Dylan Dog 373: 
La fiamma


Fuoco e sangue per le strade

Ancora disordini imperversano nella capitale britannica e l’Indagatore dell’Incubo si trova di nuovo in mezzo. Dopo aver salvato a stento la pelle in Anarchia nel Regno Unito, albo 347 della serie regola (quasi trenta mesi fa!), l’Inquilino di Craven Road torna a confrontarsi con le proteste, le battaglie urbane e gli scontri tra manifestanti armati di molotov e poliziotti in tenuta antisommossa. Argomento sempre più presente nell’opinione pubblica, spesso unica valvola di sfogo per il degrado ogni giorno peggiore delle periferie e per le speranze negate di migliaia di giovani, la rivolta sembra essere diventata coacervo di mostri e orrori che il nostro non può esimersi dall’affrontare!

Londra è in subbuglio. Nel quartiere minore di Hackney, il governo ha deciso di optare per una soluzione incomprensibile e poco popolare: ampliare l’orrenda discarica che già pesa come un macigno su una zona flagellata dal crimine e dalla violenza. Questa scelta ha scatenato diversi movimenti di protesta, prima pacifici ma poi trasformati dall’abuso di potere delle forze dell’ordine. La situazione è ingestibile e rischia di esplodere da un momento all’altro. In tutto ciò, Dylan è uscito con una sua nuova “fiamma” e mai come in questo caso parola è stata più adatta per descriverla. La ragazza si chiama infatti Alev, ha un tatuaggio che ritrae un fuoco sulla schiena e ha un carattere piuttosto focoso. I due rimarranno invischiati nelle lotte per le strade, mentre un terribile poliziotto che ha ben poco di umano semina la morte e il terrore…

Esordio assoluto ai testi per Emiliano Pagani e atteso ritorno di Daniele Caluri dalle parti di Craven Road. In realtà i due agiscono in coppia da tempi non sospetti, dato che hanno realizzato negli anni autentiche perle come Nirvana. Non a caso l’empatia creativa tra i due è decisamente affiatata e consegnano un numero di grande fattura. Se il disegnatore non stupisce troppo, dato che non si tratta della sua prima interpretazione della creatura di Tiziano Sclavi, i riflettori sono tutti per Pagani che, a differenza delle attese, stende una sceneggiatura profonda e di ottimo livello. A leggere la storia, più che un esordiente sembra un veterano della testata per il modo in cui usa il personaggio per parlare di un tema personale e odierno, oltre che per le splendide soluzioni e le metafore coniate attraverso la trama. Una prima volta per certi versi sorprendente che speriamo non sia solo una visita occasionale.

Voto: 7. 50

Morgan Lost – Numero 24: Serial Toons

Benvenuti nel mondo dei cartoni…Rosso sangue!

Tra poco più di due mesi, la creatura di Claudio Chiaverotti sarà il pioniere di un’insolita operazione dalle parti di via Buonarroti: muterà in corso d’opera formato e input narrativo. Intendiamoci, la svolta in continuity era stata annunciata agli albori della pubblicazione del primo albo, tuttavia non ci aspettavamo che fosse accompagnata da così tante novità. Infatti, Morgan Lost cambia pelle: le storie passeranno da 96 a 64 pagine, mentre le dimensioni saranno più grandi. Un’interessante iniziativa tutta da valutare, con la prima fase del personaggio che si conclude con una vicenda a tinte… Folli.

Nel mondo dei cartoni animati, tutto scorre sempre uguale e i personaggi vivono esperienze assurde senza rimanere feriti, almeno fino a quando uno di loro non decide di impazzire e di darsi alla pazza gioia uccidendo i suoi simili. Questo assassino si chiama Blunt e ha la bizzarra abitudine di gridare “Danimarcaaaaa” ogni volta che apre le gole delle sue vittime. Morgan viene convocato d’urgenza ai Beasley Studios, una delle più importanti aziende d’animazione di New Heliopolis. Il compito che gli viene assegnato è semplice: trovare il criminale ed eliminarlo, prima che commetta dei danni irreparabili. Ma non è possibile entrare nella realtà dei cartoni animati. Oppure sì?

