Nella fiera cosentina Le Strade del Paesaggio, noi di Stay Nerd abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Lorenza Di Sepio, autrice che dopo tanti anni nell’animazione 2D è sbarcata nel fumetto pubblicando online le strisce di Simple e Madama, diventate poi un libro uscito nel 2014 per Magic Press Edizioni.
La Di Sepio ha risposto a tutte le nostre domande con professionalità e cordialità.

Il tuo percorso professionale è abbastanza atipico. Vuoi parlarcene?

Sì, effettivamente lo è. Ancor prima di imparare a scrivere e a leggere, disegnavo, quindi è un desiderio che ho sempre avuto, un’esigenza di comunicare. Tanto che praticamente ho quasi dimenticato come si scrive in corsivo e ora lo faccio solo in stampatello, che è la cosa più bella. A parte le battute, sono cresciuta in una famiglia di bancari, pertanto quando dissi che avrei voluto fare la disegnatrice mi hanno risposto: “Cosa?”. Mi hanno proibito i licei artistici, gli istituti, mandandomi a fare una scuola normale per apprendere un mestiere normale così poi, se avessi voluto, avrei potuto provarci. E così dopo la maturità mi sono iscritta alla Scuola Internazionale di Comics e ho fatto un corso di animazione in 2D. Per una questione di gusti, preferisco molto di più i cartoni animati che non i fumetti, in un certo senso. Anche a farli: il piacere che ti dà un personaggio animato che si muove, con una voce, è molto più emozionante rispetto ad una tavola. Sono due cose diverse ma preferisco il cartone. Sono partita da questo che mi ha portato lavoro per quasi dieci anni. Ho lavorato per vari studi d’animazione, sport, serie TV per la Rai, e abbiamo fatto dei progetti importanti. Anche se sono impieghi che non ti portano visibilità, perché fai parte di uno staff dove ti occupi, per esempio, degli storyboard, o delle animazioni, il montaggio. Il momento della visibilità è saltato fuori quando ho dovuto fare una scelta. Io mettevo delle vignette realizzate così, per passare il tempo, sui blog e da lì sono arrivata a farmi conoscere perché facevo vedere quello che sapevo fare. Poi i social hanno portato queste immagini alla viralità, dandomi popolarità.

Simple & Madama invece com’è nato?

È nato con delle vignettine che io avevo fatto per il mio ragazzo dell’epoca per farmi perdonare, visto che ho un po’ un caratteraccio. A seguito di una litigata paurosa ho realizzato delle vignette che poi sono state condivise e da lì è nato tutto. Poi ho visto che piacevano e a me piaceva divertire la gente, senza pretese editoriali, anche perché il lavoro ce l’avevo. Quando avevo tempo sfornavo sketch di questo tipo, e alla fine è arrivato l’editore e ho reso tutto un po’ più personale. Infatti, se prendete i primi lavori e li mettete a confronto con gli ultimi sono diversissimi, proprio perché li avevo fatti al telefono, come scarabocchi. Ora sono molto più costruiti, molto più studiati.

E l’animazione, tornerà? Ti immagini ancora in quel mondo?

L’animazione è bellissima ma è molto più faticosa; ha dei tempi lunghissimi. Basti pensare che un secondo solo di animazione sono 25 frame, quindi in media 12/13 disegni solo per un secondo. Poi tutti i livelli, le braccia, gli occhi, le espressioni: è una cosa molto complessa, però se avessi l’occasione di tornarci lo farei, senza tuttavia abbandonare Simple & Madama. È un progetto che per me è stato così importante che cercherò di portarlo avanti finché funziona. Mi piacerebbe animarli, usare le mie capacità per realizzare con loro delle pillole animate, ma è un lavoro che da sola non ho il tempo di fare. Quindi per adesso continuo così, e poi se avrò l’opportunità ci proverò.

Invece su Simple & Madama che novità ci saranno? Magari per Lucca Comics?

La novità è che non ci saranno novità. Uscirà un prodotto, ma non un libro nuovo. Rispetto agli altri colleghi mi sono presa un po’ di tempo, ho lavorato con più calma per elaborare un prodotto diverso.

