Ci sono giochi che riescono a far parlare di sé anche se non mostrano niente se non un paio di minuti di video e qualche dettaglio su un eventuale gameplay. Non ha importanza che siano titoli tripla A (che bruttissima definizione), o concept talmente acerbi da essere quasi delle tech-demo, resta solo il fatto che una volta gettato l’occhio, certe immagini, certe sequenze restano piantate in mezzo al cervello e non se ne vanno via neanche a pagarle. Vi sarà sicuramente successo qualche volta, e sicuramente vi accadrà di nuovo se vi scomodate ad andare a guardare uno dei pochissimi video su questo titolo indie che porta l’evocativo nome di Cuphead. Sarà per i colori sgargianti, per gli sfondi colorati con il pennellino doppio zero, per le animazioni del personaggio principale, per la caratterizzazione dei boss o solo perché effettivamente risulta essere completamente diverso da tutto quello che avete avuto davanti agli occhi finora, resta il fatto che una volta guardato il trailer non potrete che innamorarvi di questo titolo. I fortunati a poterci giocare saranno i possessori di XBOX One e di PC, per tutti gli altri ciccia.

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Vi starete chiedendo da dove arriva tutto questo plauso e questo entusiasmo, beh, abbiamo deciso di raccontarvi perchè. Seguiteci.

I favolosi anni 30

La cosa che sicuramente balza immediatamente all’occhio guardando il materiale iconografico di Cuphead a nostra disposizione, è senz’altro lo stile grafico inconfondibilmente vintage. Chad Moldenhauer, il designer che si nasconde dietro l’intero progetto ha raccontato come tutto è nato. Le prime idee per Cuphead prevedevano un’ambientazione scolastica che percorresse le varie classi, dal nostro asilo fino alla fine delle scuole medie (più o meno), lasciando che i disegni all’inizio approssimativi come li farebbe un bambino di tre anni divenissero via via più dettagliati e riconoscibili. L’idea in sé era già abbastanza appetibile, ma poi come sempre capita si inizia a cazzeggiare con gli amici e le cose vengono puntualmente stravolte. In questo caso, Chad, da sempre appassionato di cartoni animati di vecchissima data, si divertì insieme al fratello a mettere uno sfondo d’epoca in uno degli artwork del gioco e fece vedere il risultato a qualche amico, così per ridere.

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Il problema fu che lo scherzo ottenne un tale successo che la direzione artistica dell’intero titolo cambiò, rivolgendosi verso una realizzazione vintage.

CupheadE Vintage è il termine migliore per descrivere Cuphead. Le radici sono quelle dei vecchi cartoni animati degli anni 30, di quelli che trasmettevano la domenica su Rai Uno, dove personaggi con le gambe secche ed arcuate, flessibili e senza articolazioni, vivevano avventure inquietanti con animali dispettosi, scheletri ballerini e poliziotti irrequieti. Le Silly Symphonies di Walt Disney ne sono un esempio così i corti realizzati dal loro diretto competitor dell’epoca, la casa di produzione dei fratelli Fleischer, quelli che hanno dato vita ai cartoni di Koko il Klown, Betty Boop e il caro vecchio mangiaspinaci Braccio di ferro.

cuphead-bat2Il background artistico è appunto quello dell’animazione degli anni 30 e i pochi minuti di trailer a nostra disposizione ci fanno capire quanto i fratelli Moldenhauer si siano davvero calati nella parte. La resa artistica è così vicina all’originale perchè, al pari dei vecchi cartoon americani di inizio secolo, ogni animazione è stata fatta a mano, disegnano ogni singolo frame, old school style! Un lavoraccio immane, come lo descrive lo stesso Chad, ma che gli sta dando delle soddisfazioni enormi, soprattutto dal punto di vista artistico, date le quantità di nuove cose che ha dovuto imparare e mettere in pratica: deve ringraziare questo progetto fuori dai canoni per la sua crescita artistica e come animatore e forse questo è uno dei migliori complimenti che un autore può fare al proprio lavoro.

Per concludere la “vintaggiosità” del titolo, diciamo che è stato realizzato rispettando i canoni delle leggende anni 80, quando i giochi si programmavano nei sottoscala di polverosi appartamenti, pregando che non andasse via la corrente e si perdessero i dati. Infatti, la produzione per adesso è tutta in mano all’MHDR, lo studio dei fratelli Chad e Jared Moldenhauer, in combutta con altri due colleghi, Cosmin Chivulescu e Kristofer Maddigan. Una produzione piccola da cui ci aspettiamo grandi cose.

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Corri corri, spara spara

Quello che manca all’appello è il gameplay… Perché, per quanto cartoonesco possa essere lo stile, stiamo sempre parlando di un videogioco. Ma che genere è? Siamo sempre nell’ambito dei giochi old school, nella tradizione del buon vecchio Contra, Mega Man, con un pizzico di Super Mario. Insomma, i ragazzi Moldenhauer hanno preso la summa delle loro esperienze adolescenziali con il joystick e il pad e le hanno convertite in un concetrato di nerditudine e citazioni.

cuphead-flower2Il gioco si articolerà come una sequenza di Boss Battle, che il protagonista Cuphead dovrà affrontare. Il nostro eroe è una povera tazzina da tè caduta in disgrazia per aver fatto un patto col diavolo e aver avuto la peggio. Il suo compito è quindi scontare questa punizione e seguire gli ordini che il lucifero di turno gli darà e che si risolveranno in un continuo combattimento contro nemici via via più improbabili. Nel corso dell’avventura Cuphead potrà contare su upgrade, nuove armi e vite infinite. Il sistema di stage sarà organizzato in un mondo molto simile a quello di Super Mario World e non mancheranno livelli segreti e strade alternative. Altro non ci è dato sapere, se non che è anche prevista una modalità Hard(issima) e il multiplayer per due giocatori (forse sia offline che online).

L’azione sullo schermo è totale, con il protagonista che spara da una parte all’altra del quadro, tra salti millimetrici e contrattacco nemico, tanto da avere sempre il livello pieno di roba che si muove senza sosta. Appare fin da subito quanto il gioco sia incentrato su un gameplay frenetico e mozzafiato, che lascia poco tempo per pensare e chiama in causa nervi saldi, riflessi immediati e tanta pazienza. Con queste premesse, forse le vite infinite non sono un’idea così malsana…

Good Old Technicolor

cuphead-schmup1Le prime impressioni da parte nostra per questo titolo assolutamente originale almeno nelle premesse sono ottime, tanto che ci è salito l’hype a mille. Vedere una realizzazione tecnica di questa portata e con questa cura per i dettagli e l’ottima centratura stilistica ci ha attizzato. Certo, una cosa simile non è nuova, basta pensare al primo livello del platform Topolino e le sue avventure che tutti abbiamo giocato ai tempi delle console a 16 bit (uscì però anche su PSX) anni e anni orsono, ma è ben altra cosa vedere questa tecnica artistica estremizzata in una maniera quasi ossessiva e maniacale tanto da lasciare davvero a bocca aperta!

Cuphead sembra davvero quel mix di vintage, hard core e sano umorismo cattivo che potrebbe far tornare in auge un genere di giochi che un po’ si sta perdendo. E potrebbe essere anche la prova che una direzione artistica “antica” si può rivelare l’arma vincente in barba a tutti i miliardi di poligoni al secondo a cui siamo abituati.

Ora non ci resta che sederci e bere un tazza di tè nell’attesa, lunga, che Cuphead si materializzi sulle nostre console.

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.