Cerco nelle mie narici una testimonianza delle mie radici

Noi videogiocatori siamo gente strana. Da una parte cerchiamo sempre la novità, stanchi di un mercato videoludico ormai stantio e che non sentiamo più in grado di rappresentarci. Dall’altra quando si comincia a sentire odore di remastered nostalgiche, corriamo ad armarci di Tegolini e Big Babol, pronti ad immergerci in un glorioso passato fatto di platform, avventure grafiche e merendine poco salutari che oggi purtroppo sono l’eccezione e non la regola. Le avventure, non le merendine, che qua siamo sempre grassi uguale.

Così quando mi si è parata davanti l’opportunità di recensire Day of the Tentacle Remastered mi sono sentito come se potessi… come se potessi… CONQUISTARE IL MONDO! Ed avevo ragione.

Ritorno al futuro

Sono passati 23 anni dall’uscita del figlioccio di Tim Schafer e Dave Grossman, eppure è un gioco capace ancora di divertire, peraltro in maniera intelligente, e al quale molti titoli devono veramente tanto.

Il gioco è rimasto praticamente lo stesso, non ci sono aggiunte di alcun genere, se non di alcuni bonus come la possibilità di giocare con il commento degli autori (sottotitolato in italiano) ed una galleria di bozzetti veramente sfiziosa.

C’è ancora Maniac Mansion giocabile come easter-egg utilizzando il computer nella stanza del Pazzo Ed Edison, anche se quello non è stato ritoccato ovviamente, e se già era difficilissimo in precedenza, giocarlo con un controller è praticamente impossibile. Ma in ogni caso, è bello che ci sia.

La grafica è stata ripulita alla grande, con un lavoro di restyling veramente perfetto nel mantenere l’atmosfera ed i colori del gioco originale. Quello che è cambiato sono i comandi di gioco, con Double Fine che ha tentato di strizzare l’occhio al presente, abbandonando la classica modalità SCUMM con l’inventario ed i comandi (i classici “Raccogli”, “Usa”, “Esamina”, “Parla con”, eccetera) nella parte inferiore dello schermo, regalandoci una visuale a schermo intero molto pulita e fluida ed affidando tutti i comandi al controller.

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Puntando il cursore sull’oggetto o il personaggio desiderato e cliccando quadrato si aprirà un ventaglio di opzioni disponibili, selezionabili attraverso le levette analogiche, l’inventario è richiamabile con la pressione del tasto triangolo, mentre con la freccia direzionale in alto si evidenzieranno gli oggetti all’interno della stanza con i quali è possibile interagire. Il tutto funziona egregiamente ed abituarsi ad un sistema di comando del genere, non potendo per ovvi motivi disporre di mouse e tastiera, verrà veramente naturale.

Ma se proprio non volete rinunciare a giocarvi il gioco così com’era, premendo il touchpad del controller si tornerà alla grafica di un tempo, con tanto di vecchia interfaccia SCUMM di cui sopra.

Attraverso il Cronobinetto™

Per chi non avesse proprio idea di cosa si stia parlando, Day of the Tentacle è un’avventura grafica punta e clicca, genere molto in voga soprattutto negli anni ’90, oggi per la verità un po’ in disuso.

La storia, nella sua semplicità, è molto sfiziosa: per motivi che non vi spoileriamo, un malvagio tentacolo viola si è impadronito del mondo ed ha ridotto in schiavitù la razza umana. Per fermarlo bisognerà effettuare delle azioni tornando indietro nel tempo, utilizzando il Cronobinetto™ (una bizzarra macchina del tempo a forma di… gabinetto chimico) dello svitato Professor Fred Edison, ma qualcosa andrà storto, ed i tre protagonisti Bernard, Hoagie e Laverne, si ritroveranno divisi in tre epoche differenti.

Hoagie sarà teletrasportato nel passato, all’epoca della Rivoluzione Americana (finirà in una locanda, vecchia proprietà degli Edison, vero e proprio filo conduttore della storia, dove si sta scrivendo la Costituzione degli Stati Uniti d’America, con tanto di apparizioni di John Hancock, Thomas Jefferson e George Washington alle prese col blocco dello scrittore), Bernard resterà nel presente e Laverne sarà catapultata nell’apocalittico futuro in cui gli umani sono relegati al ruolo di animali domestici dei tentacoli.

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La cosa più interessante del gioco è proprio il modo in cui i tre personaggi dovranno interagire tra di loro, cambiando passato, presente e futuro e riscrivendo la storia, per risolvere enigmi davvero ben ponderati.

Guarda dietro di te! Una scimmia a tre teste!

Il tutto in un contesto pieno di umorismo, citazionismo ed autocitazionismo che davvero vi strapperà ben più di una risata. Detto dei presidenti degli Stati Uniti, ci sono molte referenze ai giochi LucasArts come un ritratto di Sam di Sam & Max nella locanda del passato, o come suggerisce il titolo di questo paragrafo, diverse citazioni di Monkey Island, e molte anche da Star Wars a cominciare dal calendario col faccione di Darth Vader presente nell’ufficio del Professor Fred, o al numero di telefono della televendita trasmessa in loop nei televisori dell’albergo che è 1-800-STAR-WARS. Insomma ce n’è davvero per tutti i gusti.

E allora, lo salviamo il mondo o no?

O meglio, a chi si rivolge Day of the Tentacle Remastered? Sicuramente ai giocatori di una certa età, che non vogliono perdersi l’occasione di rigiocare un capolavoro della loro epoca in una versione splendidamente riveduta e corretta. Ma può essere un’ottima occasione per chi quell’epoca non ha avuto la fortuna di viverla, per recuperare quella che è stata una pietra miliare per i videogames in generale, e per riscoprire un genere come quello dei punta e clicca, che se fatti bene (come in questo caso) sono garanzia di bei momenti.

Un genere che ad essere onesti non è proprio invecchiato benissimo, ma che il sistema di controllo modernizzato e la feature di cui ho parlato sopra che evidenzia gli oggetti con i quali si può interagire, lo rendono accessibile anche ad un tipo di utenza meno smaliziata. Anche perché veri difetti imputabili al gioco in sé non ce ne sono, se non forse alcune imprecisioni di sincronizzazione labiale in due-tre dialoghi. Poca roba.

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Io ricordavo il gioco praticamente a memoria, tranne alcuni enigmi un po’ più complicati che avevo rimosso, e per completare il gioco ci ho messo circa due ore, che possono diventare tranquillamente 6 o 7 per chi non ci avesse invece mai giocato, ed al prezzo di 15 euro credo sia “un sacrificio” che valga la pena fare.

Fatelo per l’umanità, che non so a voi, ma a me l’idea di diventare l’animale domestico di un viscido tentacolo non mi attira proprio.

Gabriele Atero Di Biase
Diplomato al liceo classico e all'istituto alberghiero, giusto per non farsi mancare niente, Gabriele gioca ai videogiochi da quando Pac-Man era ancora single, e inizia a scriverne poco dopo. Si muove perfettamente a suo agio, nonostante l'imponente mole, anche in campi come serie TV, cinema, libri e musica, e collabora con importanti siti del settore. Mangia schifezze che lo fanno ingrassare, odia il caldo, ama girare per centri commerciali, secondo alcuni è in realtà il mostro di Stranger Things. Lui non conferma né smentisce. Ha un'inspiegabile simpatia per la Sampdoria.