Non c’è pace per i dannati

A distanza di qualche mese dalla sua uscita, L’Ombra della Guerra sta facendo davvero il possibile per mantenere intatta la nostra attenzione sul gioco sebbene, com’è ovvio, la maggior parte di voi avrà da tempo portato a compimento le vicende di Talion, sfortunato ma stoico protagonista di questo spurio frammento di epica tolkeniana. Diverse sono state, infatti, le aggiunte che il team di Monolith ha effettuato per mantenere il gioco vivo, dapprima con l’aggiunta di sfide settimanali e giornaliere, poi con l’introduzione di due inediti clan di orchi con tanto di nuove caratteristiche per rimpinguare il Nemesis System. Archiviato tutto ciò che poteva essere accessorio, ma comunque utile a stuzzicare il vostro pellegrinaggio nell’end game del gioco, ora è il momento di dare uno sguardo alla nuova situazione politica nella Terra di Mezzo, la qual cosa avverrà tramite due DLC narrativi da tempo annunciati il cui primo è, ovviamente, questo dedicato alle vicende di Eltariel, a noi già noto col titolo di “Lama di Galadriel”.

Prima di cominciare un avviso ai raminghi che si avventureranno tra queste righe: La Lama di Galadriel è un DLC dal vago sapore narrativo e, proprio per questo, i fatti che andremo a raccontarvi saranno comunque SUCCESSIVI agli eventi finali del gioco originale. Se non volete evitare spoiler sulle avventure di Talion, quindi, vi consigliamo quantomeno di evitare le prossime righe di recensione dove, per forza di cose, parleremo proprio del finale de L’Ombra della Guerra. Ciò detto, cominciamo il viaggio.

 

Un anello per domarli, una volontà per tenerli liberi

Alla conclusione della campagna principale de L’ombra Della Guerra, avevamo lasciato Mordor in una situazione a dir poco disperata. L’Elfa Eltariel aveva infatti “tradito” Talion assieme a Celebrimbor, privando il ramingo non morto del potere del nuovo anello che questi, assieme allo spettro elfico, aveva forgiato alla fine del capitolo precedente. Obbligando Talion a trasformarsi in un nazgul per mezzo dell’anello di Isildur, il nazgul che assieme a Celebrimbor aveva sconfitto, Talion resta in vita divenendo ormai predestinato a soccombere al potere dell’Oscuro Signore. Nell’attesa che il male prevalga, Talion decide quindi di continuare a fronteggiare le orde orchesche di Mordor, conscio di essere l’unico contrappeso rimasto a poter bilanciare il male nel mondo. Da qui, con giusto una piccola digressione, prendono vita le vicende di Eltariel, di fatto un vero e proprio sequel narrativo agli eventi appena descritti, attraverso cui scopriremo cosa ne sarà di Talion e della sua crociata, non per mezzo del ramingo, ma attraverso gli occhi dell’Elfa di Galadriel che, avendo ereditato il nuovo anello del potere, gode adesso di tutti i poteri di Talion e Celebrimbor, sebbene quest’ultimo si sia auto-esiliato, assieme a Sauron, nell’occhio infuocato che sovrasta Barad-dur.
Incaricata da Galadriel di uccidere Talion, liberandosi così di un futuro campione del male, Eltariel deciderà invece di aiutarlo, approfittando degli ultimi frammenti di umanità che in questi ancora albergano, prima che l’anello che fu di Isildur ne condizioni definitivamente l’anima.

Una lama senza filo

La Lama di Galadriel sceglie quindi, coraggiosamente, di portare a compimento gli eventi principali de L’Ombra della Guerra. Faccenda che ad ora era stata relegata al solo finale segreto del gioco, ovvero al momento di trama sbloccabile dopo la tediosa “Guerra delle Ombre”. Una scelta che, pur potendo far storcere il naso a molti, ci sembra più che giusta vista proprio la scarsezza narrativa dell’endgame, momento del gioco in cui questo DLC si incastra in modo non perfetto ma comunque dignitoso e giustificato. Il problema, semmai, è la velocità con cui la soluzione narrativa viene portata a compimento, tant’è che pur essendo la trama diluita in ben 11 quest, la loro semplicità finirà per impegnarvi per non più di qualche ora, fermo restando una buona quantità di attività secondarie che potrete decidere, come no, di intraprendere. Diciamo che al netto di qualunque ricerca di equipaggiamenti e annessi, La Lama di Galadriel dura davvero pochino, appena 2 ore, su cui la trama è spalmata in modo goffo e frammentario, con dei passaggi temporali che non danno neanche una chiara idea del tempo trascorso nel mondo di gioco. Dapprima, per dire, sembra passato pochissimo dagli eventi finali dell’Ombra della Guerra, salvo poi la necessità di ricongiungersi a quanto già detto nel succitato vero finale del gioco, con un salto narrativo di anni ed anni che altro non fa che “resettare” quei buoni propositi che il DLC vorrebbe perseguire. Inconcludente, non c’è altro da dire.

