Finalmente anche in Europa!

Chi segue queste pagine da diverso tempo, conosce bene il punto di vista redazionale sulle rimasterizzazioni che da qualche anno hanno invaso il mercato. Generalmente non le vediamo di buon occhio perché, semplicemente, la minestra riscaldata non è mai il massimo.
Ci sono ovviamente le dovute eccezioni, e proprio tra queste ricade .hack//G.U. Last Recode, per una serie di motivi che di solito non accompagnano questo tipo di operazioni commerciali. .hack//G.U. infatti è un gioco dell’epoca Playstation 2 che non tutti hanno giocato, dato il suo carattere di ARPG di nicchia. Inoltre, e questa è una peculiarità tutta europea, il gioco non è mai sbarcato nel nostro continente, rimanendo confinato ai soli Stati Uniti e Giappone. Riassumendo, Bandai Namco propone ad un prezzo di 50€ ben tre giochi e mezzo (perché il quarto capitolo è breve e realizzato per l’occasione), su cui in pochi hanno messo le mani, sistemando l’aspetto tecnico, limando il gameplay e aggiungendo modalità. Di cosa lamentarsi, quindi, se non che avrebbero potuto fare la stessa cosa con Xenosaga e io sarei stato ancora più contento?

The World è l’MMORPG più popolare al mondo, e Haseo è un giocatore di alto livello. La community del gioco si dibatte sul PvP: è giusto che i giocatori possano uccidersi tra loro? Il problema nasce da gruppi di utenti, soprannominati PK (Player Killer), che si uniscono con il solo scopo di ucciderne altri. Sarebbe tutto normale fin qui, se non fosse che alcuni giocatori sono entrati in coma in real life dopo essere stati uccisi in-game. Un’amica di Haseo ha subito questa sorte nei mesi precedenti allo svolgersi degli eventi del gioco (la vicenda è raccontata in un anime prequel, .hack//Roots), e di conseguenza ha deciso di rafforzare il suo personaggio e di mettersi sulle tracce dei PK, con l’obiettivo di trovare Tri-Edge, il giocatore colpevole del coma della sua amica.

Il fenomeno è ovviamente più grande, e si dipanerà attraverso i tre titoli, che come spesso accade negli RPG giapponesi possono tranquillamente esser visti come un gioco unico. Nel frattempo che l’intreccio si fa sempre più intricato, vediamo anche crescere i personaggi, che muovono dai cliché dell’animazione nipponica per migliorare i propri tratti, più particolari e raffinati di quello che avremmo detto all’inizio.

Ma c’è un elemento che mi ha veramente colpito di .hack//G.U. che non è perfettamente inerente al gameplay in quanto tale, ma che riesce a trasportare il giocatore in un altro mondo, rendendo il tutto in qualche modo credibile e vivo. Ci sono state sessioni di gioco passate in trance davanti alla TV senza controllare Haseo. È possibile fare log-out da The World in qualsiasi momento, per tornare ad un desktop virtuale. Da qui si può accedere ad email, forum e ad un giornale online. Quello è che impressionante è come gli sviluppatori siano riusciti in questo modo a dare un senso di realtà incredibile al mondo reale in cui vive l’alter ego di Haseo. Sfogliando le pagine dei forum si possono trovare le discussioni della community su The World, ma anche i commenti ai fatti di cronaca o alle leggende metropolitane che girano. Sul quotidiano online invece troviamo degli scampoli del mondo reale, della situazione politica, o articoli di lifestyle sulle ultime tendenze. Non sempre queste notizie sono in tema con quello che riguarda The World, e quindi il core di .hack//G.U., ma aggiungono un valore importantissimo, perché il giocatore si trova ancora più trascinato in una realtà alternativa. Inoltre è interessante notare come, nel 2006, gli sviluppatori avessero previsto alcune problematiche dell’internet a noi contemporaneo, e alcune evoluzioni come il forte utilizzo di video nell’informazione online, e la struttura episodica dei video online. Fun fact: il gioco è ambientato nel 2017.

