Il secondo e penultimo atto dedicato alla vita di Chloe

Torniamo a parlare di Before the storm in occasione dell’uscita del secondo episodio di questa nuova miniserie, che vedrà la sua conclusione con il terzo e ultimo capitolo. Vi avverto, parlando di un titolo fondamentalmente narrativo, che per di più si colloca proprio nel mezzo delle vicende avviate un paio di mesi fa con “Svegliati“, sarà inevitabile fare qualche spoiler minore, senza i quali verrebbe meno la totale possibilità di parlare in qualsiasi modo del gioco in esame. Ciò detto, vedrò comunque di rivelarvi il meno possibile e trasmettervi comunque la qualità dell’episodio.

Se avete giocato il primo episodio, sapete che avevamo lasciato Chloe e Rachel davanti ad un incendio provocato da quest’ultima in un parco, in seguito alla reazione per una brutta rivelazione avuta poco prima. In questo capitolo, è ora per le due amiche speciali di tornare alla realtà, di fare nuovamente i conti con la propria quotidianità, che da questo momento in poi però, subirà dei radicali cambiamenti per entrambe le ragazze. 

Questa parte della storia, che si colloca a metà strada tra incipit ed epilogo, conferma sicuramente l’ottima impressione avuta con il primo capitolo in termini di sceneggiatura e dialoghi, e anzi, fa fare un ulteriore step all’opera tale da differenziarla maggiormente dalle vicende di MaxMi spiego meglio. Before the storm è una storia più intima rispetto a Life is Strange. Non ci sono in ballo moltissimi personaggi, le vicende non prendono troppe diramazioni ma l’occhio del giocatore rimane sempre ancorato allo sguardo di Chloe verso Rachel e talvolta viceversa. Questa riduzione “ai minimi termini” dei soggetti nella trama, giova sicuramente ad una serie concepita per veicolare il suo messaggio in soli tre capitoli con lo stesso identico impatto con cui Life is Strange riusciva a concludere un viaggio estremamente più complesso e “campale” in cinque.

Il ritmo quindi sostanzialmente rimane lento ma non noioso, giacché lo sviluppo del rapporto tra le due ragazze non tergiversa e continua ad evolversi in maniera implicita ed esplicita, intersecandosi con problemi familiari, scolastici e sociali. Tutto viene fatto senza tradire lo spirito adolescente delle due protagoniste, che rimane sempre il filtro attraverso il quale comportamenti e relative conseguenze si intrecciano tra loro. Idealismo, menefreghismo, voglia di libertà, dubbi, sentimenti.

In particola modo, esploreremo il personaggio di Chloe, le sue paure, il suo senso di disagio, e avremo a che fare con i suoi fantasmi, paure e illusioni. Se quindi il primo episodio ci ha permesso di conoscere la “scorza” di Chloe, il suo lato più superficialmente arrogante e cinico, questa volta ci verrà mostrato quello più fragile in diverse sequenze puramente introspettive della storia.

Ancora una volta ogni dialogo di Chloe passa attraverso le nostre decisioni, e come sempre potremmo decidere quale parte del nostro carattere usare per interagire con le persone. Viene riproposta un paio di volte la meccanica di “intimidazione” per cercare di far salire il livello di convincimento del nostro interlocutore e raggiungere così i nostri più o meno nobili scopi. Una variante che dà l’illusione di avere più controllo sulle derive che può prendere una storia che di fatto però, è molto più sottile e criptica nel farvi capire cosa effettivamente avete modificato nel naturale svolgimento degli eventi.

Verdetto

Come sempre in questi casi, vi posso dire poco o niente di concreto sul titolo in questione. Viversi la storia in prima persona è estremamente fondamentale. Posso dirvi che se avete apprezzato il primo capitolo, “Il mondo nuovo” ne rappresenta una degna continuazione. La vita di Chloe e Rachel subisce una certa evoluzione, ma con una dolce, verosimile e avvinghiante “pacatezza”, nonostante qualche colpo di scena non manchi. Parliamo di altre due orette di racconto coinvolgente e forse ancora più emozionante rispetto al primo episodio. Il ruolo del giocatore rimane marginale e, forse ancora più che in Life is Strange, l’impressione è di seguire dei binari più blindati nello svolgimento della storia. Si tratta del prezzo da pagare per avere l’eccellenza del racconto interattivo (almeno in relazione alle tematiche trattate). Qualcosa chiaramente e banalmente, rivolta ad un pubblico specifico che a questo punto sa benissimo a cosa va incontro.

Davide Salvadori
Cresco e prospero tra pad di ogni tipo, forma e colore, cercando la mia strada. Ho studiato cinema all'università, e sono ormai immerso da diversi anni nel mondo della "critica dell'intrattenimento" a 360 gradi. Amo molto la compagnia di un buon film o fumetto. Stravedo per gli action e apprezzo particolarmente le produzioni nipponiche. Sogno spesso a occhi aperti, e come Godai (Maison Ikkoku), rischio cosi ogni giorno la vita in ridicoli incidenti!