La palletta rosa goes sci-fi

I personaggi iconici inventati e portati al successo da Nintendo sono tantissimi, anche se alla fine ci si ricorda sempre degli stessi: gli idraulici, gli eroi fantasy, le volpi spaziali. Poi, un po’ in un angolo, puccioso e morbidone, c’è Kirby, la pallina rosa più amata dai videogiocatori.
Questa mascotte Nintendo era stata già protagonista qualche tempo fa di un titolo sulla console maggiore, quel Pennello dell’Arcobaleno, che non ci aveva proprio convinto, soprattutto per le meccaniche un po’ macchinose e per l’utilizzo dello stilo come ricerca forsennata di qualcosa di nuovo.

Hal Laboratory si è invece cimentata in questo nuovo capitolo appositamente creato per 3DS, e  a questo punto non vi resta che seguirci e scoprire quanto sia valido questo titolo…

Invasione e Marketing

Il mondo Stella in cui Kirby e la sua nutrita schiera di conterranei (amici e nemici) vivono felici viene sconvolta da un avvenimento terribile: un’ombra cala sulle valli e sui castelli, mentre una gigantesca astronave pianta le sue zampe meccaniche in profondità nel suolo. Ben presto appare chiaro che gli invasori sono interessati a depredare tutte le materie prime del pianeta (e non si sa quali siano, ovviamente, ma sicuramente sono tante e sono potenti) per trarne il massimo profitto.

L’unico in grado di fermare questa efferata manovra di invasione a scopo finanziario è il nostro Kirby preferito, che incurante del pericolo si lancia in questa nuova avventura.

Questo è l’antefatto che porta il giocatore in giro per i livelli introducendo una ambientazione fantascientifica e cyberpunk (nel suo piccolo), proponendo un setting del tutto nuovo per la pallina rosa. L’approccio sci-fi non è solo un aspetto puramente cosmetico, ma anzi condiziona il gameplay, in maniera sostanziale.

Dal punto di vista narrativo, il gioco si attesta sulla media dei platform Nintendo, senza mettere in mezzo principesse e draghi, ma riesce in qualche modo a tenere insieme i vari mondi e i vari livelli, senza far apparire tutto come un’accozzaglia di quadri slegati.

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Mech e poteri

Il gameplay di Kirby è sempre stato caratterizzato da un mix di platform e combattimenti, e in questo senso Planet Robobot non fa eccezione. Hal Laboratory, forse memore delle precedenti avventure in cui spesso si era perso il senso del gameplay Kirby-style, ha deciso di fare un passo indietro, e di tornare al cuore della giocabilità che ha reso famoso questo titolo, preparando il terreno contestualmente a delle novità che arricchiscono e rinfrescano l’intero gioco.

Iniziamo con il dire che il gioco è un platform vecchio stile, in 2,5D, con un accenno di profondità ma a scorrimento orizzontale. Il giocatore si ritroverà a saltellare per il livello con tutte le caratteristiche che hanno reso famoso il gameplay di Kirby: ovvero la possibilità di aspirare nemici e oggetti. Dopo l’aspirazione, il giocatore può decidere se risputare il bolo come un proiettile oppure ingoiarlo e mimare il comportamento nemico. Questo apre decine di scenari diversi, a seconda del nemico che abbiamo copiato: la nostra amata pallina rosa può diventare un arciere, un mago telecinetico, un missile, una ruota di automobile (!) o uno spadaccino provetto, per citarne solo alcuni. Ogni mimic ha una serie di mosse e combo, che si producono pigiando i tasti forsennatamente o combinandoli con la croce direzionale. La conoscenza delle varie combo e dei vantaggi e svantaggi di ciascuna classe è la chiave di volta dell’intero gameplay, anche perché per scoprire tutti i segreti dei livelli, dovrete sfruttare a pieno ogni singolo colpo a vostra disposizione.

Ma il gioco non è tutto qui. Anzi questa è solo una parte del divertimento. In perfetta armonia con il setting fantascientifico, in questa occasione Kirby si è motorizzato: sparsi per i livelli ci sono dei mastodontici esoscheletri che il nostro tenerone può pilotare per portare terrore e distruzione tra le fila nemiche. Anche gli esoscheletri hanno la capacità di mimare gli attacchi nemici, e quindi oltre al feroce pugno di base, ci sono attacchi con i laser, con le motoseghe, con le scosse elettriche, con i missili e con le bombe a distanza, in un tripudio di esplosioni.

