Gamificazione e nuovi strumenti, i Google Glass cambieranno il nostro modo di fare jogging?

Con l’avvento della realtà aumentata offerta da vari dispositivi indossabili, non meraviglia che, dopo l’ovvia spinta del mercato pornografico (tranquilli gente, Mikandi ci sta lavorando “a manetta” XD) sia stata la volta di quello ludico, come brillantemente evidenziato da un illustre Sig. Nerd nel corso della Dice Conferenze del 2010. Mr. Jesse Schell, game designer americano, teorizzò infatti il termine di Gamification: secondo questo concetto si introduce un sistema ludico in attività che di ludico non hanno un tubo, e che anzi comportano anche una cospicua rottura di coglioni nell’ambito della quotidianità. Se la cosa non vi è chiara, immaginate di essere degli universitari che “guadagnano punti” per ogni ora di studio, o qualcosa di simile. Un sistema a punti con obiettivi “in life” che, connesso all’aspetto sociale, e ad altre trovate più o meno divertenti, viri molte attività di tutti i giorni verso il divertimento, complice l’imminente (?) arrivo di strumenti come i Google Glass.

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In realtà non ci si è inventato niente di nuovo, perché la “ludicizzazione” non è che un meccanismo di fidelizzazione, con cui già anni prima del succitato 2010 si è cercato di promuovere gli aspetti più diversi di quella rottura di scatole che è la vita quotidiana, dalla formazione, all’educazione, sino ad alcuni aspetti del benessere fisico. L’avvento dei social media, prima, e quello degli smartphone, poi, ha permesso infine un’immersione totale della gente in quello che è il mondo digitale ma il risultato, diciamocelo, è confluito in buco nell’acqua e salvo non si sia seriamente tecnoaddicted, il più delle cazzate messe in piedi in questi anno non sono sfociate in altro che in una qualche campagna virale per promuovere questo o quel prodotto o in qualche app che condivide risultati sportivi su Facebook e che, i più di voi, probabilmente non si caga di striscio (*coff* runtastic *coff*). Google Glass, e il suo mondo di app a prova di nerd, mettono un nuovo punto sul processo di gameficazione della vita, cercando in qualche modo di fare un procedimento opposto a quanto fatto fino ad oggi.

E così se prima, ad esempio, una società addetta alle comunicazioni cercava di rendere “ludico” un aspetto della vita dell’utente… con il rischio che all’utente non fottesse una beata minchia di giocare, oggi si tenta il contrario, lasciando che sia il fruitore dello strumento (in questo caso gli occhiali di Google) a immergersi nella realtà aumentata per qualche motivo che dipende dalla sua unica volontà. La riflessione nasce dalla proposta di un’app niente male, che magari schioderà anche il vostro culo dalla sedia. Si chiama Race Yourself e permette, attraverso l’uso dei Google Glass, di competere con sé stessi o con una realtà virtuale (uno zombie vi basta?) per battere i propri limiti fisici nell’ambito del fitness casalingo. A scommettere sulla buona riuscita di questa idea è Mr. Alexander Foster, il cui obiettivo sarebbe quello di rendere l’allenamento quotidiano una fonte di divertimento e appagamento. La domanda a questo punto è chiara: saranno i Google Glass gli artefici del dimagrimento di tanti culi flaccidi? O magari anche stavolta l’aspetto ludico non sarà in grado di sposarsi con il mondo vero? Pillola rossa o pillola blu? Nel dubbio meglio uno slim fast…