Non c’è pace per manga e anime, negli ultimi tempi.

Dopo l’ambiguo servizio del programma di infotainment Le Iene sulla stretta (a parer loro) correlazione tra manga e pedofilia, adesso ci pensano anche i giornalisti, in particolare Michele Ardengo per Il Giornale, a costruire fantasiose teorie sui legami tra sessualità e animazione giapponese.

Sailor Moon e cristalli dell’orgoglio arcobaleno.

In breve, molto in breve visto che l’articolo stesso non supera le duecento parole, Ardengo ci informa del bacio tra Usagi e Haruka, per gli amici Sailor Moon e Sailor Uranus, che ha avuto luogo nel trentesimo episodio della nuova serie animata Sailor Moon Crystal.

Non siete sconvolti neanche un po’, vero?

Insomma, che Uranus e Neptune siano la coppia lella per eccellenza dei cartoni animati è storia vecchia, un po’ come se qualcuno si stupisse della miracolosa Clara che ricomincia a saltellare per i verdi pendii alpini alla fine di Heidi.

In ogni caso, cito l’articolo, “nella nuova versione di uno dei titoli di culto per intere generazioni cresciute a cavallo degli anni Novanta e Duemila, la protagonista Sailor Moon viene baciata dalla “collega” Sailor Uranus, sdoganando l’amore lesbo anche in programmi riservati ai più piccoli, ancora impreparati ad affrontare tematiche come l’orientamento sessuale.

E qui iniziano le inesattezze.

Mi avvarrò dell’aiuto di un elenco puntato per essere più chiara:

  1. Le intere generazioni possono essere al massimo due, non è che Sailor Moon sia poi così vecchio.
  2. Sailor Moon Crystal non è una nuova versione di niente. La serie è stata prodotta da Toei Animation per festeggiare il ventesimo anniversario del franchising e si ripropone di essere una versione animata più fedele al manga rispetto alla serie del 1993 (arrivata in Italia, ovviamente censurata, nel 1995). La scena in questione, quindi, è presente anche nel manga, non direi proprio che questo bacio sia un’aggiunta inserita dalle oscure sette del gender, come vorrebbe farci credere Il Giornale.
  3. Sailor Moon Crystal va in onda in Giappone intorno alle 23 di sera, orario in cui i giovani innocenti ancora impreparati ad affrontare tematiche come l’orientamento sessuale sono a letto. In Italia le puntate potevano essere guardate in streaming su NicoNico, almeno fino alla scorsa stagione, adesso non più, quindi direi che i pargoli italici sono al sicuro da cotanta devianza.
  4. In ogni caso Sailor Moon Crystal non è un programma riservato ai più piccoli. In generale Sailor Moon non è mai stato un prodotto per bambini, trattandosi di un un mahō shōjo (letteralmente ragazza magica), sottogenere dello shōjo, ovvero quella fetta di manga e anime rivolti a un pubblico femminile solitamente compreso tra gli ultimi anni di infanzia e la fine dell’adolescenza. La stessa protagonista Usagi/Bunny frequenta la seconda media. Un’età in cui la maggior parte dei ragazzi già è conoscenza dei rudimenti del sesso, dell’amore, e del fatto che Babbo Natale non esiste. Purtroppo in Italia molti cartoni animati, per il solo motivo di essere tali (e quindi considerati in partenza una cosa da bambini) sono stati snaturati, censurati e inseriti in fasce orarie di programmazione sbagliate.

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Qualcuno pensi ai bambini.

Ma andiamo avanti con l’articolo: “Già nella versione precedente del cartone animato, si facevano velati riferimenti all’amore saffico tra le protagoniste, ma il tema era rimasto sempre nascosto senza alcun riferimento grafico preciso. Oggi invece, secondo i disegnatori della serie, sembra che i bambini siano pronti a guardare scene d’amore omosessuale.”

Qua rinuncio anche all’elenco puntato, visto che già abbiamo appurato che parlare di versione precedente è inesatto. Quella scena è del 1992, Naoko Takeuchi, in un’intervista del 1996 comparsa su Kappa Magazine parla così del rapporto tra Sailor Uranus e Neptune “La relazione tra Haruka e Michiru è un po’ speciale. Penso che il sentimento più importante del mondo sia l’amicizia. La loro amicizia è così forte da diventare amore. Non c’e soltanto l’amore eterosessuale, ma può anche esserci l’amore omosessuale, in questo caso tra due ragazze.”

