Il re dei Kaiju è tornato…e questa volta non si salverà nessuno

Sbarcato pochi giorni fa su Netflix con il primo film d’una trilogia ideata da Kôbun Shizuno, Godzilla giunge con quest’opera al 32° film. Dal suo esordio nel ’54 il dinosaurone giapponese più amato al mondo ne ha fatta di strada, passando da semplice film di nicchia a vero e proprio cult. Arrivato perfino ad Hollywood ha ricevuto adattamenti di ogni tipo ed ora per la prima volta possiamo vederlo in versione animata e completamente in CGI.

La trama è piuttosto semplice ma efficace, nel 2048 la Terra viene attaccata da mostri provenienti dal sottosuolo, l’umanità inizia una feroce lotta per la sopravvivenza, ma le speranze di vittoria svaniscono con l’arrivo del più grande e forte di loro. Spazzando via tutto e tutti il mostro, rinominato Godzilla, costringe gli umani rimasti ad evacuare il pianeta alla ricerca di un nuovo mondo da colonizzare. Dopo 20 anni di viaggio nello spazio l’umanità sceglie di far di nuovo rotta sulla Terra, decisa a sconfiggere la creatura e a riprendersi la propria casa.

https://www.youtube.com/watch?v=kR2yt1_6tTY

 

Godzilla: Il pianeta dei mostri è un’opera indubbiamente degna di portar avanti il nome di uno dei più famosi simboli del cinema nipponico e al tempo stesso di una delle serie di monster-movie più riuscita e famosa. Scordatevi pupazzoni in stop-motion, animatronics o attori con costumi ingombranti, perché stavolta la distruzione arriva in CGI (Computer- generated imagery) e tutto con lo stile di un anime fantascientifico.
Dopo più di 50 anni, 2 dei più grandi colossi del Giappone, Godzilla e gli anime si uniscono in un’unica opera che vale decisamente la pena vedere. La grafica ha una resa incredibile, e sebbene questo cambiamento possa far storcere il naso agli appassionati dei vecchi film i ragazzi di Toho e Polygon Pictures hanno fatto un lavoro eccezionale, creando un panorama da togliere il fiato ed animazioni pulitissime anche durante gli scontri.


Nonostante un inizio un po’ lento, dedito più alla strategia degli umani per sopravvivere, la nostra sete di distruzione viene presto appagata con il ritorno degli umani sulla Terra e la scoperta di un mondo cambiato dal tempo e dalle circostanze. Un mondo che sembra essersi adattato non più agli umani ma al mostro che li ha cacciati, ma che nel profondo non li ha mai dimenticati.
Con l’aumentare dell’azione diminuisce sempre più la caratterizzazione del singolo in favore della massa, e ben presto non è più il mostro contro Haruo, Metphies o Yuko, ma è uno scontro tra la creatura e l’intera razza umana. Con un finale al cardiopalma e ricco di colpi di scena, questo film riesce ad instillare la voglia di conoscere come proseguiranno gli eventi, pur non lasciando nulla in sospeso (nulla di determinante, almeno).
L’unica “pecca” che si nota è la poca centralità della creatura all’interno del tessuto narrativo. Pur essendo il reale protagonista dell’opera, ci viene mostrato per bene piuttosto tardi ed è ridotto concettualmente ad un semplice ostacolo da abbattere più che una creatura viva che ha praticamente sterminato la razza umana. Nonostante la sua importanza nelle vicende perciò è facile definire Il pianeta dei mostri come un film “con” Godzilla invece che un film “su” Godzilla. Tuttavia sia chiaro, un altro mostro al suo posto non avrebbe riscosso un tale entusiasmo nel pubblico, sia per il nome che il buon vecchio rettilone si porta appresso, sia per ciò che esso rappresenta.

Usare un’ambientazione fantascientifica ha permesso allo sceneggiatore Gen Urobuchi un approccio più libero alla trama, dandogli la possibilità di inserire realtà e tematiche più futuristiche. Ciò ha favorito inoltre il suo scopo di accusa alla società, ed infatti il film critica la mancanza di rispetto degli uomini verso il loro pianeta, potendoli di fronte ad una, per quanto improbabile, realtà nata dalla loro continua brama di sostituirsi a Dio.

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Verdetto:

Godzilla: Il pianeta dei mostri è senza dubbio una produzione degna di nota. Con una grafica che da sola vale la visione e un mostro realizzato magnificamente, è impossibile non rimanere soddisfatti anche solo per le ottime scene d’azione proposte dal regista. Haruo e la sua squadra hanno dato il via ad una guerra contro qualcosa che va oltre (e di molto) le loro previsioni, e noi non vediamo l’ora di posare gli occhi sul secondo capitolo di questa eccezionale trilogia animata.

Mirko Ferrari
Nasce in uno sperduto paesino della Lombardia, e sin da piccolo adora friggersi il cervello con videogiochi vari fin quando non scopre l’oscuro e dispendioso tunnel dal quale non uscirà mai: i fumetti. Accanito lettore e collezionista soprattutto di manga, scrive cercando di condividere la sua opinione su qualunque cosa gli passi fra le mani, anche quando nessuno la richiede. Quando non sta leggendo boiate o morendo su Bloodborne, si dedica alla sua passione per la musica (credendosi un chitarrista), alla scoperta di nuovi video di gattini nell'internet o alla ricerca dell' One Piece. Frequenta la facoltà di ingegneria, per lo meno fin quando non riuscirà ad avverare il suo sogno di conquistare il mondo.