Con lo scorso E3 conclusosi all’insegna di Titanfall, e di un mare di promesse di multimedialità (invero, ad oggi, quasi tutte infrante), Microsoft apre l’E3 di quest’anno con un mare di aspettative da parte degli utenti, tutti più o meno fiduciosi di vedere una chiusura dello show con il botto, come di fatto era successo l’anno scorso, e di scoprire, magari, il nuovo assetto con cui la società tenterà di recuperare il gap con Sony. Premesse doverose e legittime, soprattutto in virtù della perdita del Kinect e della tanto sbandierata “potenza aggiuntiva” che nei giorni pre-E3 ha infuocato l’etere e l’utenza. Così non è stato, eppure la conferenza di Microsoft non è stata priva di sorprese e di spessore. Senza troppi preamboli, lo spazio viene presto lasciato a Call of Duty: Advanced Warfare, che mostra un impianto non dissimile ai titoli precedenti, ma una rinnovata veste grafica, che pare sancire finalmente un vero salto di qualità sul versante tecnico. L’adrenalinica sequenza preparata per l’evento non si risparmia di stupire lo spettatore con un dettaglio estremo e moltissimi elementi su schermo che animano una città che patisce la guerra in corso, tra palazzi disastrati e strade infuocate dal conflitto. Una messa in scena davvero coinvolgente che tradisce anche una nuova frontiera stilistica, sempre più lontana dalla guerra che conosciamo noi, per strizzare l’occhio a un background globale del tutto futuristico e giocato sul progresso tecnologico bellico.

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Per la gioia di tutti quelli che lo avevano chiesto, anche Crackdown ha riportato le chiappe a casa!

“Ritmo” è stata la parola d’ordine, con uno show veramente ben fatto dal punto di vista registico e privo degli errori (grossolani) che avevano afflitto la presentazione dello scorso anno. Non c’è il tempo di raccogliere la mascella che i nostri occhi vengono bombardati da altri pezzi da novanta come Forza Horizon 2, nuovo capitolo del famoso racing di Turn 10, che abbraccerà la formula dell’open world regalandoci una moltitudine di scorci meravigliosi e rigorosamente in full hd (1080p). Da un open world all’altro, di natura completamente diversa, Ubisoft ci traghetta nella Parigi del 1789, nel nuovo Assassin’s Creed Unity. Impressionante la folla in tumulto, la cura nella ricostruzione di ogni più piccolo particolare interno ed esterno della città. Sul fronte gameplay, la novità più grande è rappresentata dal fatto che tutta la campagna è giocabile in coop. fino a 4 giocatori. Vedremo come questo riuscirà a rinfrescare le ormai esasperate meccaniche di gioco della serie. E ancora Sunset Overdrive, una delle esclusive più curiose di One: un incrocio tra sparatutto e parkour, dal quale traspare un gameplay immediato, veloce, e uno stile grafico che sprizza personalità da tutti i poligoni. Non esclusivo ma comunque di indubbio effetto anche The Witcher 3, sempre più promettente ogni volta che i ragazzi di CD Project decidono di concedercene un nuovo assaggio, e Rise of The Tomb Raider, presentato per la prima volta in forma concreta con un trailer cinematografico che poco o niente ci dice sul gioco, se non la data d’uscita: Natale 2015. Insomma, nessuna velleità, nessuna cazzata, nessuna parola su tv, via cavo o robe simili, la conferenza Microsoft è stata all’insegna della line up, in cui la presenza delle terze parti è stata preponderante e massiccia, con una tirata a lucido che sembrerebbe studiata per una guerra pronta a scatenarsi durante le vacanze natalizie. Certo: ancora una volta c’è stata una preponderanza di computer grafica, e forse anche questo avrà inciso sulle aspettative della rete, che già gongolava all’idea di poter vedere il gameplay del nuovo Halo (che si è palesato anche in questo caso con un filmato molto scenografico ma poco rappresentativo delle reali potenzialità del prossimo colossal di 343) o, perchè no, un Gears of War presentato almeno in chiusura, per far formicolare neuroni e papille gustative. Dopo essere stata presa a calci in culo sul fronte marketing, Redmond ha quindi deciso di giocare al rimpiattino, una filosofia ovvia date le ultime manovre della società, ormai apertamente alla rincorsa di Sony. [blockquote right=”pull-right”]“Ritmo” è stata la parola d’ordine, con uno show veramente ben fatto dal punto di vista registico e privo degli errori (grossolani) che avevano afflitto la presentazione dello scorso anno.[/blockquote]
Che succede dunque? Succede che M ti mette al centro della conferenza i giochi, ma soprattutto i volti dietro di essi, e non solo attraverso le presentazioni in live stage, ma anche attraverso dei commentary che vorrebbero avere un minimo di senso di nostalgia, salvo alcuni sembrino decisamente veicolati e fasulli.

