ζωή μετά το θυμό

Ritornato sul palco dell’E3 di Sony PlayStation con un gameplay trailer mozzafiato, God of War si è lasciato ammirare per altri 6 minuti. Sei minuti di puro godimento, in cui abbiamo avuto la possibilità di dare un nuovo, piccolo, sguardo alle nuove gesta di Kratos, ormai più che mai lontano dal titolo di “Fantasma di Sparta” e qui nelle inedite vesti di padre, ma soprattutto di uomo. La storia è andata avanti, e con essa è andato avanti il mito. Il Fantasma di Sparta, prima campione dell’Olimpo poi suo principale strumento di caduta è capitolato a sua volta, lasciando spazio ad un uomo stanco e consumato, letteralmente, dalla vendetta. Un uomo, che alla fine del precedente capitolo aveva ritrovato sentimenti da troppo tempo assopiti e che oggi ha abbandonato il viso crucciato dalla rabbia per far spazio a vecchie e rinnovate sensazioni. Migrato a nord, lontano dalla Grecia che ha lasciato a ferro a e fuoco dopo la caduta dell’Olimpo, Kratos e si è costruito una vita. Una vita nuova, placida, apparentemente serena. Ed è in questo contesto, in questo quadro, che prende posizione un personaggio nuovo, e sinceramente del tutto inatteso in una serie come God of War: Atreus, figlio di una donna di cui non conosciamo ancora il nome. Figlio di Kratos. Un ragazzo piccolo, gracile, quasi agli antipodi dei geni del padre, ancora scultoreo nella sua possente muscolatura, seppur più accigliato e stanco che mai.

God of War si focalizza su questo: sul presente. Sembrerebbe un’ovvietà, ma per la serie non lo è. Abbandonando il leitmotiv legato alla vendetta, alla rabbia, al ricordo di un passato doloroso e violento, questo nuovo capitolo si concentra su sensazioni diverse. Kratos è ancora il potente deicida che era un tempo, ma lo è nel profondo, assopito, coperto da uno sguardo stanco e accigliato e preoccupato, più che altro, di crescere suo figlio. Un figlio che vive un peso importante: quello di non sentirsi all’altezza del padre, che forse lo vorrebbe diverso. Più forte, determinato, deciso. Pronto, insomma, ad affrontare i dolori che si possono annidare nella vita di tutti i giorni, specie quando si porta sulle spalle il peso delle indicibili azioni commesse dal Fantasma di Sparta. A fare da sfondo un’ambientazione quanto mai accattivante, quella del mito norreno, innevata e brutale, distante dalle pompose costruzioni dei precedenti episodi ma non per questo meno complessa e articolata, tra foreste innevate e costruzioni rudimentali disperse nelle boscaglie. Un luogo fatto di alture e templi dimenticati, eretti in nome di divinità che, a differenza di quelle greche, sembrano meno subdole, ma ugualmente violente. “I nostri dei ti troveranno – dice una misteriosa donna – e quando lo faranno, e lo faranno, ti daranno filo da torcere”. God of War sarà dunque un viaggio. Una lunga peregrinazione i cui motivi, pare, saranno dettati dall’estraneità stessa di Kratos in un luogo in cui non è desiderato. Dove dovrà condurre questo viaggio e quali pericoli si frapporranno tra il guerriero e la sua metà, non è però dato saperlo. Quel che ci sembra di intuire è che questo sarà un prologo, un inizio nuovo e doveroso che ci metterà su di un nuovo tavoliere. Vedremo.

Di sicuro servirà del tempo affinché i nostri dubbi siano sciolti e c’è da dire che in tal senso, l’E3, non è stato, come si immaginava, l’occasione per mettere le mani quanto meno su di una demo, e tanto meno per la diffusione di una data chiara e precisa. Santa Monica non è comunque rimasta in silenzio e, seppur col contagocce, alcune notizie sono state diffuse, seppur rilasciate frammentariamente in rete attraverso le più disparate voci del settore. In primis pare che il mondo di gioco, a differenza di quanto ipotizzato da molti, non virerà verso meccaniche open world ma si limiterà a proporre scenari molto ampi ed esplorabili pur mantenendo, come da tradizione, una progressione precisa e lineare, quasi sicuramente a servizio della trama. Come in passato, comunque, God of War si preoccuperà di stuzzicare la curiosità del giocatore ed il team ha già promesso che il gioco sarà infarcito di segreti e zone opzionali da scoprire e setacciare.

