No Mario, No Party

Nintendo è responsabile dello sdoganamento del cosiddetto casual gamer come entità pensante e spendente denaro, strappandolo dall’angolo buio in cui immancabilmente tutti i videogiocatori più pratici lo avevano relegato, coprendolo di insulti. Grazie a Nintendo, questa figura della fauna videoludica si è presa la sua ‘rivincita’, facendo venire a galla l’aspetto più snobista dei videogiocatori incalliti. E’ sempre la solita storia: nei film anni 80, il giocatore di football picchiava i secchioni e ora i secchioni si permettono di sfottere e ghettizzare chi non è bravo nei videogame. E tutto questo grazie a Nintendo che ha messo in pista giochi che fossero dedicati a chiunque non avesse mai giocato.

Praticamente il partygame così come lo conosciamo lo ha inventato proprio la casa di Kyoto, nel lontano 2000 con il primo Mario Party rilasciato per lo sfortunatissimo N64. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e l’esperienza fatta dalla software house è enorme quindi con l’avvento di una nuova console come Wii U le attese per il nuovo Mario Party sono gigantesche.

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Parliamoci chiaro: se caliamo il gioco di ND Cube nel contesto che merita, ovvero il più becero divertimento da salotto, corredato da urla e spintoni, allora Mario Party 10 è magnifico sotto tantissimi aspetti. Purtroppo, ci rammarica un po’ dirlo, non è scevro da difetti. Nintendo ci è sembrata quasi spaventata di proporre davvero tutte le idee che si intravedono nel pacchetto completo di minigiochi e gameboard, come se volesse volare basso per non urtare la sensibilità di una certa fetta di giocatori.

Vediamo insieme dove siamo arrivati con questa nuova infornata di sfide all’ultimo nunchuck.

Diviso in party (quasi) uguali

Il decimo capitolo di Mario Party si presenta sullo schermo urlando al mondo intero: Guardami quanto sono colorato e FACILE da capire. Non si può neanche parlare di menu principale, tanto è striminzita e stringata la schermata di accoglienza del gioco. Ci fa capire subito quel che ci serve. Opzioni? Naaa… Regolazioni varie? Ri-naaaa…

Vogliamo una sola cosa: giocare. Ed è quello che il titolo ci fa fare da subito.

Mario Party Recensione

Si sceglie tra tre modalità.

La classica che è appunto il Mario Party che abbiamo imparato a conoscere nella sua ultima iterazione su Wii, senza grossi cambiamenti. I contendenti si trovano assiepati su un unico mezzo di trasporto che cambia in base all’ambientazione e conducono la vettura una volta ciascuno a turno, lanciando i dadi e spostandosi lungo il tabellone in un percorso unico, raccogliendo stelle strada facendo. Chi alla fine avrà il maggior punteggio sarà il vincitore della serata e può sbeffeggiare impunemente tutti gli altri. Sono permessi balletti e canzoni irriverenti, ma non sputi o altre manifestazioni più corporali di gioia. Almeno così specifica il libretto di istruzioni…

Mario Party RecensioneLa casella di arrivo di ogni tiro determina l’esito del tiro stesso: sarà una casella neutra? Allora non accade nulla… E se è una casella bonus? Qui già comincia a manifestarsi l’aspetto più meramente sadico del gioco, grazie a momenti in cui si possono rubare le stelle agli avversari, o guadagnarne a decine in maniera facile e indolore sotto lo sguardo invidioso e odioso del resto della compagnia. Il terzo tipo di casella che vi aspetta è quella più divertente, l’anima dell’intero gioco: la casella dei minigiochi. In questa semplice modalità è racchiusa tutta la maestria dei game designer Nintendo, tutta la loro inventiva e tutta la loro capacità di sintesi. E’ incredibile la varietà di attività che è possibile affrontare in una sessione di gioco: dalla corsa forsennata tra ostacoli e palle di neve, alla lotta per accaparrarsi il posto migliore prima di uno scatto fotografico, fino alla distruzione a catena di decine di Bob-omb. C’è davvero di tutto! E il bello è che il gameplay di ciascuna gara è racchiuso nell’uso di uno o al massimo due tasti del Wii Mote. Il resto lo fanno i riflessi e la bastardaggine insita in ogni giocatore.

Il momento di maggior perplessità viene forse nella decisione di far giocare tutti insieme su uno stesso veicolo lungo un percorso predefinito. Questa tendenza è una delle eredità di Mario Party 9, ed è stata un po’ bistrattata, forse con un certa dose di superficialità. Ha sicuramente un difetto: impone un andamento meno libero della partita, dove il giocatore non sceglie dove andare, ma viene imposta una sequenza  di caselle immodificabili. Questo mina in un certo senso il senso di egoistica libertà di scelta che un board game vorrebbe esternare verso i partecipanti. La sensazione di essere in balia degli eventi dettati dai dadi, senza nessuna possibilità di intervenire in qualche maniera potrebbe lasciare perplessi molti giocatori. Ma d’altronde questa formula con sé due grandi pregi: la velocità delle partite e un maggiore stratificazione strategica.

