Classe 1980, bergamasco, Daw (il cui vero nome è Davide Berardi) si è consacrato in rete nel corso degli ultimi anni come molti di quegli autori che grazie ad internet hanno potuto consolidare il loro talento ed il loro stile. Possessore di “Una vasta gamma di superpoteri”, Daw è un autore dissacrante, fautore di un tipo di comicità dallo stile non sense che si sposa perfettamente con delle tavole brevi e concise (ma divertentissime) appositamente distribuite in rete. Autore di personaggi del tutto fuori di melone come Cuoco Coso, Il Malvagio Dottore, il Marpione e compagnia cantante, le sue vignette hanno raggiunto una popolarità tale che proprio in occasione del recente Lucca Comics & Games, il nostro ha finalmente presentato il suo primo volume dall’emblematico titolo: “A come Ignoranza” (che è poi anche il titolo del suo blog da cui tutto è cominciato). Raggiunto un enorme successo abbiamo girato in lungo e in largo alla ricerca di un’occasione per intervistarlo, occasione che è arrivata solo grazie all’intercessione del Misterioso Papero del Giappone il quale, indicandoci l’orizzonte, ci ha aperto le porte della conoscenza… la conoscenza della casella mail dell’autore. Anyway non cincischiamo oltre e vi lasciamo alla nostra intervista ricordandovi che il buon Davide non è solo disponibilissimo ma anche molto attivo sui social network tant’é che vi consigliamo vivamente di seguire, oltre al succitato blog, anche la sua pagina Facebook, strumento preferenziale per godere appieno (e in modo aggiornato) delle sue divertentissime vignette e dei suoi spostamenti in giro per le fiere.

Ciao Daw e benvenuto su Stay Nerd! Per cominciare ti andrebbe di presentarti e di parlare un po’ di te a quanti non hanno ancora avuto il piacere di conoscerti?

179631_488606743789_5001804_nNon posso: ho deciso di atteggiarmi costantemente. Ultimamente ho dato troppo sfogo al lato emotivo della mia personalità, dipingendomi spesso come un tizio isterico, e questo fa sì che la gente mi faccia pat pat sulla testa. Preferisco sembrare un duro, un figo che non segue le regole, con lo sguardo rivolto altrove e apparentemente disinteressato e annoiato da tutto, ma che dentro di sé cela un trauma, un dolore che nessuno saprà mai guarire.
Quindi ecco, in questa nuova ottica non posso risponderti direttamente, devo fare il sostenuto.
Mi limiterò ad un “tzè. Faccio fumetti. Scarabocchi, chiamali come vuoi. Non me ne frega nulla della tua opinione” [guarda altrove, nei suoi occhi si intravede un passato oscuro].

Il tuo blog “A come Ignoranza” esiste in verità da molti anni, e nonostante vari tuoi lavori fossero già conosciuti, solo in tempo recente c’è stato un vero e proprio decollo verticale. Che cosa ne pensi a riguardo?

Penso che… più che il blog sia la pagina Facebook ad avere avuto un’impennata. Sul blog sono stato troppo scostante, d’altronde, rispetto a quando sono nati, i blog ora non sono considerati, restano in piedi poche eccezioni. Per la fruizione (no dico: so dire “Fruizione”) di contenuti come i fumetti, i social network sono molto più immediati.
Non c’è stato un vero decollo, diciamo che vado a cicli: magari un periodo creo parecchio e si accresce l’hype della gente, poi devo ricominciare a lavorare giù nella miniera di sassi (produciamo gran parte dei sassi sul mercato) e allora lascio la presa, l’attenzione si sgonfia, la gente si chiede se sono morto, e poi quando ho tempo torno con qualcosa di nuovo e il ciclo si ripete.
Il “decollo” recente è dovuto a un periodo in cui ho postato con più costanza del solito, tipo due anni fa, nell’ottica di fare un tour personale e pagarmi le spese, quindi ho cercato più del solito di creare attenzione, mettere molto materiale, e alla fine questo più il passaggio a Panini penso stia facendo girare di più il nome.

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Guardando un po’ al tuo percorso come fumettista è impossibile non rendersi conto della visibilità che stai ottenendo negli ultimi tempi. In quest’ottica dicci: Come sta andando il lavoro? Soddisfatto o punti in alto?