Per ciò che concerne invece Atreus, il ragazzo sarà un supporto, quasi un’estensione dell’azione demandata a Kratos. Cory Balrog, Director del gioco, ha spiegato che non assisteremo a missioni in cui il ragazzo sarà un intralcio, o situazioni in cui dovremo dichiaratamente proteggerlo. Tutto sarà amalgamato naturalmente all’azione, così come alla trama sarà invece demandato il rapporto padre/figlio che caratterizzerà questo capitolo. Un rapporto travagliato che vedrà, al centro di tutto, proprio la crescita di Atreus, e il suo passaggio verso l’indipendenza dettata dalla guerra. Per certi aspetti ci aspettiamo l’evolversi di quella tensione creatasi in titoli come The Last of Us, in cui il legame tra protagonista giocabile e comprimario costruisce una simbiosi narrativa ed emotiva. Pensando al trailer dell’anno precedente sappiamo che Atreus è giovane, ancora del tutto estraneo al combattimento ed alla morte. Una situazione che cambierà drasticamente e che porterà padre e figlio ad interfacciarsi continuamente sul tema della crescita e del retaggio e che creerà, come è evidente dal nuovo trailer, anche nuove situazioni ludiche.

Un’idea che in qualche modo ci rassicura. L’azione in God of War sembra continuata, ed il combat system non sembra soffrire di rallentamenti dovuti alla presenza di un compagno controllato dall’IA, anzi. Atreus ci è parso responsivo e scattante, perfettamente in grado di supportarci in base all’azione intrapresa, sia essa un combattimento, l’esplorazione o una scalata. Diversi sono gli esempi in cui è il ragazzo a ferire i nemici per aprire le loro difese all’ira paterna. Un’idea che ci stuzzica, e che apre il gioco ad uno scenario completamente inedito in cui non è la rabbia a farla semplicemente da padrona, come in passato, ma il bilanciamento tra la crudele abilità bellica del padre e l’inesperto ma efficiente supporto del figlio.

Per ciò che concerne ancora il setting, ancora siamo incerti su quale sia il momento preciso in cui incastrare questo God of War, non tanto in merito alla time line di Kratos (il gioco è OVVIAMENTE un sequel di God of War III), ma rispetto a quella che dovrebbe essere la cosmogonia norrena. Quel che è certo è che ci saranno divinità, poiché esse vengono citate, e pare che saranno proprio queste a muovere guerra verso lo spartano, a causa del suo status di forestiero. Non possiamo prevedere quali di queste saranno presenti, anche se un personaggio abbastanza ambiguo si è già palesato nel trailer. Questi altri non è che l’uomo basso e minuto in armatura dorata che abbiamo scoperto essere un nano. Sebbene non ci siano stati annunci ufficiali, noi di Stay Nerd abbiamo scoperto che si tratterà di Sindri, nome che nella mitologia norrena è stato associato proprio ad un nano, nonché alla sala dorata (e forse proprio per questo il personaggio ha un’armatura in oro) che accoglie i meritevoli in attesa del Valhalla. Stando al testo della Volupsa, Sindri, insieme ad un altro nano Brokkr, fu il creatore di molte armi e meraviglie per gli dei norreni, ed è plausibile che il personaggio riprenderà questo ruolo anche nel gioco e, probabilmente, sarà responsabile dei potenziamenti, che pure in passato erano presenti, seppur demandati a dei menù liberamente consultabili. Il che, se fosse, sarebbe una novità non da poco, sia in termini narrativi che ludici.

Come la si metta la si metta, è innegabile che God of War sia stato il campione assoluto della conferenza Sony di questo E3 2017. Il titolo Santa Monica sembra un nuovo punto di inizio per la serie ma anche, e soprattutto, un portento in termini tecnici e narrativi. Nonostante l’incertezza di tanti sulla nuova direzione del brand, noi si è sempre più convinti del nuovo mood delle avventure di Kratos e l’unico aspetto che ci cruccia è quel “early 2018” che pone il videogame in una finestra d’uscita ancora troppo incerta. Per il resto, potremmo avere tra le mani un autentico capolavoro e, in linea di massima, forse il miglior gioco mai messo in piedi dal team Santa Monica che, se tutto andrà come ci si aspetta, potrebbe confezionare un lavoro capace di una certa continuità narrativa ed uno stile più ricercato e maturo. God of War come lo conoscevamo è morto. Viva God of War.