Dopo l’ottimo successo delle serie tv Arrow e The Flash, la rete televisiva The CW ha deciso di puntare nuovamente sul genere supereroistico annunciando (più o meno un anno fa) di star lavorando ad uno spin-off che avrebbe coinvolto alcuni dei personaggi apparsi nelle due serie sopra citate. Ed eccoci, un anno dopo, a toccare con mano il primo episodio di DC’s Legends of Tomorrow (per gli amici solo “Legends of Tomorrow”) andato in onda lo scorso 21 gennaio negli Stati Uniti (in Italia la messa in onda avverrà nel corso di quest’anno).

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L’incipit della trama è piuttosto interessante: nel 2166 la Terra è nel caos: Vandale Savage (Casper Crump), cattivone immortale di 4000 anni, è riuscito, dopo una vita di manipolazioni, a conquistare il pianeta. Rip Hunter (Arthur Darvill), un Signore del Tempo, decide, senza l’autorizzazione della casta di cui fa parte, di intervenire nella linea temporale per porre rimedio a tutto questo. Decide così di tornare indietro nel tempo, reclutare furbescamente un insieme di super eroi (alcuni non proprio veri eroi) e formare una squadra un po’ strampalata ma adatta ad affrontare e sconfiggere il nemico. Da questo momento in poi, fatte le dovute presentazioni e dimostrazioni, anche e soprattutto per chi fosse un po’ a digiuno del background dietro ad ogni personaggio o avesse semplicemente bisogno di un piccolo recap, fra rivelazioni e viaggi nel tempo, il team – formato da Sara Lance (Caity Lotz), Captain Cold (Wentworth Miller), Heat Wave (Dominic Purcell), Firestorm (Victor Garber e Franz Drameh), Atom (Brandon Routh), Hawkgirl (Ciara Renée) e Hawkman (Falk Hentschel) – procede speditamente, forse fin troppo, verso la propria missione non senza qualche problema lungo il percorso.

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Evidenti sono i richiami al genere fantascientifico (Doctor Who su tutti, nella figura del capo banda e nella figura-oggetto della nave spaziale-temporale) e ammiccamenti, com’è giusto che sia, vista la sua natura, ai due “padri” televisivi e fumettistici. Piccole chicche che faranno piacere alla fanbase.

Cosa ci è piaciuto?

L’idea che dà l’avvio alla trama non è male, così come le potenzialità dietro alla caccia ad una nemesi così sfuggente da confondersi nelle pieghe del passato. Anche la presenza di un roster così grande e variegato è motivo di interesse, almeno sulla carta.

Cosa non ci è piaciuto?

Diverse cose. Partiamo dal cast: non tutti gli attori sembrano calarsi a pieno nel corrispettivo alter ego munito di super poteri (alcune facce sono poco credibili) e di certo alcuni momenti poco riusciti (come la rissa nel bar o la scena di “battaglia”) non hanno fatto altro che evidenziare tutto ciò. Deludente è anche la scenografia, poco credibile e con cadute della sospensione dell’incredulità davvero deludenti; per non parlare degli effetti speciali che boh, di speciale non hanno quasi niente. Anche alcuni snodi narrativi possono essere catalogati come i soliti cliché, tuttavia ci rendiamo anche conto che tali soluzioni sono comuni a quasi un po’ tutte queste produzioni derivative. Da bocciare assolutamente è invece il tono che salta continuamente da un becero umorismo ad una serietà poco credibile: forse il tentativo di allargare il pubblico di riferimento ha confuso un attimo gli sceneggiatori.

Continueremo a guardarlo?

L’avvio non è stato dei più felici – affatto! – e le possibilità di continuare la serie sono poche, quasi nulle. Forse, un appiglio lo si può trovare proprio nell’aspetto della coralità, che unico la discosta dalle altre serie tv più monocentriche e pregne di individualità. Noi di Stay Nerd quindi vi mettiamo in guardia nei confronti di un prodotto sicuramente non totalmente malevolo, ma che, avrebbe potuto dare di più, almeno nella sua prima prova su “strada”.

Andrea Bollini
Vivacchia fra i monti della Sibilla coltivando varie passioni, alcune poco importanti, altre per niente. Da anni collabora con diverse realtà (riviste, associazioni e collettivi) legate alla cultura e all'intrattenimento a 360 gradi. Ama l'arte del raccontare, meno Assassin's Creed.