Nulla inizia, nulla finisce, tutto si trasforma.

La trasformazione è un concetto semplice, eppure fantastico. Evolversi, mutare, cambiare forma è stato da sempre una costante nella storia dell’uomo, in qualsiasi campo, e nel mondo dell’intrattenimento globale, interi franchise hanno fatto la loro fortuna sul concetto di trasformazione per trasmettere meraviglia, stupore e potenza. Michael Bay, non stiamo parlando dei tuoi film sui Transformers, sappilo. In Giappone da decenni ormai si usa la trasformazione come perno di molte storie, e i più blasonati protagonisti di manga e anime ne fanno largo incetta, catturando il lettore / spettatore ogni volta con spettacolari sequenze che hanno reso indimenticabili alcune serie. Ebbene, eccone alcune sicuramente tra le più memorabili…

Akira Fudo – Devilman

“Sarà un inferno poi, questo mondo…”

Partorito dalla mente geniale e malsana del maestro Go Nagai, questa trasformazione tra lo studente Akira Fudo e il terribile demone Amon avviene durante un sabba demoniaco grazie ad un piano diabolico di Satana. Niente dopo sarebbe stato più come prima. La potenza e l’istinto omicida di un demone, unito alla purezza e all’onestà di Ryo, creano un ibrido terribile quanto spettacolare, veicolando con maestria l’iconografia classica del diavolo e lasciando cavalcare a briglia sciolta la cruenta immaginazione di Nagai. Tra sangue, arti divelti, zanne, corna e ali membranose, Devilman è stato uno dei manga più famosi di sempre, la perfetta unione tra sacro e profano.

Hiroshi Shiba – Jeeg Robot d’Acciaio

“Unisci i pugni, diventerai Jeeg, Robot d’Acciaio.”

L’eredità lasciata dal Professor Shiba ad Hiroshi è quanto di più gravoso ci possa essere: trasformarsi nella testa di un robot antropomorfo per difendere l’umanità non è certo cosa da poco. Negli anni ’70 gli anime dei robottoni regnavano sovrani e Hiroshi è il primo vero pilota a diventare parte del robot stesso, grazie alla misteriosa campana di bronzo incastonata nel suo petto. Peculiare la forma umanoide intermedia che assume prima di diventare effettivamente la testa del Robot magnetico, una sorta di androide più potente e più agile rispetto ad un normale essere umano, forma usata spesso per combattere gli scagnozzi della Regina Himika.

Tekkaman

“37 minuti e 33 secondi per sopravvivere nello spazio siderale.”

Figlio di una Tatsunoko che negli anni ’70 voleva emulare il successo degli eroi americani, questa serie animata aveva la peculiarità di mostrare il suo protagonista George attraverso una trasformazione veramente dolorosa, che lo avrebbe portato ogni volta a diventare Tekkaman, un cavaliere cyborg con lo scopo di distruggere gli alieni di Waldaster. La sequenza di trasformazione è impressa nella mente di molti ragazzi: una volta entrato all’interno del Robot Pegas, George veniva ricoperto da un filo spinato nero lungo tutto il suo corpo, percosso da poderose scosse elettriche che venivano infatti accompagnate dalle sue urla strazianti. Una cosa veramente inaudita per quegli anni di super-eroi in calzamaglia e robot scintillanti. Tekkaman non ha mai nascosto i suoi punti deboli, ultimo dei quali non essere riuscito a far breccia nei cuori nipponici a quel tempo, interrompendo brutalmente le sue gesta al 26° episodio.

Transformers G1

“More than meets the eye…”

Pur non essendo propriamente esseri viventi, i robot dei Transformers hanno dato una vera e propria svolta al concetto di trasformazione nel campo dell’animazione e dei giocattoli, rendendolo un business vincente, misterioso e stimolante per tutti i milioni di bambini che negli anni ’80 impazzivano per questi robot trasformabili, dapprima solo in semplici autoveicoli, per poi espandersi, generazione dopo generazione, a dinosauri, armi, mammiferi, oggetti di uso comune e così via. La G1 resta senza alcun dubbio la generazione più memorabile di tutte, Optimus Prime (per gli amici Commander), Megatron, StarScream e tutti gli altri risuonano ancora nelle orecchie di tutti i veri nerd con l’inconfondibile suono della loro fantastica trasformazione.

Tetsuo – Akira

“Io sono… Tetsuo.”

La mostruosa trasformazione di Tetsuo nel capolavoro animato Akira non è certo intenzionale, anzi potrebbe essere definita più una “mutazione”, ma la spettacolarità dei dettagli e il disgusto che riesce a trasmettere allo spettatore è veramente senza pari: i muscoli che si gonfiano a dismisura, la carne che si espande come una valanga senza fine, gli occhi, le bocche, le dita che spuntano e si contorcono come invertebrati per inglobare Kaneda e gli altri sono immagini forti e potenti. Questo enorme e traballante “feto” che assorbe tutto ciò che lo circonda è protagonista di una delle sequenze più intense dell’animazione giapponese, da vedere assolutamente.

Ichigo Kurosaki – Bleach

“Senza la spada in mano, non posso proteggerti. Con la spada in mano, non posso abbracciarti.”

