Ora il tempo ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo 

Se avete giocato al primo Life is Strange, se poi avete vissuto Before the Storm e se avete amato entrambi i giochi, non tanto per le loro prestazioni tecniche, quanto per i sentimenti e le emozioni che hanno suscitato in voi, non potete non giocare all’ultimo episodio. L’episodio Bonus, quello che va a terminare il ciclo di vite che ci ha accompagnato per tre anni. Farewell chiude e allo stesso tempo riapre il cerchio nel quale Max e Chloe rimarranno per sempre intrappolate.

Diciamo così Addio a Max e Chloe, per l’ultima volta, in un episodio che ripercorre il peggior giorno della loro vita. Decknine ha messo tutta la sua capacità di suscitare emozioni approfittando di una storia già creata da Dontnod, ce la sbatte in faccia, quella giornata che avevamo immaginato, ma che, a posteriori, non avremmo mai voluto vivere.

Maybe you were the ocean when I was just a stone

Addio, l’episodio che va a concludere, definitivamente, questo primo Life is Strange. Si basa interamente sui ricordi. I ricordi di Max e Chloe, ma anche sui nostri, giocatori, che non possiamo non ricollegare tutto ciò che vediamo con il primo LIS e poi ancora con BTS.

Ed è all’insegna della normalità, della quotidianità, dello spirito d’avventura pre-adolescenziale, dell’innocenza che il plot di Farewell si sviluppa.

Ricordi nei ricordi, in altri ricordi.

Uno sguardo puro, privo di rotture, quello di Chloe Price, lunghi capelli castano chiaro, ottimi voti sulla pagella, appena entrata alla Blackwell. Quella che ci troveremo davanti sarà la Chloe del terzo episodio del primo Life is Strange, infantile, pura, felice. Una Chloe che vuole vivere al massimo, ma vuole farlo soltanto con la sua migliore amica: Max.

Dall’altro lato infatti, la Max che torniamo a “governare” è una tredicenne che dietro agli occhi nasconde un velo di malinconia, di paura per il futuro. Una Max che si dovrà trasferire in pochi giorni e che è consapevole che quelle saranno le ultime ore passate accanto alla sua migliore amica, per la quale prova un amore non quantificabile. E allora sin dall’inizio la nostra protagonista si interroga: deve rivelare a Chloe che sta per partire? Oppure sarebbe meglio passare un’ultima fantastica giornata insieme, come se niente potesse intromettersi nella loro amicizia?

Sarà proprio questa la scelta che dovremo affrontare durante l’episodio finale di Life is Strange e per quanto non sembri così terribile, una volta che ci ritroveremo nei panni di Max il nostro mouse o il nostro joypad esiteranno. Noi esiteremo. Perché già sappiamo e non vogliamo procurare a Chloe dolore. Non dopo tutto quello che abbiamo visto. Non ancora.

Ed è in un pomeriggio di settembre che si svolge l’ultima giornata tra due personaggi che sono rimasti nel cuore di tantissime persone: alla ricerca di un tesoro nascosto nel giardino di casa Price, un tesoro che le Chloe e Max di otto anni, avevano nascosto per le loro stesse del futuro.

Don’t leave me

L’episodio si svolge interamente nella casa dei Price, dove avremo la possibilità di esplorare ogni angolo, ogni dettaglio, anche salire nella soffitta che era stato un posto tabù negli altri Life is Strange. Ogni oggetto, ogni mobile, ogni foto con cui interagiremo rappresenterà un’ondata di ricordi, di approfondimenti, di emozioni che abbiamo già provato. E sarà proprio la malinconia ad avvolgere il videogiocatore in un episodio praticamente privo di colonna sonora, quasi del tutto visivo.

Casa Price del 2008 è leggermente diversa, la disposizione dei mobili nella stanza dei Chloe e quella dei suoi genitori: il salotto, il giardino. Tutto è vecchio, ma per noi è nuovo. Tutti i disegni fatti da Chloe e Max, l’altalena, il murales e poi loro, che volevano essere due piratesse. Che lo sono state e che sempre lo saranno.

Le possibilità di dialogo sono state studiate appositamente per suscitare ancora più malinconia nel videogiocatore, non ci sono grandi scelte, ma piccole sfaccettature che possono far reagire le due amiche in maniera differente, scelte di dialogo che possono tirar fuori un sentimento, un segreto, un’altra emozione.

Un Addio lungo eppure così breve

Grafica, animazioni e gameplay sono rimasti invariati, ovviamente, rispetto agli episodi precedenti di Before the Storm. Ma come già detto l’episodio è quasi privo di colonna sonora, se non fosse per la parte finale, in cui è stata scelta una canzone che calza a pennello con ciò che ci aspetta, che vi aspetta.

È pur vero che il finale di Farewell si conosce, sappiamo che cosa succede, ma finché non lo vediamo, non riusciamo a renderci conto di che cosa ci possa causare, cosa possa far provare. Se Life is Strange e Before the Storm erano state delle dure prove per il nostro cuore, vi sfidiamo a non versare neanche una lacrima quando avrete finito questa breve, e profonda, parentesi sulla vita di Max e Chloe.

Sì, breve perché anche esplorando ogni angolo di casa Price, la vostra esperienza con le giovani Max e Chloe non durerà più di un’ora. Ogni ricordo, ogni emozione sono concentrati in questo breve lasso di tempo, non ci sono sorprese, è tutto lineare, ma è tutto dannatamente ben costruito e, in molti casi, devastante.

Verdetto

Se vi è piaciuto Life is Strange, se vi è piaciuto Before the Storm, non potete non giocare a Farewell. È una questione di principio, dovete vivere anche quella giornata, quel giorno a causa del quale Chloe è diventata poi la ragazza che abbiamo conosciuto e a cui abbiamo imparato a voler bene. Quella ragazza dal cuore spezzato, piegata dalla sofferenza, che ancora combatte ricercando disperatamente la felicità.

Farewell è estremamente corto, estremamente malinconico, ben fatto, suscita il giusto numero e grado di emozioni. È un episodio che vorrete rigiocare almeno un paio di volte per vedere le varie scelte di dialogo che avreste potuto fa re. E c’è tutto, ci sono i sorrisi, gli abbracci, i ricordi e le lacrime da versare.

Farewell ci costringe a dire addio, addio a Max e Chloe, addio al primo Life is Strange e addio ad Arcadia Bay che abbiamo odiato e amato. In tutti i suoi difetti e pregi.

Addio Life is Strange, nella malinconia, possiamo dire che è stato un vero piacere.

Sara Tamisari
Romana, laureata in Editoria e Scrittura. Redattrice e Social Media Specialist per Stay Nerd ed esploratrice di galassie lontane nel tempo libero. Libri e videogiochi sono la sua passione. Quelli belli. Quelli di Fantascienza, quelli che affrontano tematiche LGBT, quelli che portano a una maggiore consapevolezza di se stessi. Diventano ossessione, tanto che scriverci sopra è ormai indispensabile. Founder di AndroideClandestina.com: l'ossessione diventa blog.