Ah! Soddisfatto [sorriso beffardo, si schiaccia una bottiglia di vetro in fronte].
Sono la persona che si lamenta di più che io conosca. Raramente sono soddisfatto di come faccio le cose, e ora che ogni due mesi devo aver pronte circa 60 pagine… sto ancora cercando di trovare il giusto ritmo lavorativo. Sto scendendo molto a compromessi con la mia pignoleria, ma non è proprio possibile curare tutto bene, quando si fanno tante storie con tanti personaggi diversi ogni due mesi diventa una corsa contro il tempo.
Mi fa bene abbassare le pretese, però mi pare sempre di consegnare un tema in brutta senza averlo riletto.
La cosa assurda è che avrei anche altri progetti e personaggi che vorrei portare avanti, ma la vedo durissimissima.
Non so nemmeno come stanno andando le vendite, non sono sicuro di volerlo sapere… che poi, qualunque cosa io stia facendo, quello che mi va di fare di più è tornare a mettere strisce online gratis. Mi piace avere un rapporto diretto col pubblico. Ne ho scritte tantissime, non vedo l’ora di disegnarle!

I tuoi fumetti si contraddistinguono per i personaggi decisamente fuori di testa, e per un’impareggiabile verve comica. Come hai capito che disegnare comicità è la tua passione?

Quando ero piccolo ho capito che se facevo ridere i tizi che mi menavano, poi menavano meno bene.
Anche per questo disegno cose che sono poco più che schizzi, il sangue non è adatto per disegni troppo elaborati.

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Beh non fa una piega. Cosa ha ispirato il tuo nuovo stile di disegno?

Beh, leggo molta roba e cerco sempre di rubare/imparare qualcosa in ciò che mi piace.
Alla fine non lo so, nemmeno capisco in che direzione mi sto muovendo. Se guardo un mio volume, “A come Ignoranza”… un giorno mi pongo il divieto di fare tratteggi, poi mi vieto l’uso dei grigi, che secondo me sono due cose che fanno a pugni e… boh, alla fine a decidere è sempre la fretta, visto che sforo sempre le consegne. Cerco di avere sempre un stile semplice semplice, e un segno veloce, immediato e comprensibile tale che… aaaaah, chi voglio ingannare: lo faccio solo cosicché magari io riesca a disegnare tutto un personaggio fino alla fine senza alzarmi e dire “ANDIAMO A VEDERE SE ESISTONO ANCORA DOLCIUMI AL SUPERMERCATO”.

Ci sembra giusto… Comunque, grazie a Facebook le tue opere si sono diffuse a macchia d’olio, con condivisioni click e mi piace continui. Qual è il tuo rapporto con i social media e con la tua fanbase?

Penso che se non fosse per i social media non sarei qui a fare quest’intervista. Nel mondo pre-social, avrei dovuto farmi pubblicità immagino, farmi conoscere, stringere amicizie nell’ambiente fumettoso e tutte altre cose che mi hanno fatto dire un bel grosso NOPE e provare a fare altri lavori. Beninteso: dovrei imparare comunque a farle ‘ste cose, in piccola dose perlomeno, visto che sono così idiota da non avvisare quasi se vado a fare una presentazione, però ecco, senza i blog e poi Facebook non avrei nemmeno pensato di dovermi porre questi problem, visto che i fumetti li vedevo possibili solo come hobby. La finestra offerta da Facebook è una grande cosa. Se ci pensi, molti autori che ci sono in giro ora non sarebbero stati nemmeno considerati dalle case editrici prima, invece ora si arriva già con un bagaglio di consensi a dimostrare come funziona. E poi sì, avere un contatto diretto col pubblico è bellissimo per me. I fumetti li fai a scuola per condividerli coi compagni di banco, Facebook ha allungato il banco di parecchi chilometri, ti aiuta a mantenere un contatto con la realtà e avere feedback immediati.
Di certo non può funzionare per tutti gli stili e i generi, ma con le cose che faccio io è perfetto.
L’unica pecca, ma quello è internet, è quanto nessuno conosca l’autore a volte, e come viene recepito il valore dell’opera. Sono convinto di essere l’autore più piratato/storpiato del panorama italiano.

Solitamente con il pacchetto dei fans arrivano anche sciami di haters. Vale anche nel tuo caso?

