Cosa succede se un grandissimo appassionato di giochi da tavolo incontra un grandissimo appassionato dei Ghostbusters? Beh, probabilmente passerebbero un’ottima serata insieme a suon di lanci di dadi e raggi protonici in sottofondo. Ma se invece questi due appassionati… fossero la stessa persona? In questo caso la risposta prende il nome di Massimo Zomparelli, che ci ha invitati a testare insieme a lui il suo ambizioso e ingegnoso progetto: Ghostbusters The Boardgame.

Ghostbusters The BoardgameEsatto gente, quest’uomo dalle mille risorse ha creato il gioco da tavolo di uno dei cult cinematografici più amati, ricordati e riguardati dall’intera comunità nerd mondiale: Ghostbusters. L’impresa non è stata affatto facile ne veloce, e l’amico Massimo, inventore di quello che è a tutti gli effetti un prodotto nato da uno spirito creativo unico, lotta tuttora con le unghie e con i denti per inserire ufficialmente nel grande mercato del settore, Ghostbusters The Boardgame. E questo è un gioco che vale assolutamente la candela! Ma andiamo con ordine. GTB prende vita su una plancia in cui è rappresentata la location principale delle avventure degli acchiappafantasmi, la celeberrima isola di Manhattan. Essa è suddivisa in quartieri e strade che si incrociano lungo tutta l’area del tabellone, ed è caratterizzata dalla presenza di tutti gli ambienti che abbiamo visto nella pellicola del 1984.

Ghostbusters The BoardgameAvremo quindi Central Park, la libreria pubblica di New York, il Sedgewick Hotel, l’iconico quartier generale e molti altri luoghi noti. Ci muoveremo su quest’area con una miniatura della mitica auto Ecto-1 e dovremo gestire una serie di mazzi di carte che rappresentano personaggi, luoghi, equipaggiamenti di ogni sorta, ambienti e naturalmente, fantasmi. La versione del gioco da noi provata è ancora un prototipo di quello che sarà il prodotto finito, perciò qualche elemento grafico potrebbe sicuramente cambiare nei prossimi aggiornamenti, ma quella che è certa è la cura maniacale  per contestualizzare e rendere ogni dinamica e situazione una vera e propria reminiscenza di Ghostbusters. Una interpretazione ludica della pellicola che riecheggia la fonte di ispirazione in ogni elemento, concepita addirittura per durare circa due ore, proprio come se dovesse seguire dei tempi filmici. Tanta aderenza al noto brand quindi, ci mette di fronte ad un gioco inevitabilmente cooperativo in cui fino a quattro giocatori possono scegliere chi impersonare tra Peter Venkman, Raymond Stantz, Egon Spengler o Winston Zeddemore per ripulire la città da ogni traccia ectoplasmatica entro gli undici turni di cui si compone l’intero corso di una partita.

Ghostbusters The Boardgame Lungi da me snocciolarvene ogni singola variabile in questa sede, sarebbe pressoché impossibile. Vi basti sapere che le meccaniche studiate da Massimo rendono ogni sessione coinvolgente e appassionante, chiedendo ai partecipanti non poco spirito di collaborazione. Partendo, come è giusto che sia, dalla Columbia University  con l’ipoteca sulla casa di Ray che ci permette di avere i primi fondi per avviare la nostra attività di acchiappafantasmi, dovremmo investire sulle prime carte equipaggiamento, fucili protonici, trappole, e divise, stabilendo insieme le nostre mete, come affrontare i fantasmi e come spendere i nostri soldi. Anche in questo caso, qualsiasi scelta affrontata spinge a fare del vero e proprio “gioco di ruolo” riportando alla memoria ogni caratteristica del film. Se saremo in disaccordo su come ingaggiare uno scontro con il fantasma di turno (che va battuto di base, facendo un numero pari o superiore alla sua classe, in una serie di step che prevede stordimento, contenimento e intrappolamento), chi ha la carta di Peter avrà sempre l’ultima parola. Se invece non concordiamo su come spendere i soldi per la squadra (investire in potenziamenti per il nostro equipaggiamento e avere dei punti bonus da aggiungere al nostro tiro di dadi o piuttosto comprare il quartier generale?), chi rappresenterà Ray avrà in questo caso il diritto di decidere per tutti, e cosi via. Ogni carta “imprevisto”, che dovremo scoprire tutte le volte che realizzeremo UNO ai dadi, è una vera e propria chicca che strizza l’occhio ai fan nonché un espediente sempre geniale e accorto per spiazzare l’andamento della partita, estendere le possibili derive del gioco e ricollegarsi alle vicende del leggendario quartetto in maniera brillante.

10952008_10206076591102493_977113404_nImpossibile per esempio, se si conosce il film, non sorridere nonostante la negatività dell’evento, pescando e leggendo la famigerata carta di Walter Peck, che disattiva la nostra griglia di stoccaggio e libera tutti i fantasmi catturati (ad ogni turno infatti dovremmo rispondere a delle chiamate che posizionano un fantasma ignoto in uno degli edificio della città). Massimo Zomparelli è riuscito perfettamente a lavorare di ingegno su due distinti piani con i medesimi risultati positivi. Da un lato confezionando un prodotto assolutamente in grado di riferirsi ai più accaniti amanti dei Ghostbusters con un punto di vista da vero conoscitore del brand, che plasma il noto universo cinematografico tramutandone mood e “logica” diegetica in meccaniche ludiche plausibili e derivative che funzionano alla grande. Dall’altro, creando una formula di gioco estremamente profonda, frizzante e mai ingenua, che può essere apprezzata su più livelli, sia dagli irriducibili del gioco da tavolo che pretendono una sfida stratificata e stimolante, sia da chi vuole in qualche modo semplicemente divertirsi rievocando l’indimenticabile verve dei Ghostbusters. Noi dal canto nostro, dobbiamo ammettere di esserci divertiti molto nella nostra sessione di prova, e abbiamo accusato solo un breve momento di stanca nella parte  finale, in cui il gioco diventa un pochino più statico chiedendo al team di realizzare per 7 volte in 11 turni il numero 1, pena la sconfitta definitiva. Ghostbusters The Boardgame  trasuda stima e rispetto per il brand ispiratore, un tributo intelligente e professionale che molti altri prodotti su licenza ufficiali spesso non raggiungono proprio. Per questo noi di Stay Nerd, cultori delle “smerdate” dal 1984, auguriamo a Massimo di riuscire a far “sbocciare” il suo gioco come merita.

Ok, la verità è che non siamo riusciti a battere Stay Puft nemmeno incrociando i raggi e vogliamo un’altra possibilità, non ci va proprio giù di darla vinta a quel bastardo caramelloso!

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!