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Grande protagonista dello showcase Microsoft, Fable Legends mal nasconde la sua natura di mezza cagata…

Ma non è questo il punto: si torna ai giochi, si torna a dare spazio agli indie, che tanto avevano reso grande Xbox Live e così male erano stati invece recentemente trattati (tant’è che Sony se ne era accorta e si era mossa in direzione esattamente opposta). Ciononostante, Microsft si è comunque ricordata di tenere al caldo i suoi fan e di coccolare quelli che la seguono con affetto per il versate online che, nonostante il recupero da parte di Sony, resta comunque il simbolo del multiplayer digitale su console. Ecco allora una moltitudine di titoli pronti a fare faville sul Live e, sebbene pochi di questi siano effettivamente esclusive, l’idea è che Redmond abbia voluto puntare diretta ai polpastrelli dei giocatori più che agli ipotetici bisogni del nerd da salotto. Il gaming cruento, duro e puro fatto di arene e deathmatch è forse da sempre il pallino del giocatore americano che, a ragione, aveva sin ad oggi optato per Xbox.

In tal senso non deve stupire l’importanza riposta nel progetto Evolve, e l’annuncio dell’edizione “anniversary” di Halo che includerà tutti i capitoli completi di tutte le feature originali, compreso dello storico multiplayer originale del secondo capitolo, una mossa che non sa semplicemente di nostalgia, ma piuttosto di una manovra tattica atta a ricordare chi ha dato il via al gaming online su console. Il piano, dunque, pare evidente: una specie di ritorno alle origini, neanche troppo celato, che permetta di riconquistare il mercato, o almeno quello americano, ed in cui rientrano 3 fattori: price down della console, smaliziamento di team terze parti, e ritorno massivo al gioco online. Difficile prevedere se la manovra darà ragione a Microsfot e il gap sarà recuperato, fatto sta che date le premesse del mercato americano (e le voglie dei suoi gicatori) le intuizioni sembrano giuste e forse,e finalmente, la console war si infiammerà e darà un senso all’acquisto delle nostre console. Certo, il reboot di Crackdown o quello di Phantom Dust non sono proprio il massimo della vita, e non sembrano in grado di competere né con la lineup terze parti, né tanto meno con quella first party dello scorso anno, eppure non si può negare che la conferenza Microsoft abbia avuto la sua dose di carattere… la domanda ora è: saprà la società trasferire questo “carattere” anche alla sua sfortunata console?

 

COSA AVREMMO VOLUTO:

–        Ryse 2

–        Il nuovo Gears

–        Un gameplay per Halo

–        Conoscere il destino di Kinect

 

COSA CI È PIACIUTO:

–        Il parziale ritorn alle origini

–        la cross medialità di Halo: Masterchief Collection

–        La (presunta) solidità dei titoli online

–        Il ritorno dei presupposti per una console war

 

COSA CI HA DELUSO:

–        niente Gears

–        Che fine ha fatto Kinect?!

–        E la “multimedialità” che era alla base di One?

–        Nessun “effetto Titanfall”