Le due guerriere che vestono alla marinara sono lesbiche da più di vent’anni, che in Italia ce ne accorgiamo solo adesso è colpa forse del fatto che l’opinione pubblica non riesce a riconoscere l’amore senza un riferimento grafico preciso. O forse della pesante censura subita nel nostro paese dalla prima edizione dell’anime in cui ogni riferimento alle due è stato tagliato via. E a proposito di cose tagliate: sempre nella versione italiana, in ben due casi è stato cambiato il sesso del personaggio perché reputato troppo effemminato per essere un uomo: Zoisite/Zachar nella prima serie e Occhio di Pesce nella quarta sono diventati donne, un chiaro segno che alla Mediaset saranno pure omofobi, ma transfobici mai.

È solo un taglietto.

La censura italiana ha sempre agito sconsideratamente sui cartoni animati, inutile che ve lo ricordi. Ci sono stati i rimaneggiamenti di Piccoli problemi di cuore al solo comparire di un pacco di assorbenti (eh, che schifo, mica vorrete che le ragazzine possano pensare che parlare del loro corpo e dei cambiamenti vada bene), le puntate di Dragon Ball tagliuzzate per far scomparire tette e culi, Georgie che è passata dagli incesti in stile Lannister della versione originale all’amore fraterno di un qualunque Stark ancora vivo. Questo solo ed esclusivamente per adattare un prodotto a un target per cui non è stato pensato. Un po’ come cercare di far appassionare gli adulti a Dora l’esploratrice inserendo delle scene di sesso all’interno della puntata.

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Ha stato il gender!!1!

Ma parliamo chiaro, il problema qua è più grave.

Qua si parla di incolpare dei fumetti, o dei cartoni animati (neanche arrivati in Italia, in alcuni casi, ma comunque ricordatevi che ogni paladino della famiglia tradizionale prima o poi si giocherà la carta Lady Oscar) di deviare le menti dei più giovani. Qua si dà per scontato che una persona giovane debba essere protetta da ciò che la circonda, come se essere giovani significasse necessariamente non capire il mondo.

Ok ok, diciamoci la verità, il problema non è neanche questo.

Il problema è che (oltre a ripetere troppe volte la parola problema) in Italia nel 2016 ci sono ancora pubblicazioni giornalistiche, associazioni e politicanti che si scandalizzano per un bacio tra persone dello stesso sesso. Il problema è che c’è ancora una fetta di esseri umani che non accetta che l’omosessualità esista, sia sempre esistita e sempre esisterà.

Prima di Lady Oscar e Sailor Moon c’erano Vita Sackville-West e Virginia Woolf, prima ancora Saffo; le ragazze non diventano lesbiche perché due delle loro eroine si baciano, così come i ragazzi non diventano dei culturisti sotto steroidi solo perché Goku di terzo livello ha i bicipiti della stessa circonferenza dei miei fianchi.

Dovremmo smettere di credere che tutto ciò che è diverso contenga una minaccia, dovremmo farla finita di attaccare ciò che non conosciamo, che sia una forma di intrattenimento nipponica o una persona che ci siede accanto.

Dovremmo, certo, purtroppo ci sono più speranze che stasera incontri un gatto nero parlante per strada. In quel caso, domani mi trovate sul giornale. Sarò Sailor LGBT, la combattente che veste alla maschietta venuta qui per punirvi in nome del gender.

 

Angela Bernardoni
Toscana emigrata a Torino, impara l'uso della locuzione "solo più" e si diploma in storytelling, realizzando il suo antico sogno di diventare una freelancer come il pifferaio di Hamelin. Si trova a suo agio ovunque ci sia qualcosa da leggere o da scrivere, o un cane da accarezzare. Amante dei dinosauri, divoratrice di mondi immaginari, resta in attesa dello sbarco su Marte, anche se ha paura di volare. Al momento vive a Parma, dove si lamenta del prosciutto troppo dolce e del pane troppo salato.