Abbiamo incontrato a qualche mese di distanza dall’ARF di Roma Mauro Uzzeo, che ci ha gentilmente concesso un’altra veloce chiacchierata per aggiornarci sulle sue attività e soprattutto sul suo libro “Non ti stavo cercando”, presentato proprio in occasione del Lucca Comics & Games di quest’anno.

Ben ritrovato Mauro, è passato un po’ di tempo dalla nostra ultima chiacchierata all’ARF. Che ci racconti di nuovo?

Innanzitutto mio figlio ha imparato ad arrampicarsi sulla libreria e questo è l’evento più scioccate degli ultimi mesi. Oltre a questo, nulla… No scherzo ovviamente. Stiamo costruendo la seconda edizione dell’ARF e l’idea è quella di renderla ancora più forte della prima, con autori ancora più grossi, ma anche con giovani che dovrebbero avere più attenzione di quanta ne ricevono attualmente. Ci siamo spostati di location, non vi posso dire di che si tratta ma è un posto pazzesco. L’idea è quella di ampliare il concetto di questa manifestazione e fare arrivare il fumetto a più persone possibili. L’esperienza dell’ARF deve diventare qualcosa che durerà tutto l’anno, con tutta una serie di iniziative che vanno ad affiancarsi a quella originale. Poi per quanto riguarda il discorso fumetti, abbiamo portato avanti Orfani e siamo arrivati alla terza stagione “Nuovo Mondo”. Ho realizzato 3 albi di questa stagione (il numero 2, il numero 6 e il 10) che sono quelli che rappresentano meglio il mio modo di raccontare e vedere le cose, quindi quelli che reputo più personali. Siamo al lavoro sulla quarta stagione. Mi sto occupando anche di Dylan Dog, al momento ho 3 storie aperte, una per i disegni meravigliosi di Giorgio Santucci, una per quelli di Alberto Pagliaro, che sta facendo capolavori assoluti, e una terza senza disegnatore al momento ma in buono stato di scrittura. Ho appena scritto un libro “punk”, che non è propriamente un libro ma la “demo di un libro” che ho scritto in 2 notti e mezza giornata, con una regola che mi ero imposto: scrivere senza mai rileggere quello che stavo buttando giù come se fosse un flusso di coscienza di questo personaggio, e mandare quanto scritto ad un gruppo selezionato di amici chiedendogli di correggere tutti i refusi, perché io non volevo correggerli.

NTSCover

Avevi paura di contaminare il pensiero a rileggerlo?

Si, e inoltre da una parte non avevo tempo dall’altra non volevo tempo perché mi ero imposto un metodo di scrittura velocissima e l’ho consegnato in 2 notti e mezza giornata, quindi quello che vedete è una cosa che si legge velocemente e almeno le 5 o 6 persone che lo hanno letto mi hanno detto: “l’ho iniziato e finito senza mai posarlo”. E questo era lo scopo. Poi la verità è che io rispetto talmente tanto la prosa, che non avrei mai voluto scrivere un libro perché ancora non mi sento pronto per scriverlo, però aderire a questa idea particolare, improvvisare e correre senza mai fermarmi mi ha un po’ sbloccato, quindi ora sono felice di aver fatto questa cosa. Ho voluto tirare il libro solo in 300 copie numerate, come a dire “questo è un segreto, una cosa tra soli noi 300″e poi non lo ristamperò mai più.

E’ una specie di prologo per un nuovo percorso narrativo?

Sotto il libro c’è un sottotitolo che è “Appunti per un libro che non so ancora scrivere”, io so sarò in grado di scriverlo ma non so ancora se sarà un libro più lungo, una graphic novel o un film. So che questa storia continuerò a raccontarla finché non sarò sicuro che l’ho raccontata come merita.

A cura di Simone Bravi e Davide Salvadori