Passando al gameplay, .hack//G.U. Last Recode tradisce forse troppo la sua età, risultando un po’ piatto nel combat system. Si tratta, per fare un esempio recente, di un sistema simile a quello visto nei Tales of: si incontrano i nemici sulla mappa, si entra in una zona delimitata della stessa e si combatte. Fin qui niente di strano, direte. Il punto è che l’atto del combattere è fin troppo basico, nonostante avanzando di episodio in episodio migliori e si aggiungano possibilità. Con un tasto si attacca, e si cerca di lanciare gli attacchi speciali al momento giusto. Il livello dei personaggi è decisamente influente, così come l’equip, mettendo troppo al margine la strategia, che difficilmente potrà capovolgere una eccessiva distanza di livelli. Il controllo è poi limitato al solo Haseo, con il resto del party lasciato ad agire in autonomia. L’esplorazione è probabilmente ciò che ha più di tutto il sapore di vecchio, trattandosi di dungeon crawling senza guizzi particolari, con mappe ripetitive sia negli assets che nella struttura, in cui poco o nulla ci sarà da fare se non andare dall’inizio alla fine, curandosi di non perdere forzieri per strada. Stanzoni su stanzoni, in sintesi, in cui scegliere la direzione da prendere.

Spesso quando si analizza una rimasterizzazione la cosa più importante da prendere in esame è l’opera di pulizia effettuata: se uno sviluppatore decide di pubblicare un gioco di qualità di tre anni fa, deve “giustificare” l’operazione proponendo un aspetto tecnico davvero rinnovato, altrimenti perché dovremmo ricomprarlo? Questo discorso vale meno per .hack//G.U., in quanto il pacchetto trova senso nella completezza e, come si diceva in apertura, nel fatto che lo vediamo per la prima volta in Europa. Si tratta di un gioco Playstation 2 che già all’epoca non faceva minimamente gridare al miracolo, e molti di questi limiti se li è portati dietro, come la povertà degli scenari e alcune cut scene in cui i protagonisti neanche muovono le labbra. CyberConnect2 ha però realizzato delle scene di intermezzo ad hoc, e ha cercato di ripulire come possibile alcuni elementi, come i modelli dei personaggi, decorati con texture più che dignitose se consideriamo l’epoca in cui il gioco vide la luce. Non c’è niente di sconvolgente, sia chiaro, ma d’altra parte mettendo a paragone questo Last Recode con il gioco originale di passi avanti se ne sono fatti, e la sensazione non è quella di trovarsi di fronte ad un titolo così vecchio. Osservando delle comparazioni è infatti evidente l’enorme passo avanti fatto in termini di pulizia generale dell’immagine, nonostante i chiari limiti per quanto riguarda la conta dei poligoni e la ricchezza degli scenari. Il gioco ora gira a 1080p per 60fps, senza quell’effetto sfocato che si avrebbe provando oggi il titolo originale su Playstation 2. C’è da segnalare un marcato effetto pop-up, ma dal comportamento di questo appare ovvio come si tratti di un limite proprio del gioco, evidentemente incorreggibile.

.hack//G.U. Last Recode

Verdetto:

Brava Bandai Namco, e brava CyberConnect2. La prima per aver avuto il coraggio di riproporre un titolo del genere (ora tocca a Xenosaga, non mi fate arrabbiare eh!), e la seconda per aver fatto un’opera di pulizia degna su un prodotto francamente difficile da rimettere a nuovo. .hack//G.U. Last Recode è la spiegazione di cosa dovrebbe essere una remaster: un titolo vecchio, un po’ troppo dimenticato ma sicuramente degno, che trova nuova vita in un pacchetto completo che permetta a tutti di giocarci ancora una volta senza spendere centinaia di euro su eBay. Una bella trilogia impreziosita da un nuovo episodio creato in occasione di Last Recode e da tante piccole aggiunte, che sa regalare al giocatore una rara sensazione di vivere in un altro mondo, non può che essere consigliata a tutti.

Luca Marinelli Brambilla
Nato a Roma nel 1989, dal 2018 riveste la carica di Direttore Editoriale di Stay Nerd. Laureato in Editoria e Scrittura dopo la triennale in Relazioni Internazionali, decide di preferire i videogiochi e gli anime alla politica. Da questa strana unione nasce il suo interesse per l'analisi di questo tipo di opere in una prospettiva storico-politica. Tra i suoi interessi principali, oltre a quelli già citati, si possono trovare i Gunpla, il tech, la musica progressive, gli orsi e le lontre. Forse gli orsi sono effettivamente il suo interesse principale.