Ciao Tiziana! Innanzitutto partiamo dalla tua opera, Fidanzato Vampiro: da molti è stato definito l’anti-Twilight e vorremmo sapere, qual è la tua opinione su quel genere, ovvero l’urban fantasy?

Bella domanda! In effetti possiamo prenderla come una parodia di romanzi come Twilight o Vampire Diaries, anche se è abbastanza canonico come racconto sui vampiri. Sinceramente non mi piacciono molto gli urban fantasy, soprattutto perché trovo il loro modo di raccontare l’amore, stereotipato e noioso, molto più simile al genere harmony, per questo volevo creare qualcosa che si distanziasse da molto da quel genere. Difatti molte cose sono l’esatto opposto di quelle che si trovano in questo genere di romanzi.

Insomma volevi fare qualcosa che fosse personale e dissacrante al tempo stesso? 

Assolutamente. Il lato personale deve esserci sempre! Io, all’Università, ho frequentato la facoltà di lettere e amo, in particolar modo, la letteratura ottocentesca e l’ottocento in generale. Difatti il mio vampiro è più conforme a quello stile, anche se può non essere di moda e, forse, ridicolo.

La tua storia è nata per un concorso che aveva come tema principale i vampiri, ma hai pensato da subito a Fidanzato Vampiro o avevi anche altre idee, magari anche qualcosa che potrà concretizzarsi in futuri progetti?

Se avrò occasione di fare altro in futuro, mi piacerebbe distanziarmi dal genere e fare qualcosa di completamente diverso. Non vorrei essere associata solo alla letteratura vampiresca o comica, per il concorso scelsi questa opzione perché doveva essere un racconto racchiuso in sole sei pagine e l’idea di base doveva essere molto chiara. Secondo me qualcosa come Fidanzata Vampiro, con il suo stile quasi parodistico, mancava nel panorama fumettistico; ricordo che quando scelsi il nome del protagonista, feci delle ricerche perché ritenevo impossibile che non esistesse già un vampiro chiamato Vladimiro  eppure trovai solo dei racconti per l’infanzia illustrati. Decisi quindi di farlo io.

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Sappiamo che sei anche appassionata di anime degli anni ’90 e film della Disney. Lo siamo anche noi, quali sono i tuoi preferiti?

E’ difficilissima come scelta! Mi piace moltissimo l’umorismo di Rumiko Takahashi (N.d.r. autrice di opere come Lamù, Ranma ½ , Maison Ikkoku o Inuyasha per citarne alcune), tuttavia come estetica e tratti dei disegni, preferisco i lungometraggi della Disney. Ho letto e visto cose differenti, amando i cartoni animati soprattutto quando ero molto piccola, ma non saprei dirti a cosa m’ispiro o cosa mi abbia influenzato, perché, da autodidatta, mi piace un po’ tutto e tendo a mescolare i vari stili all’interno dei miei lavori.

Essendo partita da autodidatta, qual è stato il momento nel quale hai deciso di metterti in gioco e passare dall’amatoriale al professionale? È stato in occasione del concorso o era già nell’aria come idea?

Onestamente sono sempre un po’ combattuta tra continuare con il professionismo e il mollare tutto! La verità è che quando hai un tipo di passione che ritieni un hobby o una valvola di sfogo, incanalarla e farla diventare qualcosa di professionale, ti vincola necessariamente in qualche modo ed è veramente difficile portarla avanti… Almeno io la vivo in questo modo. Tuttavia ci sono state delle esperienze che mi hanno convinto a continuare questo lavoro, non dico da professionista perché non mi ritengo a tale livello, ma la pubblicazione del mio lavoro e la collaborazione che sto portando avanti con lo studio di coloristi Gotem Studio (dei ragazzi bravissimi che mi stanno insegnando a colorare meglio) mi stanno indirizzando verso la via del professionismo, anche se, ripeto, non mi ritengo tale.

Bè complimenti, è un atteggiamento molto modesto e umile da parte tua! Senti, come ben sai è difficilissimo riuscire ad emergere in questo settore, ma nonostante questo ci sono diversi modi per poterlo fare e avere successo, anche grazie al web. Tu che consiglio ti sentiresti di dare a chi vuole intraprendere questo tipo di carriera?

È un po’ complesso in effetti. Il consiglio che mi sento di dare è domandarsi se il disegnare, o scrivere, è qualcosa di assolutamente fondamentale nella propria vita, al punto tale da star male se si è impossibilitati a farlo. Se la risposta è affermativa, allora vale la pena tentare, tenendo sempre presente che bisogna effettuare un continuo miglioramento nel proprio lavoro, che ci saranno complimenti ma anche critiche, soprattutto nei primi lavori, e che bisognerà accettare in egual modo entrambi. Se si supera l’ostacolo dei vari “no”, e del conseguente scoraggiamento, si inizia ad entrare nella giusta ottica del professionismo, altrimenti non vale neanche la pena fare il tentativo.

FidanzatoVampiro

Vedendo il tuo fumetto, non posso fare a meno di notare l’influenza di quelli che sono, come dicevamo prima, i tuoi gusti personali: un po’ manga e un po’ cartone animato Disney. Quali sono le tue vere influenze nello stile grafico che hai adottato?

Eh anche qui è abbastanza difficile! Ho letto molti manga e, a mio avviso, il miglior mangaka in termini di tratti del disegno, è senza dubbio Masakazu Katsura (N.d.r.: autore di opere come Zetman o Shadow Lady), tuttavia ci sono alcune cose nei manga che non mi piacciono: l’eccessiva stilizzazione dei volti, per esempio, che, se estremizzata, rende i personaggi piatti, tutti uguali tra loro, cosa che in un disegno più occidentale e realistico, non accade. È veramente complesso definire le mie influenze grafiche, perché non ho una vera e propria formazione artistica, tuttavia sento che lo stile che ho scelto di adottare è quello che più si confà ai miei gusti attuali. Ci sto ancora lavorando comunque! Ad esempio, ora che sto facendo il seguito di Fidanzato Vampiro, mi sto interessando parecchio alle illustrazioni in stile ottocentesco di Edward Gorey, perché lo reputo più adatto agli argomenti che andrò a trattare, ed è sicuramente diverso come stile grafico trattandosi di illustrazione storica.

Un’ultima domanda: se Fidanzato Vampiro fosse finito, quale sarebbe il tuo progetto successivo?

Ma in realtà, in questo periodo, ho partecipato anche al progetto Sexy Tales di Elena Mirulla, che si discosta totalmente da Fidanzato Vampiro, per il quale ho realizzato una storia più breve e colorata, di genere erotico-comico. Ora come ora ho anche altre storie in mente e sicuramente mi piacerebbe variare il genere, o collaborare con altri fumettisti. Sinceramente non saprei, in questo momento, anche solo pensare a tutto questo, è veramente difficile essendo agli inizi!