Hooked on a… Telltale Series?

I giochi Telltale, ormai, sono un genere a parte. Telefilm interattivi? Avventure grafiche a episodi? Simulatori di camminata e di dialogo? Chiamateli come volete, la sostanza è sempre la stessa: si vive nei panni di un personaggio, si assiste a determinati eventi, si decide come reagire e, di conseguenza, si fanno determinate scelte. Tali scelte, poi, a volte marginalmente, a volte no, influenzeranno gli eventi della trama. “La storia si adatta a come giochi, è cucita attorno alle tue scelte”, questo il lapidario monito che precede ogni titolo Telltale. Ma è davvero così? E quanto?

Tutto è cominciato con The Walking Dead e Wolf Among Us, ispirati rispettivamente al telefilm zombiesco più famoso degli ultimi anni e al fumetto fantasy-fiabesco Fables (d’ispirazione anche per la serie Once Upon a Time). La struttura, allora, era già quella che conosciamo oggi, ma riscuoteva un notevole effetto-novità. Giochi in cui si poteva decidere cosa fare, cosa dire, influenzati dalle nostre scelte… Wow! E chi se ne importa se il gameplay è ridotto all’osso, con un paio di fasi “investigative” (cammina e interagisci con due o tre oggetti, finché non parte la successiva cutscene) e qualche quick time event?

Ma gli anni passano per tutti e in un contesto videoludico in cui la trama ha riconquistato, sotto gli occhi approvanti di molti, un posto d’onore tra gli elementi dominanti del medium, e non senza accompagnarsi spesso e volentieri a buone dosi di interattività (Life Is Strange, Nier: Automata), la “formula Telltale” è rimasta uguale a se stessa. Quest’ultima complice un’ampia gamma di iterazioni su licenza, rischia oggi di sembrare vecchiotta persino agli appassionati più fedeli di questo tipo di storytelling, come ad esempio chi vi scrive in questo momento. E così, dopo un Batman: The Telltale Series davvero deludente e una terza stagione di The Walking Dead: The Telltale Series che tenta in tutti i modi di convincere come le due precedenti, esce Marvel’s Guardians of the Galaxy: The Telltale Series, non proprio a caso in contemporanea all’uscita del film che rappresenta gli stessi personaggi. E, infatti, eccoci qui pronti a recensire il primo episodio, Tangled Up In Blue.

Guardians of the Galaxy: The Telltale Series

È finalmente arrivato il rinnovamento?

Tanto vale rispondere subito, nello stile sfacciato che Peter Quill a.k.a. Star-Lord approverebbe: no. Questa serie sui Guardiani della Galassia, che peraltro appartiene (com’era anche nel caso del gioco su Batman) a un universo narrativo a parte, che coglie materiale da fumetti e cinema ma lo adopera a piacimento, non differisce da tutte le altre che l’hanno preceduta. Certo, come di consueto, la licenza utilizzata permette qualche variazione sul tema, e ad esempio è divertente usare gli stivali a razzo di Star-Lord o poter comunicare in qualsiasi momento dell’esplorazione con ogni membro del resto della banda tramite com-link. Ma queste sono inezie, e nel bene o nel male non ci fanno sentire per un attimo come se non fossimo “a casa”, nel solito gioco di dialogo a scelta multipla, breve camminata, sequenza d’azione con pulsanti da premere al momento giusto.

Quindi, da questo punto di vista, niente è cambiato. Per chi non ne avesse ancora avuto abbastanza, perciò, Tangled Up In Blue sarà una piacevole conferma. Noi stessi ricordiamo la sensazione di novità dei primi Walking Dead, o del divertentissimo e folle Tales from the Borderlands, cui peraltro la vena ironica di questo Guardians of the Galaxy strizza decisamente l’occhio. Per chi cercava un salto in avanti nel gameplay, invece, questo titolo sarà una (prevedibile) delusione. Ma, ed è un discreto “ma”, non siamo a livelli critici di delusione. Perché? Scopriamolo subito.

Guardians of the Galaxy: The Telltale Series

Licenza che usi, gioco che trovi

I giochi Telltale hanno sempre oscillato tra due qualità diverse. Al di là di episodi fiacchi ed altri molto convincenti, più in generale, Walking Dead e Tales From The Borderlands ci hanno regalato avventure ben più godibili di Batman e Game of Thrones. La nostra teoria, sinora, era che al cospetto di licenze più libere, come nei primi due casi dove i personaggi sono creati ex novo, gli scrittori potessero permettersi svolte più coraggiose da farci affrontare, mettendoci di fronte a bivi interattivi molto più “drammatici”. Per fare un esempio banale: alla fine della prima stagione Telltale di Walking Dead (spoiler ahead) il protagonista muore, mentre era praticamente impossibile che succedesse lo stesso con Batman, ma anche con Alfred.

Ebbene, Guardians of the Galaxy si pone a metà in questa divisione bipolare, come un ibrido. Perché se è vero che la licenza è, ancora una volta, bella grossa, e con il film nelle sale proprio in questi giorni i personaggi principali sono intoccabili, l’universo Marvel è tanto grande e, ormai, conosciuto che le svolte coraggiose possono attecchire comunque, di riflesso. Tangled Up In Blue ve ne darà subito un buon esempio, di cui non vogliamo anticiparvi nulla, ma che saprà stupirvi al punto giusto. Inoltre, è molto interessante anche la messa in scena della difficoltà di Peter Quill di tenere insieme (letteralmente) una banda di disadattati come i suoi Guardiani. Come con i primi Walking Dead, non potrete accontentare tutti, e nel frattempo avrete i vostri sani affaracci cui badare.

Un peccato, quindi, che le sezioni di esplorazione e i combattimenti di questo primo episodio, sulla carta più spettacolari del solito, siano ancora gli stessi di sempre e, nonostante un motore grafico migliorato rispetto alle precedenti produzioni, le animazioni siano ancora impacciate e il gioco soffra spesso di rallentamenti. Ultimo piccolo plauso va alla vena ironica e alla direzione artistica, soprattutto musicale (ogni episodio ha il titolo di una canzone anni ’80!), prese di peso dai film di James Gunn e riprodotte con quel pizzico di differenziazione che non guasta mai.

Guardians of the Galaxy: The Telltale Series

Verdetto

Difficile giudicare un singolo episodio, ma riflettendo sulla carriera da software house di Telltale Games, si può constatare che Marvel’s Guardians of the Galaxy: the Telltale Series non sia il cambiamento né tantomeno l’innovazione che molti speravano. Detto ciò, Tangled Up In Blue è una buona partenza, non certo bruciante, ma abbastanza convincente, con un paio di svolte e direzioni intriganti. Questi Guardiani sanno farsi riconoscere, ancora timidamente, per la propria identità indipendente. Speriamo davvero, dal profondo del cuore, che i successivi episodi capitalizzino meglio l’ambientazione spaziale, la spettacolarità fumettistica e la profondità di una trama che sembra voler raccontare qualcosa di grande e di nuovo.