Cari miei, dopo aver viaggiato nello spazio con i troopers, aver evitato un’inversione protonica totale incrociando i flussi, e aver capito che non è questo il giorno dei raminghi, oggi parliamo di archetipi.

Mesdames et Messieurs, ecco a voi la Donzella in Difficolta, DiD per gli amici.

A partire dai miti greci, ma probabilmente anche prima, la DiD è stata rappresentata come una giovane (e bella) donna nubile (mai una che fosse già impegnata, oh, mai!) che si trova in una situazione pericolosa per colpa di un mostro (un drago, una divinità greca dell’oltretomba, un sith con l’asma, il mostro dell’armadio, la teglia incrostata di ragù delle lasagne che prende vita) e necessita di un salvataggio da parte dell’eroe.

Beh, direte voi, ce ne fossero di lavori così.

Ma noi siamo qui per rivelarvi la dura verità dietro il sogno della fanciulla da salvare.

Caldo, freddo, scimmioni.

Funziona così: un giorno apri la pagina degli annunci di lavoro sul quotidiano (o papiro, o ologramma) locale e trovi un annuncio che recita: “si ricercano nuove figure femminili da inserire nel nostro organico, richiesta grande pazienza, bella presenza, buona sopportazione a condizioni estreme”. Decidi di andare al colloquio conoscitivo e ti fanno domande come “ha paura di scimmie, serpenti ed altri animali selvaggi?”, “ha problemi nell’essere legata o imbavagliata?”, “ci sono problemi se la sediamo per – diciamo – cento anni e la lasciamo dormire in una catapecchia in mezzo al bosco?”. Ovviamente tu, aspirante ed ingenua DiD, hai bisogno di lavorare e la tua risposta è un tris di no.

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La solitudine tra noi.

Il primo problema che si trova ad affrontare la DiD è la solitudine. L’eroe sarà anche bello, biondo, cavaliere e ricco, ma di solito non è rapido nel trovare e salvare la sua bella, e tanto meno spicca per la sua furbizia. Il principe di Raperonzolo va a visitarla ogni giorno portandole della seta da intrecciare per formare una scala con cui poter scappare. Ma benedetto ragazzo, portarle direttamente una scala di corda e farla fuggire il secondo giorno era tanto difficile? Per non parlare di Biancaneve, che aspetta nella sua bara di cristallo vegliata dai nani e della Bella Addormentata, che dorme per un secolo e quando si sveglia viene subito baciata senza neanche avere il tempo di lavarsi i denti.

Se Superman decide volontariamente di isolarsi nella Fortezza della Solitudine, insomma, per le dame non è una scelta, ma un obbligo. La principessa Zelda, più volte imprigionata da Ganon e Peach, che ormai ha una stanza arredata nel(l’altro) castello di Bowser, sono due esempi di come la DiD debba armarsi di santa pazienza, e magari un abbonamento Netflix, per far passare il tempo nell’attesa di essere salvata.

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Chi bella vuole apparire.

L’eroe, abbiamo detto, prima o poi arriva. Il problema però, sta proprio nell’indeterminatezza del salvataggio. E se il principe arriva e la principessa è a letto con la febbre e il naso che cola? E se non ha fatto in tempo a depilarsi, o si fa trovare sul divano, insaccata in una tuta di pile rosa shocking, magari mentre mangia gelato e guarda per la millesima volta Il diario di Bridget Jones (anche lei è una DiD, forse)? A una donzella in difficoltà non è permesso rilassarsi un attimo, fare un lungo bagno, girare semi-nuda per il castello, no. Deve essere sempre pronta per essere salvata, con la valigia piena nell’armadio e il trucco perfetto. Narra la leggenda, ma forse è solo un pettegolezzo, che la principessa Aurora abbia chiesto a Malefica di addormentarla, almeno non avrebbe dovuto pensare ogni giorno a come vestirsi nel caso fosse arrivato il principe.

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È un’emergenza d’amore.

Non sempre, per fortuna, queste sventurate ragazze sono costrette a vivere segregate (per quanto di solito si tratti di lussuosi castelli, è pur sempre di una gabbia d’oro). Alcune di loro, anzi, riescono a portare avanti la loro vita tranquillamente, salvo poi vedersi arrivare addosso tutta la sventura dell’essere la Donna del (super)Uomo.

Chiedetelo a Lois Lane, più volte avvelenata/legata/strangolata (qui trovate una serie di scan dai fumetti, suddivise per metodo di tortura) o, se avete poteri da medium o una cetra incantata, alla fu Gwen Stacy, che ha pagato il prezzo più grande per aver amato Peter Parker.

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Dietro ogni grande uomo.

Abbiamo quindi capito che dietro ogni supereroe c’è una damigella (più o meno in pericolo), anche se per fortuna la ruota gira e la principessa Leia, dopo essere stata liberata da Han e Luke dimostra di essere tutto tranne un DiD di professione, così che il suo salvataggio diventa l’inizio di una grande avventura e non, come succede nelle favole, la fine della storia, il vissero felici e contenti a cui nessuno, uomo, donna o albero, può credere una volta superati i dodici anni senza sembrare ridicolo come Lucas quando ha pensato che Jar Jar Binks fosse un personaggio da inserire in Star Wars (scusate, ho appena visto il film, non mi è ancora sceso l’hype).

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All work and no play.

In conclusione essere una donzella in pericolo è un lavoro stremante, noioso, potenzialmente mortale e che molto spesso porta ad accrescere il numero di riflettori puntati sull’eroe, facendo sprofondare la DiD nell’ombra oscura della comprimarietà. Tutto questo in una società che riesce ancora a sollevare polveroni se una supereroina viene maltrattata da un nemico (avete detto The Killing Joke? L’avete detto voi, eh, non io), ma non si pone domande sul ruolo delle principesse, continuando a gridare alla novità per ogni Mulan o Merida che riesce ad arrivare sugli schermi. Le donne, insomma, non vanno toccate neanche con un fiore, al massimo legate e rapite, ma solo per dare modo all’uomo di salvarle. Non sia mai che, come la Meg di Hercules, un’eroina possa affermare “sono una donzella. Sono in difficoltà. Me la cavo da sola. Buona giornata.”

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Angela Bernardoni
Toscana emigrata a Torino, impara l'uso della locuzione "solo più" e si diploma in storytelling, realizzando il suo antico sogno di diventare una freelancer come il pifferaio di Hamelin. Si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa da leggere o da scrivere, o un cane da accarezzare. Amante dei dinosauri, divoratrice di mondi immaginari, resta in attesa dello sbarco su Marte, anche se ha paura di volare. Al momento vive a Parma, dove si lamenta del prosciutto troppo dolce e del pane troppo salato.