Diventare uno Shinigami, un dio della morte, comporta pesanti responsabilità. Tra queste gli ovvi e spettacolari combattimenti contro altri Shinigami e con altri demoni chiamati Hollow, desiderosi di ridurre il povero Ichigo a brandelli. Ma il protagonista di Bleach, attraverso allenamenti in grado di sviluppare i suoi poteri (i famigerati Bankai) e attraverso l’Hollow che cela dentro il suo corpo, riesce a raggiungere nuovi livelli di potenza e di memorabilità. Inizialmente, la metà di una maschera bianca di demone ghignante ricopre parte del suo volto, assieme ad una tunica lunga nera, una sorta di Joker nipponico davvero intrigante. L’evoluzione continua poi con un corpo da demone bianco guizzante e muscoloso, che ricorda per certi versi quello di Freezer in Dragon Ball. Nella forma successiva, il ghigno demoniaco si apre per scoprire file di denti aguzzi, fluenti capelli rossi e un paio di corna in grado di convogliare l’energia in micidiali proiettili da scagliare contro il nemico: nasce così il famigerato Vasto Lorde.

Yusuke Urameshi – Yu Yu Hakusho

“E non dimenticatevi… che sono già morto una volta!”

Anime ampiamente sottovalutato ma con un grande potenziale, ha come protagonista un giovane teppistello giapponese di nome Yusuke Urameshi, che suo malgrado muore e prosegue le sue avventure come detective / guerriero nel Mondo degli Spiriti. Yusuke in realtà discende da un potente demone chiamato Raizen e, combattimento dopo combattimento, riceve la sua straripante energia che lo porta a cambiare anche fisicamente: tra urla di dolore disumane la sua chioma sbianca del tutto e si allunga come una folta criniera, la sua muscolatura subisce un imponente incremento e misteriosi tatuaggi compaiono sulla sua pelle. A tutti gli altri demoni del Regno degli Spiriti non resta quindi che prenderle di santa ragione, com’è giusto che sia in queste situazioni.

Son Goku – Dragon Ball

“It’s over 9.000!”

Il guerriero per eccellenza, nato da una stirpe combattente famigerata in tutto l’universo per la propria bellicosità, Son Goku, attraverso tutti gli archi narrativi di Dragon Ball (normale, Z, GT e Super) è in grado di trasformarsi in un essere più potente, grande e agile, a seconda del livello di evoluzione. La prima storica trasformazione è quella in scimmione che però, da quando al nostro viene tagliata la coda, non è più un’opzione. La seconda è quella più famosa, quando nella serie Z, dopo la morte di Crilin per mano di Freezer, Goku in un mix letale di rabbia e ardore sul pianeta Namek si evolve in Super Saiyan, mutando colore di occhi e di capelli e acquisendo, per un tempo limitato, una forza davvero devastante. Dopo il biondo guerriero le trasformazioni del Super Saiyan continuano, tra chiome lussureggianti, orecchini Potara e muscoli guizzanti, fino agli odierni livelli “divini”.

La formula classica dello shonen giapponese si fonde alla perfezione con le trasformazioni di Goku, necessarie ogniqualvolta un nuovo e terribile antagonista si mostra all’orizzonte. Non è dato al momento sapere quante e quali altre trasformazioni attenderanno questo impavido Saiyan, sempre alla ricerca di un nuovo e potente avversario con cui confrontarsi… ma in fondo, a noi terrestri piace così.

Naruto Uzumaki – Naruto

“Dattebayo!”

Erede indiretto di Son Goku per fama e notorietà, anche Naruto pesca a piene mani dal mito e dal folklore nipponico, avendo sigillato all’interno del suo corpo il temibile Demone della Volpe a Nove Code, imprigionato dal Quarto Hokage alla nascita dello stesso Naruto. Il giovane ninja, attraverso allenamenti e numerosi combattimenti, riesce a poco a poco ad attingere all’immensa riserva di Chakra della Volpe che risiede dentro di lui, riuscendo gradualmente a potenziarsi.

Dapprima solo i suoi occhi diventano di un rosso acceso, ma con lo spuntare di eteree code di volpe intorno al suo corpo, le cose iniziano a cambiare: prima una, poi due, poi tre, già dalla quarta coda il ragazzo assume un aspetto molto animalesco, del tutto simile al demone volpe. Con sei code le cose si fanno ancora più estreme, il suo corpo viene ulteriormente protetto da una sorta di scheletro esterno che fa da corazza. Con otto code la carne e la forza della volpe si fanno ancora più vive ed imponenti. Le successive evoluzioni (Kyuubi e Bijuu) riportano Naruto in forma umana, ma con lingue di fuoco che guizzano lungo tutto il suo corpo, dopo la modalità Sennin, (finalmente) si raggiunge la liberazione del Demone della Volpe a Nove Code completo, roba che Goku con le sue “sole” 4-5 trasformazioni sembra un dilettante a confronto.

Eren – L’Attacco dei Giganti

“Li cancellerò da questo mondo, fino a quando non saranno tutti morti.”

Serie di punta degli ultimi anni, L’Attacco dei Giganti ha tra i suoi protagonisti Eren, che per combattere questi misteriosi Titani, è in grado a sua volta di diventarne uno. Dopo aver salvato un suo compagno dal diventare un gustoso spuntino per uno dei Giganti, perde un braccio e finisce lui stesso nello stomaco del mostro: come un novello Giona, però, la sua rabbia esplode e riesce misteriosamente a dilaniare le interiora in cui stava per essere digerito e a trasformarsi a sua volta in un Gigante di 15 metri, leggermente diverso dagli altri. Una corporatura più muscolosa e mirata al combattimento, una doppia fila di denti e un paio di occhi che promettono solo pesanti mazzate, oltre che naturalmente alle sue dimensioni aumentate a dismisura.

Eren non sembra essere molto cosciente quando si trasforma in un Gigante e ciò provoca non pochi problemi alle squadre di combattimento, e quando torna alla sua forma umana sembra non ricordare nulla. Gli altri Titani però ricordano molto bene il sapore dei suoi pugni micidiali, contro i quali sembra determinato a una sola conclusione: estinguerli tutti.