1926682_10152037539473790_2035497095_nL’altro giorno ero contentissimo perché mi è arrivato un hater. Ho chiamato mia madre e mi ha fatto una torta. Abbiamo festeggiato colpendomi simbolicamente con mazze ferrate, e in paese mi hanno simbolicamente dato fuoco su una pira di fumetti. È bello, vuol dire che sei davvero popolare.
Ma alla fine non era un vero hater. Mi ha scritto sì parole d’odio, ma era un’incomprensione sull’argomento che trattavano le mie vignette. Non era vero odio verso le mie cose visto che non aveva capito niente.
Sono molto triste per questo.

Può essere comprensibile, in fondo, alcuni troverebbero difficile credere che le tue idee non dipendano dall’assumere strane sostanze e pertanto dicci: come trovi e sviluppi idee nuove (e sempre più strampalate) per i tuoi fumetti?

Questo è sempre stato un problema. Volevo essere creativo, quel bel creativo da droghe, che poi ben si sposa all’immagine da rocker consumato che cerco… ma le droghe costano troppo e io non ho mai un soldo. Come fare? E qui l’intuizione:
Le droghe costano troppo… ma i drogati non costano niente!
I tossici, quelli che ormai sono ai margini della società!
Ho iniziato ad andare a recuperare tossici in giro per i peggio quartieri, poi li pelo e li butto in pentoloni di acqua bollente a casa mia.
Capisci? INFUSO DI DROGATO.
Sono il genio del risparmio [sorseggia con gusto]

Indubbiamente geniale. Detto questo, ci sono limiti che ti poni in ciò che pubblichi, o vai semplicemente dove ti porta il cuore?

Una volta ci ho provato a seguire il cuore, ma poi mi son ritrovato in provincia di Varese, che continuava a dire che il GPS aveva perso il segnale ecc ecc. Lasciamo perdere.
Mi piacerebbe non pormi limiti, ma in verità, specie da quando pubblico in edicola, mi autocensuro spesso. Questo perché mi rendo conto che già così non sono abbastanza commerciale… e io ci tengo a fare storie commerciali, sia chiaro. Io voglio fare roba comica con una punta di azione, roba che io e il me stesso del passato avrebbe apprezzato. Nei miei vari progetti da parte, ci sono cose in cui dare sfogo al peggio di me… ma non è fattibile fare tutto per una questione di tempo e in parte di immagine. Pensa se Walt Disney avesse fatto anche fumetti zozzi! Non avresti più visto Topolino allo stesso modo e lui non sarebbe riuscito a costruito l’impero malvagio che ha ora. Io voglio il mio impero malvagio. Oddio, in verità adesso voglio assolutamente leggere i fumetti zozzi di Walt Disney (di sicuro ci sono, custoditi in qualche caveau super protetto).

Tra i tuoi numerosi personaggi ricorrenti, qual è quello che preferisci?

Mi piace molto disegnare il papero e il dottore. La loro semplicità è rilassante. Ma per le storie il dottore. Mi vengono più naturali di qualsiasi altro personaggio io abbia in mano in questo momento, mentre il papero è fuori dal mio stile normale, con lui faccio fatica (poco sangue, poca gente che esplode, no volgarità… argh!).

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Se qualcuno volesse intraprendere la carriera di fumettista online, che consigli gli daresti? Oppure gli manderesti il Coniglio senza zampe per limitare la concorrenza?

Mandami tutte le tue idee senza conservarne una copia o una prova! POI TI FACCIO SAPERE IO.
Per il resto, sono un autodidatta completo, quello che posso consigliare è quello che consiglio a me stesso ogni giorno: smettila di cazzeggiare e scrivi! Non accontentarti delle scorciatoiette e cerca di fare qualcosa di originale! Meno giochi di parole! Evita le citazioni, eccheccazzo, una ogni tanto basta e avanza! BASTA SPUNTINI NOTTURNI! E poi niente, lavora lavora lavora. E quando avrai un po’ di seguito… TI STANNO TUTTI PRENDENDO IN GIRO! TI ODIANO! NON CREDERGLI! UCCIDI UCCIDI UCCIDIIII!

Davvero delle dritte interessanti non c’è che dire! Daw grazie mille per essere stato nostro ospite! Per chiudere ti andrebbe di dare qualche consiglio a quanti stanno cercando di farsi un nome (fumettistico) attraverso la rete?

Non scegliete un nome che suoni come una saponetta.