Nei suoi primi 24 episodi, Morgan Lost ci ha abituato ad orrori di ogni genere, a trame ammantate da sfumature oniriche, sogni sfuggenti, missioni impossibili e dimensioni parallele, esplorando in parole povere tutte le frecce a disposizione del suo creatore, Claudio Chiaverotti. Il numero finale, che precede il grande “reinizio” non sfugge da questo registro e riprende un argomento già affrontato in precedenza. Quindi lo sceneggiatore non cambia praticamente di una virgola la solita sinfonia arrangiata nelle 96 tavole della storia, riproponendo ancora tutto quello che abbiamo già visto della sua creatura con la maschera sugli occhi. In fondo non ci si aspettava altro: ormai i giochi sono fatti, il cacciatore di serial killer si è già fatto conoscere ai lettori italiani e aspetta solo di avere la possibilità di stupirci. Ad illustrare questo numero troviamo, non a caso, un grande firma delle pubblicazioni Disney nel nostro paese: Alessandro Pastrovicchio. Capace di passare dal cartoonesco al serio con estrema facilità, il disegnatore si trova particolarmente a suo agio in questo contesto dove può sbizzarrire la sua arte in ogni declinazione possibile. Arrivederci a novembre, Morgan!

Voto: 7

Martin Mystère presenta: Storie da Altrove – L’angelo che chiese aiuto a George Washington

Sullo sfondo della rivoluzione si muove l’ombra di un grande segreto

L’autunno riporta nelle edicole lo speciale spin-off che vede al centro Altrove, la storica base delle bizzarrie e delle stranezze dell’universo del Dectetive dell’Impossibile. Da vent’anni esatti, la serie ci racconta la mitologia di quel luogo che, da sempre, costituisce il fulcro della realtà dove si muove il nostro inquilino di Washington Mews. E, a proposito del grande generale, il cui cognome riecheggia per le strade dell’america, è proprio lui il protagonista assoluto dell’albo, il primo presidente degli Stati Uniti d’America.

1789. George Washington è appena stato eletto per la sua leggendaria presidenza e, scortato da un gruppo di uomini fidati, si prepara a visitare Altrove, fondata proprio durante la guerra, al fine di legittimarla politicamente e finanziarla. Una volta arrivato, ritrova vecchi amici come Benjamin Franklin, cofondatore della struttura, e Thomas Jefferson. Proprio quando si trovano immersi nei ricordi del passato, l’edificio viene attaccato da misteriose creature volanti. In quei momenti drammatici, il presidente confida e racconta ai presenti una vicenda insolita e inspiegabile, avvenuta durante le fasi più concitate della rivoluzione, quando un essere fatto di pura luce venne a visitarlo…

I racconti di Altrove sono diventati un piccolo classico delle pubblicazioni mysteriane, in cui personaggi realmente esistiti vivono nella finzione del fumetto avventure ai confini delle realtà. Quest’anno ritornano sulla scena molte vecchie conoscenze che, fin dall’inizio, si sono distinte nelle origini della base. La trama sviluppa ancora il loro personale background, concentrandosi soprattutto sulle vicende di alcuni che si trovano a dare l’estremo saluto, sullo sfondo di un’indagine che li porta a fare i conti con i soliti fatti inverosimili. Il lavoro di Carlo Recagno è di buona fattura, soprattutto nella gestione dei vari momenti, anche se finisce troppo spesso preda di facili cliché che sarebbe stato meglio evitare. Nel complesso, tuttavia, gestisce bene le difficoltà di una storia che, per quanto di fantasia, è calata in un contesto fortemente realistico. Ottimi anche i disegni di Giovanni Romanini e Antonio Sforza, che si spartiscono le varie sequenze delle narrazione, illustrando con chiarezza la storia senza uscire dai canoni della narrazione tipicamente bonelliana.

Voto: 6. 50

Dampyr 211: Horror Movie

Dentro un film dell’orrore

Com’è ben noto, Dampyr nasce dalla profonda passione dei suoi due creatori, Mauro Boselli e Maurizio Colombo, per le pellicole horror, sia d’alta che di bassa levatura. Un amore che non hanno mai nascosto e che ha alimentato le primissime uscite della serie, dove la ripresa di un certa cinematografia della paura era evidente e rispettosa. Spesso, i nostri eroi si sono confrontati con i più famosi mostri del grande schermo, dal Nosferatu di Murnau in poi, citando e riportando su carta la poetica di leggendari registi. Registi che, purtroppo, negli ultimi anni sono venuti a mancare. È infatti dal desiderio di omaggiare questi maestri del genere che nasce l’albo di questo mese: Horror Movie.

