Datemi un verni-bot e vi colorerò il mondo

Quasi dieci anni fa usciva per Wii de Blob, un platform 3D dalla tendenza open world, realizzato da Blue Tongue Entertainment e rilasciato da THQ. Un titolo che all’epoca si era rivelato carino e interessante per la sua natura scanzonata, fantasiosa e divertente. Adesso de Blob è pronto per essere riassaporato sulle console di ultima generazione, vale a dire PlayStation 4 e Xbox One, grazie al lavoro di rifinitura svolto da BlitWorks.
Noi di Stay Nerd abbiamo avuto l’occasione di testare la versione dedicata all’ammiraglia Sony, e vi diciamo sin da subito che, nonostante gli anni passati, il fascino di de Blob rimane intatto e molto godibile.

Se si dovesse utilizzare un’unica parola per descrivere de Blob, quella sarebbe “colore“. Il titolo si divide in tre modalità (Storia, Pittura Libera e Blob Party), ognuna delle quali si baserà sul colorare quartieri di Chroma City divenuti ormai grigi e tristemente vuoti.

Perché il mondo si è tramutato in questa landa priva di guizzi cromatici? La risposta la si ottiene in maniera simpatica attraverso la modalità Storia: la ridente città di Chroma City un tempo era colma di vitalità, quando un giorno il cinico Generale Black decise di guidare una sommossa con la INKT, una corporazione composta dai Grigiani, che ha portato alla scomparsa dei colori, della musica, e dunque alla reclusione degli abitanti, noti come Radiani, anch’essi privati di qualsiasi barlume di brio.
In questo contesto totalitarista, vi è però un piccolo gruppo di ribelli pronto ad attuare una rivoluzione contro la INKT e riportare Chroma City ai fasti di un tempo. Eroe indiscusso di questa banda di impavidi è Blob, una specie di palla grigia in grado di assorbire i colori e di tenere testa ai freddi Grigiani.

Questo è l’incipit di de Blob, leggero ma allo stesso tempo originale e ricco di simbologia. Tuttavia la trama (composta circa da poco più di una decina di livelli), per quanto sfiziosa, si rivela un pretesto per il gameplay, vero punto di forza del gioco.
Per poter superare un livello è necessario colorare il più possibile gli elementi che compongono una zona, cioè edifici, muri, persino automobili, in modo da ottenere il punteggio richiesto per sbloccare le diverse porte che ci separano dal portale conclusivo. Da semplice palla grigia è impossibile raggiungere questi obiettivi, perciò con Blob dobbiamo saltare o travolgere i verni-bot (robottini che contengono i colori) per acquisire una determinata tonalità cromatica. Di base i verni-bot possiedono i colori primari, quindi giallo, rosso e blu, ma possiamo arrivare ad ottenere i secondari come il verde, il viola o l’arancione. Per farla breve, insomma, se siamo gialli e vogliamo diventare verdi, basta saltare su un verni-bot blu, e il gioco è fatto.

Colorando i diversi elementi ambientali (possibile attraverso il nostro semplice tocco) otteniamo i punti necessari per sbloccare le suddette porte. Malgrado il timer in alto sullo schermo faccia pensare al dover fare tutto di fretta, in realtà abbiamo una gran libertà di gioco e di interazione con l’ambientazione. Il tutto è arricchito da numerose sfide che, una volta completate, ci regalano minuti preziosi che allungano la nostra permanenza nei diversi quartieri di Chroma City.
Le sfide hanno tre livelli di difficoltà, e sono divise per tipologie. Sostanzialmente dobbiamo colorare di un tono specifico gli isolati indicati dai ribelli, vincere gare di velocità, abbattere i nemici di un’area, acquisire un particolare punteggio colore – il quale aumenta colpendo i verni-bot – per tramutare una struttura principale INKT in un edificio coloratissimo da cui si diffonde musica e gioia. Inoltre, più sfide superiamo, più possibilità abbiamo di sbloccare speciali pulsanti che ripristinano i colori in determinate zone.
Ogni volta che un isolato viene liberato, i Radiani grigi escono per le strade in modo da poter essere travolti dai nostri colori e tornare a gioire.
La presenza dei nemici, poco variegati tra loro, rende solo leggermente più dinamica l’esplorazione, in quanto per sconfiggerli basta saltargli sopra con la stessa operazione con cui interagiamo con i verni-bot. Unica differenza è che per nemici più ostici, come i cannoni spara-inchiostro, è necessario spendere 10 punti colore per batterli. Dalla loro parte gli opponenti possono colpirci con del vischioso inchiostro nero che ci prosciuga gradualmente la vita. Per riuscire a sopravvivere serve dunque una qualsiasi fonte d’acqua per tornare alla nostra forma originale.

