La fantascienza secondo Danny Boyle

Anno 2057, il Sole si sta spegnendo condannando la Terra a una nuova e stavolta eterna era glaciale. Un team di scienziati ed astronauti viene selezionato tra le menti migliori del globo e spedito alla volta della stella morente su di un’astronave con a bordo una gigantesca bomba atomica. Compito: riaccendere il Sole. Da quanto tempo un film di fantascienza non aveva una trama così semplice eppure brillante (in tutti i sensi)? Niente mostri o devastazioni, niente presidenti alla “che Dio abbia pietà di noi”, niente esagerazioni perché Sunshine è un semplice viaggio per la salvezza, un viaggio fisico e mentale all’interno delle peggiori paure dell’uomo.

Alla regia

Il papà di questa particolare pellicola è Danny Boyle. Sceneggiatore, produttore e regista cinematografico irlandese tra i più versatili ed ispirati degli ultimi anni e non vi nascondo, anche il mio preferito in assoluto. Già forte del successo delle sue precedenti opere tra le quali ricordiamo “Trainspotting“, “The Beach” e “28 Giorni dopoBoyle ci mostra come un bravo regista si sappia muovere tra i vari generi spaziando dal drammatico all’avventura fino all’horror e alla fantascienza offrendo ogni volta al pubblico qualcosa di originale e mai visto, arte pura firmata dalla sua particolare mano. Se avete visto anche solo uno dei tre titoli sopracitati saprete di cosa sto parlando; quando si guarda un suo film ci si perde per novanta minuti. E’ un viaggio (un trip nel caso di Trainspotting), che ti prende per mano fin dal primo minuto e non ti lascia fino ai titoli di coda. Pochi registi hanno uno stile così particolare e la cosa può piacere o meno ma quando si vede qualcosa firmato da lui difficilmente la si riesce a dimenticare. Vi faccio l’esempio della famosa scena di The Beach nella quale un DiCaprio fuori di testa (in una delle sue migliori interpretazioni, e no, neanche qui ha preso l’Oscar) corre per la giungla come in un videogioco o le fortissime immagini viste in Trainspotting, diventate un cult e  rimaste impresse nell’immaginario collettivo; insomma il marchio di fabbrica di Boyle non si dimentica.

03_sunshine_Blu-ray

Nel 2008, l’anno successivo a Sunshine, Boyle ha sbancato gli Oscar con The Millionaire (Slumdog Millionaire) un film pieno di musica che racconta la vita di due fratelli nelle baraccopoli indiane, della fortuna improvvisa di uno dei due e dell’amore fraterno e romantico che dura tutta una vita. Dieci nomination e otto statuine aggiudicate tra cui miglior regia, miglior sceneggiatura, colonna sonora, fotografia e montaggio. Nel 2012 ha diretto la Cerimonia dell’apertura delle Olimpiadi di Londra ed è stato uno spettacolo per gli occhi, poco dopo gli è stato offerto il cavalierato per il servizio reso alla nazione ma lui ha cordialmente rifiutato poiché preferisce rimanere “un uomo del popolo” e dato che la sua cerimonia inneggiava all’uguaglianza, sarebbe stato un controsenso per lui accettare.

Verso il Sole

A Boyle aveva sempre stuzzicato l’idea di dirigere un film ambientato nello spazio e quando Alex Garland, lo sceneggiatore che lo ha affiancato in molti dei suoi film, gli propone l’idea, non se lo fece ripetere due volte. Ci lavorano per un anno e due ne servirono per la produzione oltre a vari mesi per montaggio e riprese, fu un’esperienza massacrante per Boyle il quale dichiarò che mai più si sarebbe cimentato in una simile impresa. Spero vivamente che cambi idea perché il risultato è stato fenomenale. La trama come vi accennavo prima è semplice; nel 2057 la Terra è minacciata da una nuova era glaciale dovuta ad una morte prematura del Sole il quale pian piano si sta spegnendo per motivi sconosciuti e che rimarranno tali per licenza poetica. Un gruppo di scienziati ed astronauti guidato dal fisico Robert Capa (interpretato dalla musa di Boyle Cillian Murphy, già protagonista di 28 Giorni dopo) viene spedito verso il sole sull’astronave Icarus II con a bordo un carico prezioso: TUTTO il materiale fissile rimasto sulla Terra convertito un’una gigantesca bomba atomica delle dimensioni dell’isola di Manhattan da sganciare una volta arrivati in prossimità della meta per cercare di innescare una reazione atomica che riaccenda la preziosa stella. L’Icarus II è l’ultima speranza prima della condanna a morte dato che sette anni prima era stata già inviata l’Icarus I un’altra astronave con una bomba identica, ma della quale si sono completamente e misteriosamente persi contatti e tracce.