Emil Kurjak è un fan sfegatato dei film del terrore, un esperto conoscitore capace di apprezzare tutto, dalle opere di buona fattura a quelle appartenenti al filone dei B movie. E proprio lui si ritrova all’interno di una vicenda che pare direttamente uscita dal fotogramma di una pellicola. Un giorno, si reca al misterioso Wonderland Hotel, un albergo diroccato all’interno di una foresta tutt’altro che tranquillizzante, per vedere il suo socio Harlan Draka. Una volta arrivato, fa la conoscenza degli altri ospiti che sembrano essersi recati lì per i motivi più disparati. Ma tutti hanno in comune un fatto: dovevano incontrare qualcuno che alla fine non si è presentato. A rendere la situazione ancora più assurda contribuiscono strani avvenimenti inspiegabili e misteriose apparizioni, mentre fantasmi e serial killer si preparano ad assaltare l’edificio in cerca di vittime…

Il cinema è uno dei principali motori che da sempre muove la complessa saga del Dampyro, tra riferimenti e omaggi più o meno velati. Era però la prima volta che i protagonisti si lanciavano in una vicenda che, per certi versi, strizza l’occhio alla metanarrativa e un po’ alla parodia, senza abbandonare mai il contesto avventuroso. Quella orchestrata da Mauro Boselli è un’interessante storia che vuole essere sia una rappresentazione di quei topoì narrativi a cui tutti siamo affezionati, quelli horror, ma anche un nuovo episodio nella continuity di Dampyr. Tuttavia, proprio per questo suo doppio intento crolla un po’ sulla conclusione finendo per diventare qualcosa che non è né carne né pesce e resta sul guado. Dal punto di vista artistico, il lavoro di Silvia Califano è veramente ottimo. Le sue tavole sono dinamiche, forti e visivamente godibili, senza scadere nella rappresentazione facile né nella semplice mimesi. L’unica pecca risulta essere la china che, per quanto raffinata e precisa, a volte risulta troppo densa e appesantisce la vignetta, stancando gli occhi. Un buon albo che forse poteva osare qualcosina di più, che ha il merito di ripresentare un villain già conosciuto pochi mesi fa.

Voto: 6.80

Maxi Tex 21: Nueces Valley

 

L’infanzia, la giovinezza e la vita adulta

Dopo lo speciale estivo e il semestrale alla francese, il giovane Tex non vuole proprio lasciare spazio alla sua controparte del presente e continua a sbarcare in edicola con nuove storie. Ora tocca al Maxi autunnale ospitare questa versione “imberbe” del ranger di Bonelli Padre e Galep. Ai testi, sempre l’immancabile Mauro Boselli aiutato dai disegni del veterano Pasquale Del Vecchio.

Una carovana di agguerriti coloni sfida le intemperie e le traversie del Texas per raggiungere la Nueces Valley, terra florida e incontaminata dove spadroneggiano indiani e fuorilegge. In quelle zone, la leggenda del West, Jim Bridger, sta cavalcando in compagnia del suo compare, Jim Baker. I due, passando per quelle pericolose vallate, intravedono le impronte dei carri insieme ad altre, appartenenti ad un gruppo di Comanche. Questi pellerossa hanno la fama di essere inarrestabili e si preparano a prendere di sorpresa i viaggiatori. Spetterà a Jim Bridger tentare di salvarli, senza sapere che questo gesto di eroismo lo porterà ad incrociare i genitori del suo futuro amico Tex: Ken e Mae Willer…

La lunga strada che ci porterà ai festeggiamenti del settantennale del personaggio-emblema di casa Bonelli, oltre a riportare sulla scena alcuni grandi antagonisti, vede al centro le vicende con protagonista il nostro eroe prima che diventasse il portatore di giustizia dalla mira infallibile che conosciamo. E, finora, tutti gli albi che ne hanno ospitato le gesta si sono rivelati dei classici istantanei capaci di unire critica e pubblico. Sempre scritti dal curatore della testata, Mauro Boselli, le storie del “Tex Ultimate” (per citare la Marve d’oltreoceano) si sono fatte notare come le migliori pubblicazioni recenti del fumetto italiano seriale. E il Maxi Tex di questo mese non esce fuori rotta. Benché sia meno “dirompente” e innovativo dei suoi predecessori, Nueces Valley è un romanzo di formazione a fumetti basato non solo sul Ranger, ma anche sui personaggi che gli ruotano intorno, a metà tra figure immaginari e reali. Una vicenda più consueta, molto bonelliana in senso canonico, che proprio per questo riesce nel suo intento di raccontare qualcosa che fa parte della tradizione e va anche oltre. In questo senso, il tratto di un maestro come Pasquale del Vecchio è un garanzia. Sparatorie, mimica facciale, mappe, cavalli, panoramiche, zuffe nei saloon. Non c’è niente che il disegnatore non sia in grado di fare. E, se ci pensate bene, a lui è toccata un’impresa mica da ridere: ritrarre Tex in tutte le sue fasi, dalla culla all’età adulta.