Sebbene le meccaniche immediate rendano piacevole il gameplay, alla lunga tutto ciò rischia di annoiare. Questo perché le sfide, nonostante i diversi gradi di difficoltà, rimangono abbastanza semplici da superare, e comunque dopo un po’ stancano, essendo poche le tipologie. Il tutto è reso a volte snervante da una telecamera imprecisa, e spesso anche il comando del salto non è ben calibrato, nonostante per il resto i comandi rimangano fluidi e sostanzialmente godibili.
Superati i livelli principali, abbiamo l’accesso a nuove sfide che a loro volta permettono di sbloccare Extra, visibili sull’apposito menù.

Riguardo le altre due modalità rimanenti (Pittura Libera e Blob Party), esse riprendono le meccaniche di gioco appena delineate per lasciarci godere l’esplorazione nei livelli superati, oppure per cimentarci in gare attraverso un multiplayer di quattro giocatori in locale.
Tutto sommato l’esperienza principale rimane abbastanza piacevole, anche da persona mature, ma occorre precisare che il grado di sfida poco elevato e i toni leggeri fanno in modo che de Blob si rivolga principalmente a un pubblico giovane.

Gradirei un po’ di funky

De Blob non arriverebbe al voto che leggerete tra poco senza lo stile originale che lo caratterizza. Sia visivamente che – soprattutto, aggiungiamo – musicalmente è una piccola perla. Il passaggio dal grigio alla vita è reso perfettamente grazie a colori vividi e a brani davvero piacevoli da ascoltare. Siamo noi a scegliere che tipo di colonna sonora adottare prima di iniziare un livello, e andando avanti ne possiamo sbloccare di nuove. In questo caso sono una più bella dell’altra, davvero, perché rispecchiano perfettamente la festosità nel liberare la città dalla dittatura dei Grigiani, oltre al fatto che entrano in testa. Non nascondiamo, infatti, che durante il nostro girovagare per i quartieri, canticchiavamo i motivi, scuotendo la testa a ritmo.
Ad ogni modo, accanto ai brani portanti vi sono poi diversi effetti sonori che enfatizzano quanto detto sinora.

De Blob si lascia godere pure graficamente, visto che la remaster permette di apprezzare delle linee morbide e tondeggianti che caratterizzano sia i personaggi, sia gli edifici, che i diversi elementi urbani. Anche gli intramezzi che presentano i livelli e spiegano la trama sono ben fatti, contraddistinti da uno stile narrativo fortemente umoristico e irriverente. In breve, il titolo di THQ Nordic è un vero tripudio di forme, colori e suoni.

de blob

Verdetto:

Quasi dieci anni sono passati dall’arrivo di de Blob nel panorama videoludico, eppure il suo ritorno in punta di piedi si rivela una riscoperta davvero piacevole. La remaster realizzata da BlitWorks si rivela un’esperienza lieta, godibile con leggerezza. Il riportare il colore e la vita a Chroma City attraverso Blob e l’aiuto dei ribelli Radiani è divertente, grazie alla grande libertà di interazione che abbiamo. Questa è arricchita dalle numerose sfide sparpagliate nei diversi quartieri della città, che donano varietà e coinvolgimento, ma fino a un certo punto. La semplicità delle sfide e la poca diversificazione tra le tipologie alla lunga stancano, a causa di una telecamera imprecisa e a dei comandi a volte non proprio perfetti.
Tuttavia sarebbe ingiusto punire de Blob per questo, perché tutto sommato rimane divertente anche per un adulto, grazie a uno stile davvero squisito sia in termini di grafica che di sonoro. Forse è comunque più corretto affermare che la remaster di questo platform sia più indicata a un pubblico giovane, ed in questo caso è impossibile non premiare de Blob, in grado di riportare alla ribalta un genere videoludico troppo spesso dimenticato, ma che in realtà regala momenti di spensieratezza unici.

Lorena Rao
Deputy Editor, o direttigre se preferite, assieme a Luca Marinelli Brambilla. Scrivo su Stay Nerd dal 2017, per cui prendere parte delle redini è un’enorme responsabilità, perché Stay Nerd è un portale che punta a stimolare riflessioni e analisi trasversali sulla cultura pop a 360° tramite un’offerta editoriale più lenta e ragionata, svincolata dalle dure regole dell’internet che penalizzano la qualità. Il mio pane quotidiano sono i videogiochi, soprattutto di stampo storico. Probabilmente lo sapete già se ascoltate il nostro podcast Gaming Wildlife!