I designer di Kirby Planet Robobot hanno portato oltre il concetto di esoscheletro cangiante, combinando alcuni livelli in cui il nostro eroe si ritroverà a pilotare una astronave, blastando nemici in un perfetto shoot em up. O ancora ci ritroveremo a scorazzare a bordo di una dune-buggy speronando i nemici, fino al gran finale, che non sto qui a raccontarvi perché è davvero divertente.

Se da una parte abbiamo mostrato una certa fantasia e ricercatezza nelle migliorie del gameplay, dall’altra dobbiamo fare un plauso anche al level design, liscio, leggero e ben articolato. Ogni livello nasconde tre cubi e svariati adesivi, che dobbiamo cercare per forza: i primi servono ad aprire la porta che conduce al boss dell’area e i secondi invece hanno lo scopo di abbellire i nostri esoscheletri. Inoltre se si riesce a raccogliere tutti i cubi di tutti i livelli di un area si apre la strada a un livello segreto difficile e pieno di collezionaibili succosi.

Se proprio vogliamo muovere una critica al level design di Kirby Planet Robobot, allora possiamo dire che il gioco in sé è troppo semplice: a parte alcune sezioni finali, la maggior parte dei quadri scorrono via lisci come l’olio, e anche la ricerca dei cubi è abbastanza immediata.

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Un’altra cosa che ci va di segnalare è che l’uso dell’esoscheletro è davvero limitato, anche se le sue funzioni sono divertenti e ben integrate. Avremmo voluto più sezioni dedicate al robottone rosa, e allora saremmo stati i bambini più felici del mondo. Anche i Boss, per quanto vari e articolati in più metamorfosi, sono comunque semplici da battere, tanto da far scadere un po’ il livello di sfida. Certo, si potrebbe argomentare che il gioco evidentemente non è diretto aio giocatori di grandissima esperienza, ma lo stesso, ci è sembrato doveroso specificare che si arriva alla fine dei livelli quasi senza accorgercene.

Oltre alla modalità storia, che abbiamo appena discusso, l’offerta di divertimento racchiusa in questo titolo è ricca di opzioni: c’è la modalità Meta Knight, che sarebbe una specie di rivisitazione dei livelli della storia in una sorta di speedrun senza soluzione di continuità. La particolarità, che è tutta racchiusa nel titolo, è che invece di usare Kirby, avremo tra le mani appunto Meta Knight, con le sue particolari abilità e il gameplay diversificato.

Non manca neanche la modalità multiplayer, possibile anche in download play, che permette a quattro giocatori in locale di affrontare i boss in battaglie all’ultimo sangue. Il bello di questa modalità, oltre ad essere affiancati da alcuni amici, è che il personaggio che scegliamo crescerà di livello acquisendo esperienza e diventando quindi più forte di partita in partita, in perfetto stile GDR. Il razionale è quello di affrontare le precedenti sfide e cercare di polverizzare i nostri precedenti record per poterli condividere con StreetPass.

Una buona quantità di carne al fuoco, che rende il gioco lungo e godibile, soprattutto se paragonabile ad altri platform.

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Rosa è il colore del futuro

La scelta artistica di Kirby è perfettamente in linea con lo stile del personaggio: colorata, allegra, morbida. L’aspetto cartoonistico del gioco ribadisce il concetto di tenerezza che il personaggio stesso emana già al primo sguardo, anche se bisogna sempre ricordare che Kirby è temuto in tutta la galassia Nintendo ed è considerato come un personaggio violentissimo (confronta la lore alle spalle di Super Smash Bros…).

Le ambientazioni sono quelle canoniche, con il classico livello ambientato sott’acqua, quello polare e quello con il fuoco, ma tutti filtrati dalla scelta di meccanicizzare ogni singolo aspetto dello sfondo, dando l’idea di un invasione tecnologica in piena regola.

Il character design dei personaggi di contorno e dei nemici è eccezionale e sopra le righe, grazie a un gusto del grottesco che riesce a strappare qualche risata qua e là. Se proprio volgiamo andare a rompere un po’ le scatole, allora l’astronave finale, rosa, oblunga, racchiude in sé un simbolo fallico troppo eloquente, che se lo vede il Moige, fa chiudere Nintendo e le frontiere con il Giappone!

Nel complesso però possiamo dirci ampiamente soddisfatti delle scelte grafiche e artistiche fatte da Hal Laboratory e lo stesso diciamo del sonoro, con una serie di musiche techno o industrial, che fanno il pari con lo scenario meccanico.

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.