Mario Party Recensione

Sul primo punto non c’è davvero molto da dire: la durata media di ciascuno scontro è di circa mezz’ora, minuto più minuto meno. Perché è una cosa buona? Perché in questa maniera si può staccare per prendere qualcosa da bere e giocare tante partite in una serata, senza necessariamente incorrere nella noia. Si esclude il rischio (per altro remoto, vista la numerosità dei minigiochi) di incorrere per due volte nello stesso minigame e ci si diverte più a lungo. Ricominciare una nuova partita dopo soli trenta minuti aiuta a equilibrare i punteggi e rimettersi in gioco, lascia le vittorie sospese per minor tempo e dà una chance a chiunque di rifarsi in men che non si dica.

Il secondo punto è un po’ più difficile da spiegare, ma giocare bene a Mario Party impone di acquisire punti e contestualmente farli perdere agli avversari. Quindi gestire i bonus, i rallendadi (che girano più lentamente), i dadi modificati (che danno sempre 0 e 1, per esempio, o 4, 5 e 6) o puntare a certe caselle anziché altre, può essere di vitale importanza. A tutto questo si aggiunge l’incognita Bowser, nemesi che compare dopo determinate condizioni e che altera paurosamente le caselle in gioco, mandando malus a chiunque ha la sfortuna di fargli visita.

Irascibile e asimmetrico

Accanto alla modalità classica, fa la sua comparsa per la prima volta il Bowser party, la modalità pensata appositamente avendo il Wii U in mente. Infatti la chiave di questo tipo di partita è il gameplay asimmetrico, sempre sbandierato da Nintendo fin dai tempi dell’annuncio della console.

Mario Party RecensioneSi gioca 4 vs 1, dove l’1 sta per il giocatore che impersona Bowser, mentre i quattro avversari sono i classici personaggi tratti dall’universo di Super Mario. Lo svolgimento della partita è molto simile alla modalità classica: quindi vettura condivisa, lancio di dadi, caselle bonus eccetera eccetera. La prima differenza è che non ci sono stelle da conquistare, ma bensì cuoricini che indicano la salute di ciascun personaggio.

Oltre al turno regolare c’è a fine giro il turno di Bowser. Il Tartarugone spinato con seri problemi di comportamento è governato dal giocatore munito di gamepad. Lo scopo di Bowser è quello di raggiungere Mario e company sulla vettura e scatenare la sua cattiveria.

Nella sua antisportività, Bowser lancia almeno quattro dadi alla volta, e ha anche la possibilità di ripetere il tiro se il risultato è troppo moscio. Come se non bastasse, una volta raggiunto il veicolo, parte il minigioco e qui si manifesta la vera essenza e il vero divertimento della modalità Bowser party.

I giocatori con i Wii Mote guardano la TV e reagiscono al gioco come se stessero giocando nella modalità classica. Chi ha in mano il Gamepad vede invece il punto di vista di Bowser, impegnandosi quindi ad annichilire gli altri avversari. Per cui i minigiochi sono sempre una sorta di 4 vs 1, conditi con astio e sadici ghigni di soddisfazione (per bowser), perché comunque il gioco è sbilanciato (non molto) comunque, in favore del tartarugone che è veramente forte.
C’è il minigioco della ruota da criceti che è bastardissimo: i giocatori sono intrappolati all’interno di una ruota per criceti con delle sbarre elettrificate a destra e a sinistra. Bowser comanda la velocità di rotazione della ruota, come e quando fermarsi. I partecipanti possono solo correre e cercare di mantenere una posizione centrale, per evitare le sbarre elettriche. Va da sé che ogni volta che qualcuno perderà un po’ vita, non sarà a Bowser che arriveranno gli improperi, ma a chi sta vorticosamente ruotando lo stilo sul gamepad. Ed è solo uno dei tanti modi per rovinare le amicizie. Nintendo con questa modalità ha finalmente dato un nome (sempre diverso) e una faccia quanto più umana possibile al cattivo di Super Mario, rendendolo punibile anche in maniera tangilbile.

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C’è il rovescio della medaglia, purtroppo: per quanto questa modalità sia sicuramente la più divertente (almeno come concetto), purtroppo è gravata dalla più grande pecca che Nintendo potesse fare: il numero di minigiochi è veramente esiguo, parliamo di un massimo di dieci (sì SOLO dieci) mingiochi. In pratica, dopo un paio di partite si ricomincia a ripetere sempre la stessa gara e la sensazione di dejà vu spegne ogni velleità di divertimento.