Per quanto riguarda l’azione in sé, per motivi che diremmo ovvi, questo DLC si scolla di dosso qualunque aspetto gestionale delle armate orchesche, trovando ad esso una giustificazione narrativa relativa ai poteri di Eltariel. L’elfa, infatti, non è schiava della volontà di dominio di Celebrimbror, e pur avendo il potere per soggiogare e sottomettere gli orchi, deciderà liberamente di non farlo, limitandosi a ucciderli, o a collaborarci secondo le impostazioni di trama. Eltariel, insomma, dovrà sì radunare un piccolo esercito per soggiogare alcuni Nazgul misteriosamente sopravvissuti alla furia di Talion, tuttavia per far ciò non si affiderà all’anello, ma alla collaborazione di alcuni orchi sono già al servizio del Ramingo, e che faranno sia da committenti per le quest che affronteremo, che da compagni di battaglia durante l’assedio. In questo modo gli sviluppatori aggirano il “problema” di dover mettere in piedi da zero un sistema di gioco completo, relegandoci a missioni chiuse e prestabilite che ci verranno assegnate dagli orchi, atte proprio a “convincere” alcuni campioni leggendari a darci man forte durante la battaglia finale. Un sistema furbo, che ha come più grande pregio quello di presentarci degli orchi inediti, molto caratterizzati, che a differenza del ben noto Bruz riescono ad avere in pochissime linee di dialogo una personalità sfaccettata e affascinante, quasi sacrificata nel poco spazio che viene concesso loro dallo strinato tempo di gioco.

D’altro canto, giocare a L’Ombra della Guerra del tutto privi del sistema di sottomissione dei nemici, nonché senza doversi curare del sistema Nemesis e della gestione dell’esercito, finisce per essere un’attività ben poco sollazzante, e per quanto i poteri di Eltariel siano diversi quel tanto che basta da concederle il beneficio del dubbio, la verità è che si ha l’impressione di giocare una versione scialba e depotenziata del gioco originale, che ha proprio nelle caratteristiche che qui mancano i suoi punti di forza e i suoi aspetti più affascinanti. L’elemento positivo è che le 11 quest principali sono tutte molto differenti tra di loro, ed è molto apprezzabile la volontà del team di ovviare alle mancanze poc’anzi evidenziate in modo creativo, con missioni che spaziano dall’infiltrazione alla forza bruta, passando per momenti veramente divertenti e intriganti, che è quasi un peccato non aver ingegnato e sparso per la campagna principale di Talion che, anzi, proprio in fatto di varietà si era rivelata assai carente. In linea di massima diremmo che La Lama di Galadriel ha delle buone idee, ma anche tanti difetti, sicché è difficile stabilire un valore assoluto del contenuto, che sceglie di puntare più sulla trama e sul destino di Talion, che sull’azione, almeno se per azione si intende quanto ormai avevamo imparato ad amare nei due titoli originali.

la lama di galadriel recensione

Verdetto:

Ci aspettavamo molto di più da La Lama di Galadriel, specie considerando la scarsezza di appeal che avevamo riscontrato nei due DLC precedenti, dedicati alla sola aggiunta delle due nuove tribù orchesche. Credevamo, insomma, che con un contenuto narrativo L’Ombra della Guerra ci avrebbe riconsegnato quel brivido che ci aveva fatto amare la serie prima che l’endgame del secondo capitolo ammazzasse ogni entusiasmo. E dire che le premesse c’erano tutte. Così com’è, invece, l’avventura di Eltariel finisce per promettere tanto ma per riconsegnarci poco, e persino la fine delle vicende di Talion qui narrate, altro non diventano se non un mero contentino, atto probabilmente a colmare quel vuoto che sussiste tra i due finali del gioco. Che poi a ben pensarci era quello che volevamo, e ci sarebbe anche stato bene se il tutto non fosse stato così raffazzonato, grezzo e frettoloso. A contorno: bellissimi i nuovi png orcheschi. Poca roba, ma veramente fighissimi.