Uno dei grandi protagonisti, se non il protagonista assoluto, del palco Bethesda alla conferenza E3 2016 è stato senza ombra di dubbio Dishonored 2, il quale, con trailer e momenti di gameplay live, ha fatto bella mostra di sé.

Il titolo, ambientato 15 anni dopo la fine del primo capitolo, avrà come protagonisti il noto assassino Corvo Attano e la figlia (bella cresciuta) Emily Kaldwin. La sequenza iniziale del gioco partirà da Dunwall e ci metterà nei panni di Emily, ma terminata questa prima fase ci verrà data la possibilità di scegliere se continuare l’avventura con lei oppure con Corvo Attano; la scelta non inciderà solamente sul plot narrativo che si andrà a dipanare da quel momento in poi, ma ci permetterà anche di gustare della storia da ben due punti di vista completamente differenti raddoppiando di fatto e istantaneamente la durata del gioco (santa e intelligente rigiocabilità).

Karnaca, la città dove si svolgeranno quasi tutte le parti del gioco, stando alle parole degli sviluppatori e da quanto mostrato, ha potuto godere di uno studio certosino per quanto concerne la caratterizzazione degli ambienti, del folklore dei suoi abitanti, e di tutti quegli aspetti, piccoli o meno, tali da renderla viva e credibile: ogni giocatore sentirà sul proprio corpo le conseguenze delle proprie scelte e delle azioni compiute. Per il resto la commistione fra architetture industriali che strizzano l’occhio al cyberpunk, grigie e soffocanti e la verticalità degli edifici, inframezzati da vicoli stretti e chiusi che si aprono su spaccati più tipicamente mediterranei, restituisce un look decisamente accattivante, ben costruito e soprattutto bellissimo da vedere.

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Tutto merito del nuovo engine proprietario, il Void, che unisce all’impatto grafico (molto convincente l’illuminazione e l’effettistica in generale) un livello artistico di notevole fattura, quasi a voler riprodurre, in movimento, dei veri e propri dipinti. Ovviamente tutto ciò non avrà conseguenze solo per ciò che vedranno i nostri occhi ma anche sul gameplay vero e proprio, perché se da una parte la struttura urbanistica influenzerà il level design (uno dei grandissimi punti di forza del precedente capitolo) generale, altri elementi atmosferici, come le frequenti tempeste di sabbia, andranno a modificare ed approfondire la meccanica stealth presente nel gioco: i diversi gradi di visibilità che otterremo in tali circostanze ci permetteranno di affrontare le diverse missioni in maniera ogni volta differente.

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Ed è proprio sulla diversità che Arkane Studio ha voluto porre l’accento, sia per quanto riguarda la possibilità di affrontare (senza cali qualitativi) l’azione, quindi, in maniera più dirompente e movimentata o completamente nascosta, sia per i nuovi poteri che avremo a disposizione (evoluti quelli di Corvo, nuovi e differenti quelli di Emily) o non avremo a disposizione (molto interessante è stata, infatti, una sezione di gioco all’interno della quale i poteri non erano disponibili ma era possibile utilizzare una meccanica di gioco che permetteva di “viaggiare” indietro nel tempo per risolvere enigmi o per eliminare i nostri nemici), con lo scopo finale di rendere ogni nuova partita significativamente differente rispetto alla precedente.

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In uscita il prossimo 11 novembre su PC e PS4 e Xbox One, Dishonored 2 ha decisamente catturato la nostra attenzione, sia per la profondità del gameplay che per l’aspetto estetico che porta in dote, e anche se ciò che abbiamo visto finora non è del tutto esente da difetti (animazioni e collisioni in primis) e altri aspetti avranno bisogno di uno sguardo più approfondito (come la trama e la narrazione) o di maggiori conferme (la carne al fuoco è tanta, riusciranno a mantenere tutte le promesse?), possiamo senz’altro affermare di essere piuttosto ottimisti e speranzosi. Insomma Dishnored 2 potrebbe rivelarsi un più che degno seguito e, soprattutto, uno dei protagonisti di questo (fine) 2016.

Andrea Bollini
Vivacchia fra i monti della Sibilla coltivando varie passioni, alcune poco importanti, altre per niente. Da anni collabora con diverse realtà (riviste, associazioni e collettivi) legate alla cultura e all'intrattenimento a 360 gradi. Ama l'arte del raccontare, meno Assassin's Creed.