Una minestra ben riscaldata

Lo ammetto. Io sono tra quei rarissimi giocatori che come fa notare Kotaku, non ha provato nessuno degli innumerevoli titoli Lego elencati dall’articolo in questione.

Non avendo mai avuto una vera passione per i mattoncini danesi (preferisco i biscotti) non ho mai sentito l’esigenza di mettere le mani su uno dei succitati titoli, sebbene molti dei miei amici e colleghi ne abbiamo tessuto ampiamente le lodi. Quando ho saputo che l’ultimo titolo sviluppato da TT Games, storica casa associata ai giochi Lego per console, era arrivato in redazione non ho potuto fare a meno di salire sul mio banchetto e gridare “Io! Io! Io!”. Lego Marvel’s Avengers è stato il mio primo gioco di questo franchise e probabilmente l’ultimo per i motivi che troverete illustrati qui sotto.

Marvellous

TT Games in passato ha già sviluppato titoli che riadattano e condensano in un’unica esperienza diverse pellicole cinematografiche: una sorta di riassuntone che vuole più essere un omaggio all’ambientazione e narrazione dei prodotti originali che un sostituto. Con questo Avengers, però, la formula è stata spinta troppo in là ficcando nella modalità storia spezzoni provenienti dai due film dedicati ai vendicatori,  parti del primo e secondo Captain America, sequenze di Iron Man 3 e un pezzetto di Thor: The Dark World. Un minestrone che finisce per trasformarsi in cambi di ambientazioni, personaggi e situazioni davvero difficile da seguire anche per chi come me ha visto tutti i film. Un frullato del Marvel Cinematic Universe che sa più di collage raffazzonato senza aggiungere davvero nulla a quella che avrebbe potuto essere una più semplice e lineare narrazione degli eventi con protagonisti i vendicatori. A dare il colpo di grazia, almeno a livello puramente narrativo, ci pensano le varie gag, dal sapore di slap stick comedy, che s’introducono a vario livello nel tessuto narrativo: se da una parte ridere quando Nick Fury scende dall’elicottero è una questione puramente di gusto, dall’altra censurare (passateci il termine) alcune morti, se pur a ragione visto il target del prodotto, finisce per generare un ulteriore elemento di confusione soprattutto in chi non ha mai visto i film.

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Action Adventure

TT Games ha da sempre approcciato l’universo Lego dando vita a prodotti che incarnavano perfettamente il concetto di Action adventure: combattimenti, salti e puzzle ambientali. Questa ricetta è stata usata sin dal primo titolo Lego per poi essere perfezionata nel corso degli anni. L’operazione di ottimizzazione, però, non ha fatto il paio con una di aggiornamento e modernizzazione delle meccaniche che, dopo ormai dieci anni, finiscono per essere logore. Il giocatore avrà come obiettivo principale quello di andare da punto A a punto B per completare il livello. Durante il percorso è necessario sconfiggere le solite mezze calzette a colpi di super poteri e aprirsi la strada attingendo alle abilità speciali dei nostri beniamini.

Per ogni livello sono due i personaggi disponibili e la pressione di un tasto permette di passare dall’uno all’altro. Questa operazione non solo da una certa dinamicità ai combattimenti, ma è anche fondamentale per superare alcuni degli ostacoli ambientali presenti nel gioco: per esempio se il vostro povero Hulk rimane bloccato al di qua di un crepaccio, vi basterà switchare su Iron man che friggerà un paio di tronchi costruendo un ponte improvvisato. La meccanica perfettamente rodata è arricchita dalla possibilità di combinare gli attacchi degli eroi per creare devastanti combo.

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L’esperienza di gioco risulta ben bilanciata e funzionale per il target a cui si rivolge, eccezion fatta per i primissimi momenti di gioco che sembrano presupporre una certa conoscenza del franchise. Il tutorial, infatti, è gestito in modo molto frettoloso, mentre alcune informazioni sono date quasi per scontate. Il sottoscritto è dovuto ricorrere all’aiuto di un nipotino fan della serie per capire che premendo un tasto in presenza di mattoncini specifici questi si combinano in oggetti utili a completare la missione. Questa purtroppo non è l’unica nota dolente. Sebbene la qualità grafica del titolo sia eccellente con ambientazioni ricche e dettagliate, il level design lascia ampiamente a desiderare. Non è inusuale, infatti, trovarsi in interni nei quali è impossibile combattere agevolmente o addirittura vedere quale strada fare per arrivare a fine livello. Elementi emblematici per una produzione che sembra non voler puntare sulla pulizia del dettaglio o sulla perfezione degli elementi di gioco quanto più su un’esperienza grossolanamente sbozzata, tanto quanto basta per essere inviata in pasto ai giocatori.

Free roaming

Accanto alla modalità storia, TT Games ha inserito la possibilità di girovagare liberamente per la città di New York sia per il semplice piacere di farlo, sia per completare alcune quest addizionali e utilizzare personaggi non disponibili nella modalità avventura. Proprio quest’ultimi sono tra i punti di forza di Lego Marvel’s Avengers: più di un centinaio di super eroi che vanno da Ms. Marvel fin al quasi totalmente sconosciuto Butterball. A giovarne è sicuramente la longevità del titolo, grazie anche e sopratutto all’introduzione di altre location esplorabili oltre alla classica grande Mela.

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Co-op

Gli Avengers sono famosi sopratutto per essere passati da eroi solitari ad una temibile squadra, incarnando perfettamente il concetto di “l’unione fa la forza”. TT Games ha provato qui e lì ad inserire questo stesso elemento all’interno delle meccaniche di gioco con risultati molto altalenanti: se da una parte infatti è piacevolissimo combinare gli attacchi dei protagonisti per sbarazzarci dei nostri avversari, dall’altra la gestione delle missioni più cooperative lascia piuttosto a desiderare. Un esempio emblematico lo si ha già nei primissimi momenti di gioco quando Capitan America si trova a fronteggiare un’orda impazzita di scagnozzi Hydra mentre Iron Man pattuglia i cieli sbarazzandosi di nemici svolazzanti. Questa missione avrebbe potuto portare a delle sequenze da tag team davvero spettacolari, ma invece si risolve in un nulla di fatto dove i due eroi se la sbrigano piuttosto in solitaria senza influenzare o aiutare il compagno.