Brian Azzarello è uno sceneggiatore di lunga esperienza, noto ai più per le sue storie su Hellblazer e la serie 100 bullets.
Juan Doe, un disegnatore talentuoso che ha lavorato tanti anni per Marvel e per Image, producendo alcune copertine che da sole valevano l’acquisto di un intero volume.
Saldapress, in Italia, detiene l’esclusiva per la pubblicazione dei fumetti di Aftershock, casa editrice nata nel 2015 che nella sua scuderia vanta nomi del calibro di Garth Ennis, Warren Ellis, Paul Jenkins, Joe Pruett, David Hine, Jimmy Palmiotti, Amanda Conner, Alberto Ponticelli e Marco Failla e già solo per questo si è guadagnata schiere di fan adoranti. Le premesse per leggere un grande fumetto c’erano tutte, quindi.

Com’è andata a noi di Stay Nerd, quando ci siamo buttati in questo primo volume di una nuova serie, ovvero American Monster?

Bene; nonostante le aspettative altissime e qualche piccola delusione: vi spieghiamo subito il perché.

La storia si inserisce, fin dalle prime battute (e addirittura prima, dalle dichiarazioni degli autori) nel filone della crime fiction o del crime mystery: un uomo, enorme e mostruosamente sfigurato, arriva in una tipica cittadina della profonda provincia americana. Nessun abitante del luogo lo conosce né lo riconosce e tutti ne hanno un sacro terrore, considerandolo da subito come un mostro. Gli scheletri nell’armadio che la tremenda apparizione di Theo Montclare – questo il nome del protagonista – farà uscire alla luce faranno vacillare le certezze del lettore su chi sia più mostruoso tra l’uomo sfigurato e la sonnacchiosa città di provincia, con le sue dinamiche malate.

La trama si infittisce, man mano che la lettura procede, quando si scopre che Theo ha un compito preciso da portare a termine e che non ha alcuna intenzione di fermarsi davanti a richieste di pietà o manifestazioni di sottomissione.

La nuova serie Aftershock, che negli Stati Uniti è già al sesto numero e che in Italia arriverà in volumi a grande formato comprendenti cinque capitoli ognuno, racconta senza peli sulla lingua il cuore più profondo e ambiguo degli Stati Uniti, trattando temi come il razzismo, i veterani di guerra e le piccole, grandi violenze che si annidano appena sotto la superficie della quotidianità.

I parallelismi, letterari, fumettistici e cinematografici sono innumerevoli: dal classico Frankenstein per il dualismo tra il mostro esteriore e l’orrore che si nasconde dentro ognuno di noi, fino ai libri di Stephen King ambientati nelle cittadine di provincia – Castle Rock su tutte – in cui le perverse dinamiche sociali diventano talmente malate da cominciare a puzzare di marcio.

È in questo immaginario che pesca a piene mani Brian Azzarello, quando compone i primi volumi della sua creatura, ma la mancanza di originalità è quella che ci ha fatto maggiormente storcere il naso, nonostante la storia rispettasse perfettamente le premesse narrative di orrore, violenza e criminalità richiesti dal genere in cui è inserita.

Juan Doe, sul fronte dei disegni, rende tutto un piacere per gli occhi, invece: le tavole iniziali sono un pugno in faccia che arriva violento e inaspettato e tutte quelle che seguono, dalla sequenza in cui appare Theo Montclare, intervallata dalla presentazione degli abitanti e delle loro abitudini e da stralci del passato dell’uomo alla scoperta dei violenti segreti della cittadina, non sono da meno.
Le tonalità di colori, raramente distanti dal rosso, dal verde e dal viola, contribuiscono a far entrare il lettore nell’atmosfera cruda e malata della storia: quasi paragonabili a una colonna sonora, ci hanno permesso di avvertire il pericolo e l’ansia dei protagonisti all’inizio di ogni sequenza cruenta.

A completare il tutto, in chiusura ci sono delle bellissime variant cover dei singoli volumi a opera di Steve Epting, Phil Hester, Dave Johnson e Alexis Ziritt.

Dolce casa American Monster Recensione

Verdetto:

Dolce Casa. American Monster è il primo volume della nuova serie edita in Italia dalla Saldapress e negli Stati Uniti da Aftershock: un concentrato di violenza e crimini sullo sfondo della provincia americana. Il protagonista, Theo Montclare, reduce di guerra con il volto completamente sfigurato, arriva a sconvolgere i precari equilibri e a scoprire gli scheletri nell’armadio degli ignari cittadini. Una storia che affonda le radici nella crime fiction, con influenze tratte dalla letteratura horror e gotica, che – nonostante la mancanza di originalità – pone le basi per una buona storia.

Felice Garofalo
Fin da quando riesce a ricordare è stato appassionato di fumetti, di cui divora numeri su numeri con buona pace dello spazio in libreria, sempre più esiguo. Ogni tanto posa l’ultimo volume in lettura per praticare rigorose maratone di Serie TV, andare al cinema, videogiocare, battere avversari ai più disparati giochi da tavolo, bere e mangiare schifezze chiacchierando del mondo. Gli piace portare in giro la sua opinione non richiesta su qualsiasi cosa abbia visto o letto. Sfoggia con orgoglio le sue magliette a tema.