Voto: 8

Martin Mystère: Le nuove avventure a colori – Numero 12: Al cuore della tenebra

La fine del romanzo

Ci mancherà questa versione restaurata e contemporanea del Dectetive dell’Impossibile di Alfredo Castelli, che ha saputo appassionarci nel corso di un lungo anno con una storia ben scritta e magnificamente disegnati. Ma più di tutta la qualità altissima centellinata nei mesi il vero successo di questa miniserie sta nell’idea: una saga divisa in 12 atti, realizzati attraverso tecniche di storytelling moderne, un gruppo di sceneggiatori che firmava collettivamente i testi e un comparto grafico di eccelsa fattura. Una “prima volta” destinata a fare scuola, in Bonelli. E ci auguriamo tantissimo che ce ne sia una seconda.

Enormi monoliti neri spuntano dalla terra e invadono l’Italia, costringendo il paese a dichiarare lo stato d’emergenza. Mentre il mondo intero sembra andare a rotoli, Tower e le sue forze di Altrove cercano in tutti i modi di scongiurare l’inevitabile. Ma i soli che sembrano potersi opporre alla catastrofe imminente sono Martin Mystère e Sergej Orloff. I due sono determinati a salvare il pianeta e a raggiungere il loro obiettivo: un’isola oscura che cresce sempre di più al centro del Mediterraneo.

L’ultimo numero è l’adrenalinica conclusione tanto attesa dopo un intenso ciclo che ci ha tenuto compagnia per ben 12 mesi. I “Mysteriani” chiudono le sottotrame lasciate in sospeso con diversi colpi di scena sparati a raffica, aprendone anche altre in vista di un possibile seguito che, a questo punto, ci sembra pure doveroso. Il livello magistrale tenuto fin dal primo albo si conferma in questo dodicesimo, aggiungendo qualcosa in più là dove era difficile toccare vette più alte. Infatti, oltre ad una sceneggiatura in formato quadra questa volta troviamo perfino i disegni, realizzati da Luca Maresca, Rosario Raho, Giulio Giordano, Salvatore Cuffari, Sauro Quaglia, Francesco Mortarino, Carlo Velardi e (udite udite) Giancarlo Alessadrini, storico copertinista della testata originale. Un team di grandi artisti che si spartiscono le scene delle narrazione, dall’inizio all’epilogo, riuniti e armonizzati da un complesso lavoro di storyboard e di regia dai risultati sorprendenti, che uniforma il tratto senza assorbirlo. Un lavoro egregio, a cui collaborano gli splendidi colori di Elisa Sguanci e Daniele Rudoni. Ci mancherai, BGZM (Buon Giovane Zio Marty)

Voto: 8

Dragonero 53: La furia degli Algenti

Sotto assedio

Ci siamo. Dal mese prossimo, con il primo tempo di una storia in due parti, comincia l’avvicinamento alla Saga delle Regine Nere prevista per il nuovo anno. Una guerra enorme, piena di personaggi ed eserciti pronti ad incrociarsi, che promette di rivoluzionare completamente lo status quo della serie. Non a caso questo numero di ottobre anticipa il clima da battaglia, mostrandoci una tremenda battaglia dall’esito incerto.

