Intanto grazie per il tempo concessoci e partiamo subito con la prima domanda: Ti aspettavi il successo che ha avuto Jenus? E come te lo spieghi in un paese cattolico come il nostro?

Non mi aspettavo il successo che ha avuto Jenus per il semplice motivo che quando ho pubblicato Jenus l’ho fatto negli intervalli lavorativi con il solo scopo di far ridere i miei amici su Jacebook. Poi appunto mi dissero “fai la pagina, condividila pubblicamente con gli altri” e pian piano i fans sono cresciuti. Ma è stato qualcosa nato fin dall’inizio con l’unico scopo di passare quella mezz’oretta fra una telefonata e l’altra quando io facevo il tecnico informatico come lavoro. Non c’era nessun altro scopo. Poi essendo appassionato di sacre scritture ho scelto una tematica di quel tipo. Ma figurati se potevo immaginarmi di stare qui a parlare con te che hai dei bellissimi riccioli

Grazie. Tu hai una bellissima barba invece. Senti hai detto quindi che sei appassionato di sacre scritture, le hai studiate eccetera eccetera, ti va di dirci di più?

Mi piace notare soprattutto una cosa (non sono uno fissato) mi piace notare come ci sia una certa incongruenza fra quello che normalmente è l’andazzo originale del testo di riferimento e quello che invece accade nel mondo cristiano-cattolico dove invece pare che nessuno abbia consapevolezza di chi era il Dio dell’antico testamento e tutte quelle robe lì. Parlano di un dio di amore che invece lì sterminava a destra e a manca chiunque. Questa cosa mi ha fatto molto ridere. Mi ha affascinato perché a me affascinano le incoerenze. Mi affascinano quasi da un punto di vista antropologico. Mi interessa capire come si passi da questo calice a partorire, non so, una penna. Roba che uno dice “ma come è possibile” passare da una cosa che non c’entra niente a un’altra? Ebbene la razza umana può fare anche questo. E questo mi ha sempre incuriosito.

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Hai detto quindi che le vignette di Jenus sono nate per caso, per far ridere gli amici. Ma come funziona il processo creativo? Cioè ti metti al tavolino e decidi di scrivere di qualcosa? Oppure ti lasci guidare dagli eventi attuali…

No no quello non riesco a farlo, quello lo fa, non so,  il mio collega Mario che lavora al fatto quotidiano, quindi lui in base a quello che succede giornalmente. Io all’inizio non facendolo per lavoro durante il primo anno e mezzo durante il quale lavoravo in ufficio e disegnavo per mero diletto. Quindi quello che mi andava in base alle cose che erano successe . Se c’era l’ispirazione allora c’era la vignetta, se l’ispirazione non c’era poi non c’era nemmeno la vignetta.
Normalmente le vignette ti vengono in mente quando defeco o quando faccio la doccia. Ma normalmente è il bagno. Tu ridi perché pensi sia una battuta ma penso che sia il massaggio dell’acqua sul cervello.

Jenus esisterebbe senza il web?

No, no categorico, senza il web non saremmo qui a parlare. Perché io non ho mai desiderato fare fumetti quindi non sarei andato da alcuna casa editrice a dire “oh io faccio questa roba qua”. Non sarebbe mai successo.

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Il tuo viaggio a Lampedusa in che modo ti ha fatto crescere, maturare dal punto di vista fumettistico, nel tuo storytelling?

Innanzitutto negli argomenti. Ci sono stati aspetti del tema che ignoravo e che ho scoperto andando là. Non avevo idea che ci fossero alcune dinamiche come, non so se eri in sala conferenze, sala Polifemo, ma ho detto una cosa. Cioè che un po’ come succede in The Walking Dead in una situazione assurda no, come quella della terra invasa dagli zombie, cosa succede? Che i più pericolosi alla fine sono gli esseri umani. Perché si creano tutta una serie di dinamiche che per l’appunto non si sarebbero mai create se non ci fosse stato quel pretesto lì. Quindi chi ha un’indole violenta e malvagia in quella situazione la tira fuori e la esaspera. Succede la stessa identica cosa nei centri profughi. Non ci crederai ma ho parlato con poliziotti, operatori del centro e ho sentito di donne senegalesi che picchiavano a sangue delle donne somale perché venivano forniti quattro litri di acqua al giorno e quelle volevano altri due litri perché “non si sa mai domani”. In quelle situazioni c’è chi diventa un eroe, chi diventa molto solidale ed anche chi diventa una bestia. Ma non è una cosa che ti raccontano in televisione. Quindi tutte le sfaccettature della specie umana in quelle situazione lì vengono fuori. In maniera violenta o anche altruista, dipende. E questa cosa mi è servita molto perché non l’avrei mai scoperta se non avessi avuto modo di interagire con queste persone.

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Un’ultima domanda volevo sapere i tuoi progetti futuri, se hai intenzione di metter su un altro fumetto post Jenus, oppure se vuoi continuare col mondo dei giochi da tavolo visto il recente impegno in tal senso?

Jenus come trimestrale terminerà attorno al numero 15 perché si esaurisce quella linea narrativa per quanto mi riguarda. Però Exodus è la dimostrazione di come quel personaggio lì può funzionare e quel plot può ancora andare avanti con delle storie autoconclusive, con delle graphic novel. Vorrei dedicarmi nuovamente alla pagina Facebook, cosa che per questioni lavorative e di tempo pratico ho dovuto un po’ mollare. Conta che ora come ora faccio il seriale, graphic novel, baby Jenus e ovviamente non c’è il tempo di fare anche costantemente le Pillole di Jenus come prima. Vorrei riprendere per l’appunto a fare le pillole tra cui alcune anticoncezionali e poi Jenus sopravviverà in questo modo. Mi interesserebbe fare degli spin-off. Ne vorrei fare uno per esempio su Gianni Morandi che è stato un peronsaggio molto amato negli ultimi numeri di Jenus.

Potresti inserire Magalli.

Magalli è un’idea. Adesso già il fatto che ci siano Jenus e Maometto che interagiscono contemporaneamente un po’ come Goku e Vegeta mi ha creato qualche problema anche se non quanti avrei voluto. Speriamo di ricevere per la fine 2016 una bella denuncia per vilipendio alla religione. Quella sarebbe proprio il top.

Il segnale che cel’hai fatta.

Sì.

Ti ringraziamo!

Grazie a voi.

Stefania Pizzolante
Architetto quando ci riesce, geek a tempo pieno (e da ben prima che si conoscesse questo termine), figlia di dungeon keeper (è bello essere cattivi), super mario bros, della mitica "scatola rossa" e del grv fatto ancora con le spade in materassino, il tutto con l'aggiunta delle conseguenze nefaste dell'incontro con il dolce forno in tenera età. Il risultato è che oltre a progettare dungeon architetta nuovi modi per far ingrassare amici e conoscenti e sfidare le leggi della fisica con qualche nuova creazione.