Far Harbor tante ore aggiuntive per Fallout 4

Ecco, Fallout 4 non ci ha proprio abituato bene in fatto di DLC ed espansioni. Dopo DLC che aggiungevano qualche oggettino o altri che inserivano feature e quest della durata di uno starnuto, l’attenzione e la fiducia per il brand è un po’ andato a farsi benedire. Così, quando la Bethesda annunciò l’uscita di un’espansione definita come “la più grande mai creata”, un quesito si sollevò nelle menti di molti: Far Harbor è l’ennesima falsa speranza o c’è davvero qualcosa di promettente?

La nebbia agli irradiati colli

Partiamo da questo: Far Harbor è un’espansione a tutti gli effetti, questo non significa missioncine da mezz’ora o soltanto qualche chincaglieria in più da portarsi dietro. Parliamo di un’intera nuova area, con il proprio peculiare clima e una serie di missioni che porteranno a fare la conoscenza di nuove e vecchie fazioni. Tutto parte in seguito alla chiamata di uno dei nostri gregari, il detective Valentine, che ci chiede di aiutarlo nell’indagine sulla scomparsa di una ragazza. Senza troppi spoiler: scopriremo che, dopo essere entrata in contatto con un gruppo di sintetici, la signorina ha preso il largo verso un’isola a nord. Dopo un breve viaggio in barca sbarcheremo su una mappa completamente inedita, che ha davvero poco da invidiare a quella del gioco completo, parlando di estensione e attività da svolgere al suo interno.

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Particolarità del luogo è questa peculiare nebbia radioattiva che ammanta l’intera isola, costringendo il giocatore ad un uso intensivo di medicinali per evitare l’avvelenamento. Proseguendo nelle indagini ci imbatteremo in tre principali fazioni che abitano l’isola: la prima è Far Harbor per l’appunto, una ex città di pescatori ricostruita come al solito con materiali di scarto e rottami, che ci darà il benvenuto facendoci assistere all’invasione di lucertoloni in agguato nella nebbia che la circonda. La città può contare su determinati dispositivi che aspirano la nebbia radioattiva, rendendo di fatto l’aria più respirabile. La seconda è quel gruppo di sintetici di cui si diceva, Acadia: un’avamposto guidato dall’ormai vetusto sintetico di nome DiMA, fondatore di un rifugio sicuro per tutti i sintetici che abitano le zone contaminate e hanno perso la memoria. Infine una vecchia conoscenza per gli amanti della serie: i Figli dell’Atomo. Una vera e propria setta che idolatra il potere delle radiazioni, formata da persone preoccupantemente emaciate, vestite di stracci e con i capelli a chiazze a causa delle enormi quantità di radiazioni assorbite. Le tre fazioni si troveranno in un intreccio che entrerà prepotentemente in contatto con le nostre indagini, tra segreti celati ed alleanze improbabili.

Le dimensioni e la qualità

Senza dubbio le cose da fare non mancano in Far Harbor, tra dialoghi e svariate scelte da intraprendere. Abbiamo la comparsa di alcune quest atipiche per la serie, in grado di dar una ventata d’aria fresca al gioco o far storcere il naso a seconda del gusto, come quando ci troveremo ad hackerare un database utilizzando letteralmente il gameplay di Minecraft per posizionare dei blocchi in una realtà virtuale. La suggestiva ambientazione ha due effetti studiati in modo intelligente sul gioco: innanzitutto modifica prepotentemente il gameplay, lasciando il giocatore a combattere costantemente con la nebbie radioattive che danneggiano nel tempo, ma inoltre anche l’atmosfera di gioco subisce un vistoso cambiamento. Niente giornate soleggiate nel deserto, qui sono la nebbia e la rigogliosa foresta di querce a farla da padrone, con mostri in agguato nascosti ad ogni angolo, creature in grado di spezzare un braccio ad un essere umano con un solo colpo ben assestato. L’espansione dunque ci porta in quella che a tutti gli effetti è un’ambientazione oscura ed opprimente, con qualche tinta horror che non guasta mai. Scavando però più a fondo possiamo notare come non ci siano grandi novità per quanto riguarda il contenuto. I nuovi nemici si contano sulla dita di una mano: ci sono i lucertoloni alti quanto un uomo, degli inquietanti pesci lanterna mutati e qualche variante “alla pescatora” dei classici predoni. Abbiamo poi qualche nuova arma ed equipaggiamento, come le potentissime tute da marine (probabilmente le più potenti del gioco in termini di statistiche), o dei cannoni spara arpioni sfiziosi.

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L’utilizzo della nebbia crea sì un’atmosfera particolare, ma nella versione provata su PS4 distrugge letteralmente il framerate, e di conseguenza, la fruibilità del titolo Bethesda sta già correndo ai ripari annunciando una versione alternativa dell’espansione esente da questi problemi, ma tant’è. Combattere contro creature letali guardando uno slideshow di diapositive è qualcosa che non auguro a nessuno. Essendo Fallout 4 le fondamenta di Far Harbor, l’espansione si porta dietro anche tutti i bug, glitch e i problemi tecnici del gioco originale: andiamo da una totale mancanza di texture nelle pavimentazioni, che ci costringono a camminare nel vuoto cosmico, fino a problemi nel gameplay, come un’intelligenza artificiale dei compagni così demente da far incastrare i personaggi nello scenario di gioco senza possibilità di salvezza. Ad esempio in una missione per i Figli dell’Atomo mi sono trovato a seguire una particolare entità che ci avrebbe portato alla loro base, se non fosse che l’entità camminava in tondo a caso per diversi minuti, cercando di scavalcare ostacoli che non c’erano, rovinando de facto l’immersione del giocatore e l’intera quest. Altra cosa che l’espansione si porta dal gioco originale è la pochezza nella qualità delle animazioni dei personaggi. Un vero pugno in un occhio, se rapportate ai dialoghi, con dei movimenti facciali così inespressivi che c’è da chiedersi se tutti i personaggi che incontriamo non siano in realtà dei sintetici. Ma ecco, se si riescono a superare questi problemi tecnici e la non proprio incredibile nuova varietà di equipaggiamenti e nemici, ci troviamo di fronte ad un’espansione che ha perlomeno una durata di tutto rispetto (parliamo di circa venti ore per completarla del tutto), con un’ambientazione inedita e una serie di quest, personaggi e scelte di dialogo così ben scritte da essere le migliori apparse in Fallout 4.

Gianluca Boi
Recensore seriale, blogger, giocatore di ruolo decennale, hardcore gamer, groupie di Alan Moore. Amante dei Souls, di Castlevania e di Banjo-Kazooie e fanboy di Jet Set Radio. Ha visto Matrix almeno 42 volte, segue il wrestling ed è fissato con lo studio della musica tutta, con una piccola predilezione per gli Ulver, i Fair To Midland e le OST. Nasconde purtroppo un terribile segreto: non sa proprio come leggere gli orologi con le lancette (non scherzo).