Quindi a Lucca arriva qualcosa di diverso…

Sì, e poi dopo ne arriverà un’altra, che però non c’entra niente con Simple & Madama ed è una cosa completamente differente. Un progetto in cui c’è anche un po’ di rivalsa personale, per far vedere che posso avere anche un certo stile. Su Instagram ultimamente mi sono divertita molto a sperimentare e fare delle cose diverse, e quando tra i commenti ho letto “Ah, ma allora sai disegnare…” ne sono rimasta lusingata, da un certo punto di vista, perché voleva dire che era piaciuto quello che avevo fatto, ma dall’altro ho rosicato.

Purtroppo, è una cosa che succede. Quando ti interfacci col web, con un prodotto iconico, poi rischi di venire troppo identificato con esso. È un po’ come per gli attori che interpretano personaggi famosi e poi dicono di non volerlo far più perché sennò non vengono riconosciuti. Tranne Harrison Ford. Harrison Ford fa tutto.

E fa anche filmoni. Sì, esatto, però c’è da dire che questa cosa ha un po’ un rovescio della medaglia. Da una parte è limitante sapere che puoi collegarti sempre a quello stile lì, ma dall’altra ti porta un legame speciale perché il fan, il lettore, vede quella immagine e la ricollega direttamente a te. Mentre magari se gli dai una categoria troppo vasta di stili sei talmente versatile che non ti riconosce più. Mantenere un’impronta di immagine crea un legame profondo, perché lo riconosci anche a distanza. Devi dimostrare di saper fare tutto, ma allo stesso tempo non ti devi annacquare troppo, a mio avviso.

Com’è il tuo rapporto con i fan?

Il mio rapporto con i fan è bellissimo perché vanto una categoria di lettori che sono tranquillissimi. Non si infervorano, non si arrabbiano e poi io gestisco la pagina in modo molto ovattato; cerco di non parlare di argomenti che portano flame come la politica, il calcio e la religione perché poi uno entra su Facebook e ha mille problemi, mille critiche ed è difficile gestire il tutto. Io so che c’è un angolino tranquillo dove vado e prendo la pillola che mi fa sorridere senza volgarità, cattiverie e altro. La cosa bella è che loro sono come me. Io mi approccio in questo modo sui social e loro fanno lo stesso. Anche perché o ti piace quello che faccio, oppure di solito non mi consideri proprio.

Sei uguale ai tuoi personaggi?

Io sì purtroppo ho il caratteraccio di lei, prendo spunto molto dalle sue espressioni accigliate e dalle sue lamentele. Però penso di avere un po’ di simpatia.

le strade del paesaggio 2017 intervista lorenza di sepio


Simple & Madama portano un messaggio che può essere declinato in tante maniere, in tante modi. Quali pensi che potrebbero essere delle nuove forme di veicolazione? Per esempio adesso c’è il libro, magari in futuro un gioco da tavolo…

Quello l’ho già fatto.

Ah, e chi l’ha creato?

L’ha creato Marco Mingozzi, che è un creatore di giochi che sta in Emilia Romagna e che mi propose di farlo. Io gli dissi di parlarne all’editore, lui si è mostrato molto competente, abbiamo valutato l’idea e ha fatto un carinissimo gioco di carte. Si può giocare in due modalità: o tutte coppie contro coppie o tutti single contro single. Ognuno ha un tot di carte a testa, si pesca e ci sono delle domande, o chiuse o aperte, a cui rispondere e in base al punteggio puoi valutare, se giochi a coppie, quella con più affinità, se giochi single trovi quella più affine a te e alla fine puoi decidere se friendzonarla oppure uscirci insieme.

Bello.

In realtà secondo me più che formare coppie ne ha sfasciate…

Quindi, altre modalità in futuro?

Non lo so, perché in effetti Simple & Madama è molto versatile. Mi piacerebbe ad esempio fare un app, però per adesso faccio più i social e le vignette, che sono quelle che funzionano meglio. I gadget alla fine vivono un po’ di riflesso e quindi cerco di curare ancora di più il fumetto.