sunshine02Il team è ben addestrato e motivato, ognuno con il suo carattere e convinzioni messe a dura prova dal peso della situazione, non rimane altro che aggrapparsi alla speranza e agli ideali per non crollare. Una poetica “camera della Terra” aiuterà gli astronauti a sopportare il distacco da tutto ciò che gli ricorda il proprio pianeta attraverso immagini e scene di vita, ma non basterà. Il viaggio fila liscio almeno fino al punto in cui per colpa della prossimità del Sole l’astronave non entra nella “zona morta” e si perdono le comunicazioni con la Terra rimanendo d’improvviso soli nell’immensità silenziosa dello spazio con davanti a sé l’enorme ed imponente massa solare… e qualcun altro di inaspettato. A questo punto preferisco fermarmi qui e non spoilerarvi troppo della trama visto che i colpi di scena non mancano.

(Da) Soli nello spazio

Ciò che m’interessava era l’idea che si potesse arrivare ad un punto in cui la sopravvivenza dell’intero pianeta ricadesse sulle spalle di un solo uomo, e come questo potesse dargli alla testa.” questa è stata la dichiarazione di Garland e anche quello che trapela dal film. L’insostenibilità psicologica dell’uomo di fronte a scelte così enormi, la pressione che ne scaturisce è il fulcro di tutti e cento i minuti della pellicola. Non c’è il noioso, stucchevole eroismo tipico di tanti bluckbuster Hollywoodiani  eche fa urlare ai protagonisti: “Avanti, andiamo a salvare la Terra!! Solo noi possiamo! Yeah!” ma piuttosto un rassegnato, e malinconico spirito di sacrificio misto a devozione pura che sfocia pericolosamente in idolatria. Perché ad un certo punto, quando attorno a te hai il vuoto VERO, il silenzio infinito dello spazio, sei solo con te stesso e davanti ai tuoi occhi tutto quello che puoi vedere (e al quale puoi pensare) è solo l’immensa ed imponente massa solare; questa diventa Dio. Più di un personaggio, durante questa lunghissima odissea perde le staffe fino a trascinare con sé i suoi compagni e ognuno reagisce a modo suo; c’è chi di loro si sofferma a contemplare per ore il Sole nell’osservatorio fino ad ustionarsi pesantemente, chi ripone in semi e germogli del giardino idroponico tutto il suo amore, chi non si rassegna a non sentire più il vento sul viso ed il canto degli uccelli e chi pensa solo ed unicamente a sganciare quella maledetta bomba. Ma sono soli.

consigli cinema sunshine

Quello su cui si è voluto maggiormente concentrare Boyle è il peso che una missione di questo spessore ha sulla mente dell’uomo, quali effetti provoca e quanto possa stremare, quali ideologie reggeranno la pressione e quali invece soccomberanno. E ha fatto centro in pieno, ha restituito il lato umano e psicologico a questo genere (che dai tempi di 2001 Odissea nello spazio si è visto in ben poche pellicole), un fattore che spesso viene tralasciato per fare spazio ad esplosioni e computer grafica che non sempre sono equivalenti di un “bel film”.
La megalofobia è così ben ricreata da essere soverchiante per qualsiasi spettatore. Il Sole è imponente, immenso e sconfinato, è esattamente come uno se lo immagina, da corpo fisico muta in un’entità divina che tiene sotto scacco Terra e protagonisti. È al tempo stesso sia il pericolo sia la salvezza, qualcuno dal quale vuoi fuggire ma al quale invece devi per forza correre incontro, come in un brutto sogno. Abituati a pellicole in cui il nemico o il mostro di turno si nasconde nel buio, fa un po’ strano vederlo questa volta nascere dalla luce ma è una sfida che Boyle ha saputo cogliere e tenere ben salda. Il Sole e non solo lui, come scoprirete se vedrete il film, fa paura. In quest’ateo viaggio per la salvezza è l’uomo che prende le veci di Dio per porre in atto il Fiat lux che decreterà la sopravvivenza di tutta l’umanità, l’imprescindibile arroganza scientifica nel trovare una soluzione di fronte ad una minaccia, invece di chinare la testa e soccombere al fato. Vi lascio con un bellissimo scambio di battute che avviene ad un certo punto, tra i due protagonisti Cassie e Capa mentre contemplano la bomba. Riassume tutto.

consigli cinema sunshine

Cassie: Hai paura Capa?

Capa: Quando la Bomba Stellare verrà innescata, dapprima non succederà niente. Poi dal nulla nascerà una scintilla che galleggerà per un instante nello spazio e poi, si dividerà in due, e quelle due si divideranno di nuovo, e di nuovo, e di nuovo…una esplosione oltre ogni immaginazione – il Big Bang su piccola scala. Una stella nata da un’altra morente…Credo che sarà meraviglioso…No, non ho paura.

Cassie: ….Io sì.