La città imperiale di Eburdàrt, nel Nord dell’Erondàr, è circondata dalle orde degli Algenti arrivati dalle terre oltre il Vallo grazie al mare gelido di quelle zone. Le creature attaccano le mura da ogni lato e la situazione si è fatta disperata. Gmor e i pochi uomini presenti tentano di difenderla a costo della vita, cercando di tenere i nemici il più lontano possibile. Ma sanno bene che l’unica speranza di vittoria risiede sulle spalle di Ian e Uqa’lik di superare le montagne e di chiedere aiuto agli orgogliosi Figli di Olhim…

Numero d’azione, questo secondo tempo della vicenda iniziata a settembre, per ovvie ragioni: le spade che bramano sangue, la morte, le scene di lotta dove il valore di uomo può fare la differenza tra la vita e la morte. Dunque, ci si aspetterebbe un certo predominio del lato visivo su questo testuale. Invece, Luca Enoch sviluppa una trama in cui le parole giuste dette al momento giusto fanno la differenza, insieme ad uno scontro campale di grande effetto. Una fantastica commistione di elementi meravigliosamente epici che affascina ed entusiasma, complice anche le bellissime tavole di Gianluca Gregorini. Il suo Dragonero è veramente splendido, soprattutto quando si esalta in magnifiche splash page che sembrano uscite dal grande schermo per approdare direttamente sulla carta. Conclude il numero un racconto che vede protagonista Ecuba, scritto da Luca Enoch e rappresentato da Walter Trono.

Voto: 7.50

Tex 684: Wolfman

bonelli editore ottobre 2017

 

Una città circondata tra le montagne rocciose…

Mentre la sua versione giovanile continua ad accumulare consensi, il Tex “originale” non sta certo con le mani in mano e continua a dispensare giustizia a suon di piombo. Dopo aver ritrovato Lupe, una grande figura del suo passato, a cavallo tra agosto e settembre, questo albo di ottobre anticipa l’inverno in arrivo portando il nostro Ranger tra le montagne rocciose. Sullo sfondo di una glaciale tormenta, dovrà fronteggiare un vero osso duro.

Tex Willer e Kit Carson stanno attraversando la catena montuosa a nord che collega gli Stati Uniti al Canada. Sorpresi da un tempo da lupi, cercano rifugio nella capanna di una loro vecchia conoscenza: Ebenerz Pruett, un cercatore d’oro che non ha fatto tanto fortunata tra quei picchi. Una volta arrivati, trovano il corpo del loro amico privo di vita. Qualcuno gli ha sparato e ha rubato le pepite che il vecchio aveva raccolto in quei miseri anni di carriera. I nostro eroi decidono di scovare i suoi assassini e di consegnarli alla giustizia. Nel frattempo, a Silver Bow, approda uno straniero dai modi rudi e violenti. A seguito di un partita a carte, si impadronisce di una certa somma che cerca di fruttare con una ballerina del luogo. Ma non riuscirà nel suo intento. Infatti, all’alba, qualcuno lo uccide. L’uomo si chiamava Justin Lang ed era il fratello di un brutale cacciatore conosciuto come Wolfman…

Ritroviamo Pasqule Ruju ai testi dopo la parentesi di giugno e luglio, anche se in un contesto completamente diverso. Dalle calde distese del Texas alla neve del Nord, lo sceneggiatore non subisce affatto il cambio di ambientazione. Anzi, imbastisce una trama intrigante e avvincente, che ci presenta un nuovo villain che non delude le aspettative. Non vediamo l’ora di leggere la seconda parte che promette grandi fuochi d’artificio. Ad aiutarlo in questo abbiamo i disegni di Gustavo Font. Il suo tratto, molto dettagliato e di grande effetto, rappresenta con uno stile particolare il clima gelido dei luoghi, le foreste innevate e il freddo che pare uscire dalle tavole per entrare nelle ossa dei lettori. Buonissima anche la rappresentazione di “Wolfman” Lang, personaggio che fin da subito colpisce per la sua brutalità e la sua ferocia.

Voto: 7

Elia Munaò
Elia Munaò, nato (ahilui) in un paesino sconosciuto della periferia fiorentina, scrive per indole e maledizione dall'età di dodici anni, ossia dal giorno in cui ha scoperto che le penne non servono solo per grattarsi il naso. Lettore consumato di Topolino dalla prima giovinezza, cresciuto a pane e Pikappa, si autoproclama letterato di professione in mancanza di qualcosa di redditizio. Coltiva il sogno di sfondare nel mondo della parola stampata, ma per ora si limita a quella della carta igienica. Assiduo frequentatore di beceri luoghi come librerie e fumetterie, prega ogni giorno le divinità olimpiche di arrivare a fine giornata senza combinare disastri. Dottore in Lettere Moderne senza poter effettuare delle vere visite a domicilio, ondeggia tra uno stato esistenziale e l'altro manco fosse il gatto di Schrödinger. NIENTE PANICO!