La top 5 del maestro Cronenberg

Quest’articolo probabilmente scontenterà molte persone, perché fare una cernita ristretta di un artista del calibro di David Cronenberg è pressoché impossibile.
Tuttavia noi di Stay Nerd ci abbiamo provato, ed abbiamo stilato una super lista per tutti voi. Come al solito non si tratta di una vera e propria classifica, anche perché pensare davvero a riordinare i suoi film sarebbe da folli.

Prima di partire per questo viaggio surreale, vorremmo fare una breve premessa sulla persona dietro alla macchina da presa, anche se immaginiamo che pochi di coloro che leggeranno l’articolo non sapranno di chi si stia parlando. Infatti, Cronenberg si può odiare o si può amare, ma di certo non è possibile ignorarlo: le sue pellicole non passano sicuramente inosservate; ogni suo film, che sia risultato un capolavoro o una creatura più ostile, ha sempre fatto parlare di sé. È stato tra i pionieri del genere body horror, dove vengono mostrate al pubblico mutazioni che affliggono il corpo e la mente umana; è passato poi allo studio delle devianze psichiche e delle ossessioni più disparate, scendendo così a fondo nell’oscurità dell’anima che alla fine di tutto ci si è spesso ritrovati a fissare noi stessi.

Non aggiungiamo altro, lasceremo che i titoli della lista e le suggestioni che sapranno sicuramente rievocarvi parlino al posto nostro.

eXistenZ (1999)

existenZ (con l’iniziale rigorosamente minuscola) ci parla di un nuovo videogame dove i giocatori, anziché adoperare le classiche console, vivono direttamente le proprie avventure tramite dei collegamenti biologici. Questi collegamenti non sono semplici cavi inermi ma veri e propri organismi di carne che entrano a contatto con gli stessi giocatori e hanno vita propria. Le avventure che si ritrovano a giocare i protagonisti divengono sempre più allucinanti e surreali, tanto che pian piano si perde il contatto con il mondo e distinguere realtà e finzione diviene sempre più difficile. Il film avrebbe sicuramente meritato molti più riconoscimenti ma, complici alcune scene un po’ morbose e gli argomenti trattati, fu un vero flop nei vari botteghini di tutto il mondo.
Un’ultima considerazione degna di nota: il regista, nel tratteggiare questa trama assurda, ci trasporta nell’ambiente del gaming attuale e futuro, dove si cerca sempre più di “entrare” nel videogioco (vedi gli attuali VR). Questa visione, di ben 18 anni fa, risulta quindi ancora attualissima e moderna.

La mosca (1986)

Questo film, sicuramente uno dei più grandi successi commerciali di Cronenberg, è il remake di una pellicola degli anni ’50 (L’esperimento del dottor K). Però, rispetto al suo predecessore – grazie anche alle innovazioni tecnologiche nel campo degli effetti speciali e del trucco – Cronenberg riesce a portare completamente sul grande schermo la visione contenuta all’interno della mente dei registi. Un geniale dottore tenta di scardinare le leggi della fisica costruendo una macchina del teletrasporto: l’esperimento è un successo ma quando egli stesso si accinge a provare il macchinario, una mosca entra nell’altra capsula, dando vita ad una mutazione che porterà il protagonista in una spirale di orrori e dolore.

Scanner (1981)

Ammetto che si tratta di uno dei miei film preferiti. Lo vidi in età “sconsigliata” e questo forse lo fece rimanere impresso indelebilmente nella mia memoria. Fu il primo successo del regista e diede vita a vari sequel (quattro, per la precisione), realizzati però senza la sua collaborazione e – fidatevi – la differenza si vede.
Di che cosa tratta?
Abbiamo telepatia, poteri psichici e tanto, tanto pathos: ingredienti ottimali per una miscela pronta ad esplodere come le teste di vari personaggi nel corso di questo lungometraggio. Perché sì, il protagonista è uno scanner, un essere umano dotato di un potere psichico talmente forte da poter far letteralmente saltare in aria la testa di una persona tra indicibili sofferenze, oppure di controllarne il flusso dei pensieri, rendendolo una marionetta. Se a questo aggiungete un crescendo continuo di complotti, misteri e azione avete davanti a voi un ottimo e raccomandato prodotto da gustarvi (magari non durante una cena).

A History of Violence (2005)

Avete presente Aragorn (meglio conosciuto come Grampasso)? Eroe indomabile della Terra di Mezzo e erede al trono di Gondor, fiero e puro, sempre pronto a combattere per la giustizia e la verità.
Bene, ora scordatevi questa immagine idilliaca di Viggo Mortensen, perché – nella sua prima collaborazione con Cronenberg – questo grande attore è attorniato da un alone di bugie, misteri del passato e, come lo stesso titolo ci suggerisce, tanta ma davvero tanta violenza. Un’opera piuttosto brutale in certe sequenze, tratta da una graphic novel di Wagner e Locke. Una visione è sicuramente d’obbligo, anche se potrebbe lasciarvi un po’ provati, ma questo è un effetto “collaterale” di molte delle pellicole del regista canadese.

Videodrome (1983)

Videodrome è una trasmissione satellitare che permette di vedere mutilazioni, stupri, torture e altre situazioni indicibili; cose vere, reali, che accadono concretamente nella vita. Videodrome, inoltre, emana delle particolari onde elettromagnetiche che influenzano il cervello, causando allucinazioni e lavaggi della mente tramite ipnosi.
Si tratta di un film allucinogeno, alquanto macabro e sicuramente inquietante. Stremati dalla pellicola, arriveremo ad un doppio finale all’apparenza ambiguo e che, allo stesso tempo, lascia pensare che il regista volesse fino all’ultimo farci capire che non si deve credere ad ogni cosa a cui assistiamo, anche se in tutto il film le parole del video sono divenute carne, realtà.
Ancora una volta Cronenberg ha compiuto una lucida e profetica analisi della nostra società, proiettando questo suo pensiero fino ai giorni nostri e rendendolo ancora attuale, nonostante siano passati più di trent’anni.

Mi raccomando, guardate il film ma state attenti a non subirne gli effetti!

Federico Tufano
Un tizio qualunque a cui piace scrivere: più o meno la storia di ognuno di noi e della sua passione. Da piccolo sognavo che un giorno avrei fatto il paleontologo, per poter ammirare i miei animali preferiti: i dinosauri. Poi, quando mi hanno che i dinosauri erano tutti estinti non ci ho voluto credere e così mi sono rifugiato nel sogno, regno della fantasia dove ho tutt’ora la residenza. Spesso risulto indigesto, acido e diretto come un gancio sinistro del caro vecchio Balboa ma il mio motto è sempre stato “meglio dentro che fuori”. Forse morirò solo o forse vivrò abbastanza a lungo da farmi amare da tutti voi.