Dagli italici cavalieri di Gamera Interactive…

Tra le tante cose interessanti che abbiamo provato in Gamescom, ce n’è una che viene dall’Italia che ha dimostrato di avere un bel carattere, e quindi di potersi rivelare, a lavori ultimati, qualcosa che varrà la pena giocare. Si tratta di Alaloth: Campions of the Four Kingdoms, action RPG di Gamera Interactive, che mischia suggestioni provenienti da diversi titoli, primo tra tutti Moonstone: A hard day knight per Amiga e i vari Dark Souls, pescando dal primo la struttura di gioco e dal secondo un battle system basato sull’attento studio di moveset, pattern e timing. Il tutto è shakerato in un impianto ludico dall’ampia mappa di gioco, nella quale gli attori si muovono sotto forma di pedine, e momenti dungeon crawler che a una prima occhiata potrebbero ricordare Diablo, ma che di fatto se ne allontanano grazie ad un sistema di combattimento distante dalla serie Blizzard, più posato e ragionato, profondamente diverso dalle orde di avversari tipiche dell’hack ‘n slash occidentale.

Ma è bene fare un passo indietro, perché se è possibile dare per scontato che tutti sappiano come funziona un soulslike, è meno scontato che i più sappiano di cosa trattava Moonstone: quattro eroi, quattro regni, tutti sulla stessa grande mappa, con lo scopo di arrivare per primi alle chiavi necessarie ad aprire l’area centrale e vincere la partita. Alaloth parte da presupposti molto simili: più giocatori sulla stessa mappa da esplorare a turni, con aree da scandagliare per trovare gli artefatti necessari a vincere la partita. Ci è stato assicurato che il titolo sarà giocabile attraverso approcci diversi, tanto da poter durare da poche ore a diverse decine, a seconda di come e quanto si deciderà di scavare a fondo nella lore del gioco, certamente uno degli elementi portanti dato che porta la firma di Chris Avellone.

Il noto autore, infatti, si sta occupando di tutto l’aspetto narrativo del gioco, buttando giù centinaia di pagine che raccontano il background del mondo di gioco, che promette di essere davvero molto ampio. Il team e Avellone stanno infatti costruendo un arazzo importante, accostabile in alcuni aspetti ai rapporti politici tra famiglie esistenti in Game of Thrones, con la differenza che in Alaloth ci troveremo a scegliere tra più di 40 diverse casate, ognuna con la sua storia e le sue particolari simpatie/antipatie. Inoltre, concluso il primo playthrough, sarà possibile creare la propria, di casata. Questo perché il gioco vuole essere un’esperienza giocabile e rigiocabile.

Altra caratteristica importante è quella della crescita dei personaggi, e quindi delle build possibili. Gamera ha intenzione di fissare un level cap molto basso, per fare in modo che il gioco sia maggiormente skill based e che, arrivando subito al livello massimo, si possa raggiungere prima una fase di “simil-endgame”. Per quanto riguarda invece le build, le diverse skill saranno combinabili tra loro senza alcuna limitazione, permettendo di spaziare nella costruzione di personaggi ibridi. Questo, insieme al basso level-cap e alla possibilità di riportare il personaggio nelle partite successive, dovrebbe stimolare il giocatore a sperimentare sempre, senza il pensiero di investire ore ed ore nella costruzione di un singolo eroe. Inoltre, una struttura di questo tipo rende Alaloth molto interessante per quanto riguarda il multiplayer, unendo elementi tipici del gioco di ruolo single player, come i testi di Avellone e la cura riposta negli aspetti di contorno e caratterizzazione, a una struttura che ben si presta a partite tra amici, ma anche sconosciuti, online.

D’altro canto alcuni aspetti del gioco, come l’uccisione dei draghi, richiedono necessariamente la collaborazione di vari giocatori, obbligandoli quindi a unirsi nonostante la quest principale sia guidata dal principio del tutti contro tutti. Di lato alla missione principale, vincere sopra agli altri quattro campioni, Gamera ha infatti pensato di introdurre quest secondarie, scritte sempre da Avellone, così da aggiungere contenuti ad un gioco che già sembra davvero ricco di cose da fare.

Cerchiamo quindi di tirare le somme di questo nostro primo contatto con Alaloth: Gamera sta sviluppando un gioco ambizioso, nei contenuti e nella struttura, senza dimenticare un sistema di combattimento che promette di portare lo stesso approccio ragionato dei soulslike in un titolo con visuale isometrica. Aggiungiamo alla ricetta l’interazione con altri giocatori, e gli NPC, che potrebbe rivelarsi una carta vincente sia giocando con amici che con persone sconosciute online, soprattutto se unita ad un’esperienza estremamente rigiocabile tramite svariati approcci.

La data di uscita, fissata per il 2018, lascia ancora spazio, il lavoro da fare sicuramente tanto, ma sicuramente l’ambizione di consegnare nelle mani dei giocatori qualcosa di bello è tanta, e quel poco che abbiamo visto non ci può che far ben sperare.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.