Benito Jacovitti, conosciuto al grande pubblico solo con il cognome Jacovitti, è stato uno dei grandi fumettisti italiani, capace di sfornare lungo tutta la sua vita una serie inimmaginabile di storie, personaggi e gag in enormi quantità. In occasione del ritorno in edicola dei suoi personaggi più famosi, nel ventesimo anno dalla sua scomparsa, noi di Stay Nerd abbiamo voluto omaggiare quest’autentico monumento alla nona arte.

Partiamo dalla fine: a partire dal 9 Agosto troverete, in edicola e in fumetteria, una nuova collana della casa editrice Hachette: in una riedizione di lusso, verrà riproposta al grande pubblico una selezione delle migliori storie del pistolero più (involontariamente) comico del fumetto. I primi tre volumi della serie saranno interamente dedicati a lui, più altri personaggi partoriti dal fumettista di origine termolitane, da Tom Ficcanaso alla Signora Carlomagno, passando per Pop Corn e Jak Mandolino. Una collana imperdibile sia per gli amanti dell’autore, che potranno ritrovare le avventure e i personaggi che hanno apprezzato negli anni passati, sia per chi vuole avvicinarsi a un pilastro della comicità a fumetti come Jacovitti.

Facciamo quindi un passo indietro.

Benito Franco Giuseppe Jacovitti nasce il 9 marzo del 1923 a Termoli. La famiglia si sposta poi a Firenze, dove passerà la maggior parte della sua adolescenza. L’attitudine e il talento per il fumetto si fanno vedere molto presto: le prime opere risalgono a quando l’autore aveva appena sedici anni e vennero pubblicate sulla rivista satirica Il brivido. Tali storie avevano già uno stampo prettamente umoristico e l’attenzione al dettaglio che caratterizzò tutta la sua produzione. Vi basti sapere che i primi lavori erano delle tavole a pagina intera piene di gag da scoprire un po’ alla volta, con più riletture, trovando ogni volta qualcosa, in fondo alla pagina o in secondo piano, di non immediatamente visibile.

La notorietà arrivò poco dopo, grazie al settimanale Il Vittorioso, che per primo diede a Jacovitti la possibilità di raccontare regolarmente le sue storie e di affinare il suo personalissimo (e riconoscibilissimo) stile di disegno. Dobbiamo aspettare il 1957, però, per vedere la nascita di Cocco Bill, il pistolero più infallibile e improbabile del west: le sue storie sono state pubblicate, inizialmente, sul supplemento del quotidiano Il Giorno, intitolato Il Giorno dei Ragazzi.

Jacovitti proseguì la sua carriera in costante ascesa, partorendo altri personaggi strabilianti (solo per citarne alcuni: Zorry Kid, parodia di Zorro, Agatone, l’automobilista medio, e il già citato Jak Mandolino. Quest’ultimi contribuirono, non che vi fosse bisogno di ulteriori conferme, alla sua affermazione e consacrazione come autore a tutto tondo, anche satirico. In più occasioni, le sue tavole hanno infatti commentato i fatti d’attualità del tempo, andando a comporre, nel corso degli anni, uno stupendo affresco dell’Italia dal dopoguerra ai primi anni ’90, passando per il boom economico, la rivoluzione degli anni ’70 e i ruggenti anni ’80.

Ma allora, dato il successo che si fece, in pochi anni, diffuso e trasversale, cosa mancò a Benito Jacovitti per essere consacrato dalla critica, cosa che non fu, almeno in un primo momento? Probabilmente fu un insieme di fattori, uno dei quali potrebbe essere la mancanza, nell’autore, di qualsivoglia presa di parte politica nelle sue opere. Se, da una parte, ciò lo rendeva, come anticipato, “trasversale”, dall’altra era una caratteristica che più volte, nel rapporto tra arte e critica (quest’ultima spesso e volentieri molto impegnata, politicamente parlando) italiane, ha accomunato figure non facilmente “riconoscibili”, e quindi difficili da elogiare o, al contrario, criticare.

Questo, comunque, non rappresentò mai un problema per l’autore eclettico, non solo capace di passare dal fumetto umoristico a quello satirico con nonchalance, ma deciso ad andare ancora oltre, invadendo persino ambiti come la pubblicità o il genere fiabesco. Anche Jacovitti, tra i tanti, si è cimentato nell’illustrazione di Pinocchio, ad esempio. E cosa dire delle numerose apparizioni dei suoi personaggi sui “palchi” pubblicitari dei gelati El Dorado (poi acquistati da Algida), del Carosello con Rai, e tanti altri ancora?

Oggi, o perlomeno a breve (ricordiamolo: da Agosto), ci è permesso di scoprire o riscoprire Benito Jacovitti, Cocco Bill e il meglio della produzione dell’artista, grazie a questa brillante iniziativa editoriale di Hachette. Ma non finisce qui, perché proprio oggi, 30 Giugno 2017, e fino a fine Agosto, apre a Bra, in provincia di Cuneo, una mostra dedicatagli, chiamata Tutto Jacovitti, curata dalla figlia Silvia e da Dino Aloi, che vanta non solo una raccolta di lavori del maestro, ma anche tanti, tantissimi omaggi da autori emergenti nella scena del fumetto e dell’illustrazione italiani di oggi: Maicol & Mirco, Martoz, Claudia Nùke Razzoli, Pietro De Carlo, Ste Tirasso, Pablo Cammello, Roberto D’Agnano, Irene Coletti, Vincenzo Bizzarri, Maurizia Rubino, Lorenzo Mò, Mattia Moro, Andrea Chronopoulos, Simone Pace, Davide Bart Salvemini, Federico Manzone e il vincitore dell’ultimo Premio Bartoli ad ARF! 2017, Francesco Guarnaccia.

Felice Garofalo
Fin da quando riesce a ricordare è stato appassionato di fumetti, di cui divora numeri su numeri con buona pace dello spazio in libreria, sempre più esiguo. Ogni tanto posa l’ultimo volume in lettura per praticare rigorose maratone di Serie TV, andare al cinema, videogiocare, battere avversari ai più disparati giochi da tavolo, bere e mangiare schifezze chiacchierando del mondo. Gli piace portare in giro la sua opinione non richiesta su qualsiasi cosa abbia visto o letto. Sfoggia con orgoglio le sue magliette a tema.