In questo frangente sembra davvero che Nintendo abbia avuto paura di proporre una formula assolutamente innovativa e chiaramente inimitabile, vittima forse di una pressione di mercato che non le permette passi falsi. Siamo rimasti effettivamente sorpresi dal constatare quanto poco spazio sia stato dedicato a Bowser Party che come concept e divertimento forse avrebbe meritato un titolo  a parte (anzi, a party…) Purtroppo sarà sicuramente apprezzato da molti, ma giocato da pochi per la ripetitività che praticamente uccide a priori la seconda partita.

Le belle statuine

E veniamo alla terza modalità, la più insulsa, forse e anche la più inutile: Amiibo Party.

Una premessa: questa modalità è di puro contorno, non aggiunge quasi nulla al core del gioco vero e proprio e forse non meritava neanche tanto spazio sulla schermata principale di gioco.

Come la stessa parola dice, in questa modalità useremo i nostri Amiibo per giocare a una versione all’antica di Mario Party, con una board estremamente semplice, circolare, come quelle che abbiamo imparato a conoscere su N64. Gli Amiibo compariranno dopo essere stati registrati attraverso il chip NFC della console. Il risultato sarà una board a tema con l’Amiibo riscattato. Possiamo invitare fino a 4 Amiibo contemporaneamente, e li vedremo materializzarsi sul nostro tabellone di gioco nelle stesse fattezze che hanno nella realtà, con tanto di piedistallo e rigidità tipiche delle statuine. La partita avanza come se stessimo giocano a un Mario Party per NDS.

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Le prime cose che balzano agli occhi è che non tutti gli amiibo sono compatibili, ma solo quelli contestualizzati all’interno del gioco. Per quel che mi riguarda, dei cinque Amiibo che posseggo solo il buon super Mario era accettato dal gioco, gli altri (Samus, Link, Zelda e il fichissimo Pikachu) sono stati rigettati senza tanti complimenti.

A questo punto c’è bisogno necessariamente di levare un po’ la voce e lamentarsi per una scelta molto discutibile effettuata Nintendo in materia di Amiibo. Nel momento in cui passiamo la nostra statuina per farla entrare nel magico mondo di Mario Party, il gioco ci avvertirà che per procedere dovrà cancellare irrimediabilmente tutti i dati presenti nel chip di memoria per installarne di nuovi.

286175-mario-party-10-e3-2014-3Ora provate a immaginare quando ho realizzato che era necessario cancellare i progressi fatti fare al mio Mario in Super Smash Bros… Era arrivato al 28esimo livello ed era bellissimo con i suoi colori viola e rosa. Ho dovuto riflettere tanto, ma per dovere di cronaca l’ho azzerato e ne ho sofferto per diversi giorni, ancor di più quando è arrivata la news che Nintendo sta organizzando tornei per soli Amiibo…

Nintendo, sto parlando con te, figliuola, non sarebbe forse il caso di implementare, in mezzo alle quintalate di software inutile per la Wii U, una utility che permetta la gestione dei dati degli Amiibo? D’altronde lo spazio per lo storage di ciascun profilo è di pochi kb, non dovrebbe così difficile… E che cazzo! Ho dovuto sacrificare Mario per QUESTO! Capisci!? Il MIO MARIO! Chi me lo ridarà indietro?

Un mondo di colori

Graficamente è quello che ciascuno di noi si aspetta da un titolo ambientato nel mondo di Mario: colori pieni, saturi, tutto a tema, con una sensazione di piacevole rotondità e morbidezza. E’ un gioco che mette buon umore fin dai primi momenti, dichiarando subito che l’intento è uno solo: generare divertimento. Le animazioni dei personaggi, di Bowser e dei vari miniboss che si incontrano durante le varie partite sono ben fatte e abbastanza esilaranti.

MP10La risposta ai comandi e alle varie sollecitazioni dei Wii Mote è sempre precisa, complice il fatto che la Nintendo ha una enorme padronanza nella gestione delle sue inusuali periferiche. Anche la parte di gioco visibile solo nel Gamepad risulta essere sempre all’altezza della situazione, anche se, parliamoci chiaro, non è la grafica che si cerca in un titolo come Mario Party, ma ben altro.

Il sonoro accompagna tutta l’avventura con un buon mix di musiche a tema e versi dei vari personaggi, ormai diventati una vera e propria lingua a parte. Non credo che esista un solo essere umano al mondo che non odi lo stridio di Toad e che non vorrebbe ucciderlo per sport. Ma anche questo è Nintendo.

Eugene Fitzherbert
Vittima del mio stesso cervello diversamente funzionante, gioco con le parole da quando ne avevo facoltà (con risultati inquietanti), coltivando la mia passione per tutto quello che poteva fare incazzare i miei genitori, fumetti e videogiochi. Con così tante console a disposizione ho deciso di affidarmi alla forza dell'amore. Invece della console war, sono diventato una console WHORE. A casa mia, complice la mia metà, si festeggia annualmente il Back To The Future Day, si collezionano tazze e t-shirt (di Star Wars e Zelda), si ascolta metal e si ride di tutto e tutti. 42.