nulla da perdere. L’uccisione del male è l’unica cosa che conta, tutto il resto è secondario. La psicologia di Frank Castle è un luogo oscuro, quindi, appesantita dal dolore per la morte della sua famiglia e stritolata dal rimorso inconscio di non averli salvati, o almeno, di non averli seguiti. È talmente focalizzato sui suoi obiettivi che la sua volontà risulta d’acciaio. La sua forza spirituale è “tranquillamente” al livello di Captain America, Wolverine e Daredevil, seppur con intenti radicalmente differenti. Il Punitore non conosce la paura, perché tutto ciò che di brutto poteva accadergli, gli è già accaduto. Non lo spaventano mitragliatrici ruggenti, simbionti alieni o mostri inconcepibili. La sua mente è fredda, sistematica. Ricerca costantemente il miglior modo per uccidere i suoi bersagli, nel modo più efficace e redditizio in termini di risorse e di tempo. La sua volontà incrollabile gli permette inoltre di spingere il suo corpo oltre il limite. Il dolore fisico non lo tange, poiché in confronto al dolore emotivo provato, anche le peggiori ferite sono nulla. Colpi d’arma da fuoco in punti non vitali, tagli, abrasioni, ustioni sono nulla per Frank. La disperazione e la paura non possono farsi largo in un cuore già annerito da anni di violenza, rabbia e odio. Anche se circondato dai nemici, sotto pesante fuoco nemico, in punto di morte, Frank non farà mai un passo indietro. Non perderà mai la concentrazione. Non si arrenderà mai. Addirittura anestetici potenti, scariche elettriche o droghe in grado di stendere una creatura di grosse dimensioni non impensieriscono il Punitore. Il suo sistema biologico è completamente dominato dalla sua mente. E la sua mente è mossa da un solo obiettivo: uccidere, per punire i cattivi.

Tutte queste cose rendono il Punitore una macchina di morte, inarrestabile ed incorruttibile.

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EQUIPAGGIAMENTO

Frank Castle è uomo dai gusti semplici e forse poco raffinati. Preferisce una granata a frammentazione ad un raggio laser. Preferisce un Uzi ad un lancia ragnatele sintetiche. Insomma, preferisce degli “attrezzi” concreti, per il suo lavoro concreto. Solitamente sceglie con accuratezza il suo equipaggiamento in base alla missione. Indossa protezioni balistiche avanzate per proteggersi da esplosioni, proiettili e fiamme. Il Punitore cerca sempre l’arma giusta per la situazione giusta, pertanto sarà difficile vederlo utilizzare sempre la stessa “compagna”, in frangenti diversi. Anche se sicuramente una menzione speciale va dedicata all’M60, arma con cui ha sviluppato un buon legame in seguito alla sua esperienza in Vietnam. L’unica costante, ovviamente, è il teschio. Perché i nemici sanno bene cosa li aspetta quando lo vedono.

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CURIOSITÀ

Un What If è una storia che immagina un certo universo di riferimento (nel caso del Punitore, sarebbe quello Marvel) variato in un piccolo particolare e mette in scena le conseguenze, a volta enormi, di quella piccola variazione (celebre l’esempio del What If della DC, Superman: Red Son, in cui Clark Kent atterra sul suolo russo, invece che su quello americano, e crescendo viene assoldato dalla madre Russia).

Ecco, in un What If particolarmente degno di nota, il Punitore vede la sua famiglia uccisa per sbaglio da uno scontro tra super-eroi. La storia si chiama Punisher Kills The Marvel Universe, e in essa il primo a pagarne le conseguenze è l’x-man Scott Summers, aka Ciclope, freddato con diversi colpi di pistola sul posto. Tanto per farvi un esempio (tanto a nessuno sta simpatico Ciclope). Nella suddetta realtà Frank intraprende una folle crociata, potete ben immaginarla dopo tutto quel che abbiamo detto, cacciando super-eroi e super-cattivi con pari foga. La fine è un capolavoro (non proseguite se non volete nessun tipo di SPOILER!). Dopo anni di guerra il Punitore ha sterminato tutti quanti i super-umani e gli altri eroi mascherati del pianeta Terra. Ne rimane solo uno. Solo un testimone dell’era dei super eroi: lui stesso. E il Punitore uccide sempre i suoi bersagli…

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In un altro What If chiamato Marvel Universe Vs Punisher, Frank Castle vede tutto il mondo Marvel contagiato da un agente patogeno che trasforma i super-umani in cannibali folli. Unico protettore dei sopravvissuti a New York, il Punitore caccia personalmente ogni mostro per ucciderlo, ma trova parecchie difficoltà nell’occuparsi di Deadpool, che non ha perso il suo fattore rigenerante.

IN CONCLUSIONE

I Vendicatori hanno provato varie volte a fermare Frank Castle, talvolta persino riunendosi per catturarlo. Tuttavia, scoprendo di essere in realtà usati dal Punitore, aiutandolo senza volerlo nella sua personale lotta al crimine (diversa e incompatibile con la loro), i super-eroi più celebri si rendono conto di una cosa. Per fermare Frank Castle, una sola opzione sarebbe efficace: ucciderlo. E i Vendicatori non possono uccidere (a differenza di qualcun altro). Demordono, quindi, lasciando forse in maniera saggia, forse in maniera ipocrita, che il Punitore continui la sua missione.

Una missione che Frank Castle svolge ancora con determinazione e fermezza incomparabili: migliaia di uccisioni confermate, alcune peraltro prestigiose (chiedetelo al super-villain Stilt Man), e altrettanti criminali mandati all’altro mondo. Non volete essere i prossimi? Comportatevi bene. Finché siete innocenti, non avete nulla da temere dal Punitore. Ma siate sempre vigili con voi stessi, perché ci vuole un secondo a diventare colpevoli e, dopo, non c’è alcun perdono. Perché l’unica cosa che conta è la missione, e c’è solo una punizione…